La vittoria dell’orgoglio: la Reyer ne fa 108 al Prometey

Lele
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Si può considerare la vittoria dell’orgoglio quella della Reyer nel penultimo match di Eurocup, l’ultimo disputato al Taliercio in stagione. Gli oro-granata già eliminati dopo il ko di settimana scorsa contro Vilnius devastano il Prometey vincendo 108-92 e rendendo più complesso il cammino degli ucraini, comunque già qualificati al prossimo turno.

La squadra di Spahija non voleva proprio saperne di uscire dalla competizione senza regalare un’ultima gioia interna al proprio pubblico, che ha comunque sostenuto gli oro-granata nonostante fosse un match davvero inutile ai fini della classifica: il secondo tempo da 63-35 fa tutta la differenza del mondo nel round 17 della seconda competizione europea.

Venezia porta in doppia cifra 4 giocatori, con i 25 di Wiltjer a guidare il tabellino, molto ben coadiuvato dai 18 a testa di Tessitori (anche 12 rimbalzi per il lungo azzurro) ed Heidegger, sempre più inserito. I 19 di un Tucker da 0 nel primo tempo chiudono il tabellino delle doppie cifre. Gli ucraini ne hanno 15 da Balvin, 14 da Clavell ed 11 da Odiase, in una serata in cui tutti e 12 realizzano almeno 2 punti.

SUCCESSO D’ORGOGLIO PER LA REYER CON PROMETEY

La partita

Primo quarto tutto di marca ucraina, con la formazione di Ronen Ginzburg che sfrutta le 5 palle perse della Reyer per correre in contropiede e trovare canestri facili, volando avanti in un punteggio molto alto per gli ospiti. Le ricezioni profonde di Balvin mettono in apprensione i padroni di casa, che non riescono mai a trovare le giuste limitazioni ed al 10′ si trovano sotto 18-28.

Nel secondo quarto il copione è un po’ diverso, quantomeno nella prima parte: il Prometey fatica inizialmente a contenere l’energia di De Nicolao, che tra difesa ed attacco riporta i suoi a contatto e sul -3, prima di ricevere una nuova spallata. I bianco-rossi sfruttano le nuove palle perse e guidati dalle giocate dei giocatori nazionali ucraini tornano avanti nel punteggio in maniera netta e toccando addirittura quota 57 in 20′, contro i 45 dei lagunari.

Nella terza frazione la squadra di Spahija entra nel match definitivamente e lo fa trascinata dai 16 punti di un Rayjon Tucker letteralmente posseduto dal demonio. La guardia americana inizia a caricarsi di responsabilità dopo un primo tempo da 0 ed a suon di assalti al ferro azzanna la difesa ucraina, che prima sbanda e poi si squaglia. Ci pensano – poi – Heidegger e Wiltjer a dare la fuga, con un parziale devastante di 38-14 che probabilmente entra dritto nella storia di tutte le partite europee giocate da Venezia.

Nell’ultimo quarto gli ucraini provano parzialmente e con una reazione più fine a sé stessa che continuativa a rientrare nel match, ma ci pensano Tessitori, Tucker, Spissu e Wiltjer a mettere l’ombrellino nel long drink per quella che è la vittoria numero 7 del torneo continentale degli oro-granata. Nel secondo tempo in definitiva la formazione lagunare realizza 63 punti subendone 35, un vero e proprio dominio incontrastato.

ANCORA UN GRANDE IMPATTO DI MAX HEIDEGGER SUL MATCH

Reyer: orgoglio, rimpianti e 20′ da grande squadra

Una partita di orgoglio, che – riavvolgendo il nastro – regala tanti rimpianti ad una Reyer che sicuramente non ha brillato in questa Eurocup, ma che a conti fatti esce per aver giocato troppe partite senza due, tre, quattro pedine. Vengono in mente i ko casalinghi contro Paris e Vilnius su tutti, arrivati nell’ultimo quarto ed in condizioni fisiche “impossibili”, oltre al ko di Riga con lo stesso Prometey.

Nei 40′ di oggi gli oro-granata di fatto hanno giocato due partite in una: un primo tempo completamente scialbo e senza attenzione difensivamente con gli ucraini abili a punire sistematicamente realizzando ben 57 punti e – poi – una ripresa all’arma bianca, con altro spirito, altra aggressività, altra attenzione difensiva e soprattutto con uno spirito di sacrificio imponente. Nel post game Spahija ha sottolineato che si deve sempre giocare con professionalità, per la faccia e la maglia, anche quando la classifica non conta nulla: un messaggio chiaro che i giocatori nell’intervallo hanno recepito.

Per quel che riguarda le chiavi del match, la differenza l’ha fatta la difesa messa in campo da Venezia: nel primo tempo scarsa attenzione e soprattutto pochissima energia, due fattori che hanno permesso agli ucraini di prendere il largo realizzando 57 punti in 20′. In attacco l’attenzione è stata sotto soglia se pensiamo alle 9 palle perse: troppe, considerando che i bianco-rossi si sono alimentati recuperando possessi ed alzando i ritmi. In più la difesa su Balvin ed Odiase è stata scadente, con i 2 lunghi che ricevendo in posizione profonda hanno dominato.

