L’illusione, la frenata e la mancata rimonta: la Virtus cede al Fener, ma è in crescita

frcata7
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La Virtus cade a Istanbul contro il Fenerbahce con una partita con più luci che ombre, cedendo 88-75 dopo un secondo tempo giocato solo a metà.

Primo tempo equilibratissimo e con i bianconeri migliori, poi il monologo turco nel terzo quarto a fare la differenza e a rintuzzare i tentativi di rimonta virtussina nell’ultimo periodo.

L’andamento della partita

Prima fase di studio tra le due squadre: difese senza chissà quale durezza, attacchi non fluidi e quindi equilibrio. La Virtus, con pazienza, controlla il ritmo della partita e va avanti 15-11 facendo cose semplici ma ben fatte. Motley, tuttavia, riprende il dominio iniziato all’andata: doppia cifra di punti già prima della fine del quarto. Lundberg guida alla grande l’attacco di Banchi con le sue penetrazioni al ferro e la Virtus chiude avanti 25-21 i primi 10′.

Pajola fa 2/2 dall’arco con due triple pesanti e la Virtus trova addirittura il +9. Intanto rottura prolungata per l’attacco del Fener con un Dorsey sinora impalpabile. I gialloblu beneficiano però di un antisportivo dello stesso Pajola, tornano a contatto e, senza brillare vanno anche avanti 35-33 con due giocate in successione di Wilbekin. Nel primo momento di difficoltà la Virtus resiste e rimane attaccata al punteggio con un Lundberg sensazionale. Tuttavia, Wilbekin, in striscia, punisce una difesa disattenta prima della sirena: 52-47 Fener all’intervallo.

La Virtus riparte disattenta, il Fener molto centrato: allora è subito +9 per i turchi. La squadra di Jasikevicius ha una faccia diversa, soprattutto in difesa. I bianconeri non trovano più vantaggi in attacco, i ritmi si sono alzati, la Ulker Arena si fa sentire e il Fener ora pare in controllo totale in doppia cifra di vantaggio. L’emorragia prosegue, i turchi cavalcano la fiducia e scappano sul +15: la Virtus sembra ora fuori dalla partita. Il parziale a fine terzo quarto è un eloquente 71-56.

La Virtus ci prova, guida un parziale di 2-12 e torna a -8, provando a rimettere in discussione la partita. Il Fener ha ancora un considerevole vantaggio, ma Bologna è tornata a far valere la propria energia. Alcuni momenti che potrebbero cambiare l’inerzia della gara girano a sfavore della Virtus che vede così sfumare una rimonta che si stava concretizzando. I gialloblu poi chiudono la pratica, vincono meritatamente e ribaltano la differenza canestri.

Motley, la solidità e il terzo quarto

Primo tempo bizzarro della squadra di casa che gioca a basso ritmo e difende spesso con disattenzione. L’attacco, però, senza fare cose straordinarie, produce tanto, soprattutto dentro l’area, e i 52 punti alla sirena dell’intervallo sono un’enormità, anche perché arrivati senza brillare.

Poi al rientro degli spogliatoi gli uomini di Jasikevicius hanno cambiato faccia e voltaggio alla propria partita: lì è arrivato il parziale che ha cambiato il match e che soprattutto ha spostato l’inerzia della gara verso il terreno prediletto della Ulker Arena.

I numeri raccolti dai padroni di casa non sono spumeggianti, eppure hanno ottenuto una vittoria rotonda. Sintomo di quanto questa squadra possa essere solida, anche senza giocatori importanti come Hayes-Davis, Pierre e Sestina. Poi quanto Johnathan Motley faccia male alla Virtus ormai è cosa acclarata: 23 punti, 11 rimbalzi e anche stasera rebus irrisolvibile per la retroguardia bianconera.

Prestazione importante anche di un Wilbekin che sa colpire alla giugulare la partita nei momenti giusti, segnando sempre canestri importanti (15 punti, 4 rimbalzi e 6 assist). Poi inaspettato quanto decisivo l’apporto del neo-arrivato Amine Noua che, oltre ai 9 punti, mette tanta energia, vince diverse seconde palle e segna non pochi momenti-chiave.

Il Fener è squadra solidissima, versatile, dalle tante soluzioni. Che può permettersi un Dorsey abulico e quasi dannoso e vincere comunque di 15. Sono squadra che può arrivare fino in fondo, anche se viaggia a fari più spenti di altre contender.

Una Virtus in crescita che paga l’assenza dei suoi terminali offensivi

Non è immediato descrivere con precisione la gara giocata dalla Virtus. Allora smontiamola e andiamo per frammenti: ottimo primo tempo, giocato con lucidità e leggerezza (quella positiva). Poi rientro horror dagli spogliatoi, con tanta confusione e sbagliando diverse cose banali: con la mente scollegata. Infine ottima reazione nel quarto periodo con tentativo di rimonta, per poi mancare qualche sliding doors che avrebbe potuto cambiare la partita.

E’ una Virtus, in ogni caso in crescita. Assai diversa da quella vista contro Maccabi ed Efes che era sulle gambe, farraginosa per 40 minuti, palesemente a corto di energie. La Virtus vista stasera ha lottato per quasi tutti i 40′ minuti, ha avuto palesi momenti di difficoltà, ma ha dimostrato di stare recuperando la condizione fisica ottimale che gli permette di lottare contro qualsivoglia squadra. E questa è la cosa più importante.

Poi, a proposito di quei momenti di difficoltà, è normale che una squadra come Bologna li abbia, quando è priva dei suoi due principali creatori offensivi di vantaggio, alias Belinelli e Shengelia. E’ anzi più che normale: comprensibile. Lundberg ha creato tanto nel primo tempo, ma non è riuscito a farlo per tutta la partita. In ogni caso, è stato il migliore dei suoi.

Tutti gli altri giocano una partita in linea di galleggiamento intorno alla sufficienza, facendo diverse buone cose e altre più disattente. L’impatto di Abass continua a essere importante, Zizic va a corrente alternata, Dunston soffre in una delle poche gare della stagione e Mickey non entra mai veramente nella partita.

A mancare più di ogni altra cosa è stata la difesa. Quella, senza la scusante delle assenze, poteva essere migliore, ma la fisicità dei lunghi gialloblu è e rimarrà sempre un problema per le vu nere. I rammarichi, però, arrivano dalla propria metacampo e da quel terzo quarto fuori fase.

In ogni caso, con le assenze ricordate, la sconfitta di Istanbul era preventivabile e decisamente nella natura delle cose. L’aspetto importante è la condizione fisica che sta tornando e che sarà fondamentale per giocare le tre delicatissime gare mancanti da qui alla sosta di febbraio. Aver perso la differenza punti anche contro il Fener è bruciante, ma la Segafredo deve avere ora un altro obiettivo: quello di ritrovare le condizioni giuste per tornare a poter vincere ogni partita. E’ sulla strada giusta e non era scontato.

Quanto deve fare nelle prossime tre uscite? Non 0-3.

About Post Author

frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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