Nella ripresa diversa aggressività difensiva e grandissimo impatto a rimbalzo con un 22-12 che di fatto porta la squadra di Ginzburg a concedere transizioni e tiri puliti ad una Reyer che doveva ricercare proprio questo. Basta un dato per descrivere il secondo tempo lagunare: 0 punti nei primi due quarti, 16 nel solo terzo quarto. Questo il tabellino di un Tucker che nei terzi 10′ si è caricato il Taliercio sulle spalle a suon di giocate di pura energia.

Energia significa muovere meglio il pallone, che a sua volta porta a tanti tiri ad alta percentuale. Un tiro ben preso dopo aver mosso la difesa permette inoltre di poter lottare meglio a rimbalzo, prendendo più carambole sotto il ferro avversario. Energia – inoltre – significa controllare il proprio tabellone, che permette di correre in transizione, cosa che esalta giocatori come Tucker, Heidegger e Wiltjer, tutti protagonisti.

Che sia o no la vittoria dei rimpianti, il colpo con Prometey è anche un messaggio al pubblico ed indirettamente alle rivali di campionato della formazione di Spahija: affrontare gli oro-granata sarà dura per chiunque. In una serata da 108 punti, balza pure all’occhio la gestione del match di Spissu e De Nicolao, entrambi “silenti” e bravi a trovare i giusti spazi per i compagni: coinvolti. Tutti.

TUTTA L’ENERGIA DI RAYJON TUCKER, IL FARO DELLA REYER

Prometey, un crollo senza attenuanti: a Venezia è naufragio

Naufragio totale. Il Prometey gioca di fatto soltanto 20′ al Taliercio contro una Reyer già eliminata ed il risultato è quello che tutti hanno potuto vedere, ossia un parziale di 63-35 nel secondo tempo che ha cancellato dal campo la squadra di Ginzburg. Se gli ucraini si aspettavano una squadra lagunare remissiva ed “in ferie” dopo aver incassato 57 punti nel primo tempo hanno fatto l’errore più grave del mondo: tant’è che Venezia ha ridotto drasticamente i punti subiti (-22) ed aumentato notevolmente quelli realizzati (+18) nel secondo tempo.

Al Taliercio gli ucraini si riscoprono fragili, inconsistenti e soprattutto indifesi (ed indifendibili): ad un primo tempo di grandissima qualità offensiva da 17 assist e 57 punti realizzati fa seguito una ripresa da soli 7 assist, da 63 punti incassati e da soli 35 segnati. Uno switch pericolosissimo che ha fatto infuriare il tecnico israeliano, che ha assistito impotente al tracollo dei suoi, colati a picco come il Titanic al largo di Terranova nel 1912, soltanto che – stavolta – si era a Venezia e non sull’oceano Atlentico.

Attenzione, qualità, aggressività, fisicità: gli ucraini azzannano il match sin dalla palla a due, facendo valere la propria stazza e soffocando le fonti del gioco oro-granata, anestetizzando – di fatto – Tucker, mai protagonista di assalti al ferro. L’aggressività in difesa porta a palle recuperate e transizioni facili che esaltano i bianco-rossi, la fisicità di due totem come Balvin e Odiase fa la differenza: i due lunghi sono pescati sempre in posizione profonda e questo è stato il grande problema del primo tempo della Reyer, che non aveva certo corpi così fisici visto che Kabengele è ancora ai box.

Luce spenta, o meglio, cortocircuito totale. Il Prometey dopo l’intervallo è stato devastato in ogni fondamentale da Venezia, che doveva reagire per non cadere male nell’ultima in casa di Eurocup. Alla reazione lagunare gli ucraini non sono preparati ed imbarcano acqua, colpiti ripetutamente ai fianchi dagli assalti di Tucker e dai missili di Heidegger e Wiltjer, finendo per colare a picco del tutto con il 38-14 del terzo quarto che certamente non serve descrivere ulteriormente.

I lunghi si impantanano: Balvin arriva costantemente nella sua area con l’autobus dell’ora dopo, infilzato a ripetizione dai giochi a due Spissu-Tessitori o Heidegger-Tessitori; Odiase si riscopre il brutto anatroccolo della sua ultima esperienza europea con Brescia ed è letteralmente annichilito dagli assalti veementi di Tucker oltre che dalla qualità di Wiltjer, finendo nella terra di nessuno difensivamente e spazzato dalla tempesta oro-granata in attacco, gli esterni non girano palla e deragliano. Così i bianco-rossi escono di partita.

Grandissimi meriti alla Reyer, poco ma sicuro, ma l’attenzione del Prometey nell’ultima uscita esterna del loro girone d’Eurocup è un qualcosa che va mostrato nelle scuole basket con scritto in grande “non fate così”. L’impressione e la sensazione è che l’energia nella ripresa fosse moltiplicata per 1000 dagli oro-granata ed azzerata per gli ucraini: naturalmente grandi meriti della squadra di Spahija, ma quelli di Ginzburg hanno forse collaborato per un secondo tempo così diametralmente opposto.

LE FACCE SCONSOLATE DEI GIOCATORI DEL PROMETEY LA DICONO LUNGA

Foto credit Reyer e Prometey

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Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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