Barça-Real, un altro “clàsico” da amare tra la chiarezza di Jasi e la lezione di Chus

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Barça-Real, ennesimo appuntamento finale di una competizione importantissima, è stato presentato in una splendida cornice a Barcellona.

Presentazione ufficiale della Finale di Liga Endesa sullo splendido sfondo della Sagrada Familia, a Barcellona.

Presenti i due Coach, Sarunas Jasikevicius e Chus Mateo, con i giocatori Alex Abrines e Sergio Rodriguez.

Apre Saras: «Felicissimi di essere qui con la chance di vincere. Sarà dura, non vediamo l’ora che inizi».

Tocca a Chus: «Due squadre in un ottimo momento, alcuni sono stanchi dopo una stagione così, ma credo che sarà una serie molto equilibrata».

Abrines conferma, poi tocca al al Chacho che sottolinea come «dopo essere stato tanti anni lontano dalla Liga Endesa è bellissimo esserci ed ho tanta voglia di giocare questa finale».

«E’ importantissimo avere a disposizione tanti giocatori, poter dare anche pochi minuti di riposo, tuttavia è molto dura gestire le rotazioni perchè sono squadre che possono piazzare il parziale in qualsiasi momento». Così Jasi sull’avere il roster quasi al completo, con l’eccezione di Higgins.

«Entrambe abbiamo avuto un cammino nei Playoff molto duro, contro squadre che giocano bene. Non siamo al massimo dell’energia ma la voglia è il nostro motore principale anche se non al 100%». Chus sottolinea lo stato fisico e mentale dei suoi.

«La linea che separa la vittoria dalla sconfitta è talmente sottile che bisogna saper valorizzare il cammino, anche di fronte ad un risultato avverso. So che è difficile, ma è necessario abbassare la tensione e pensare che nella vita di tutti ci sono cose che sono più importanti di questo, che resta uno sport, che amiamo e per il quale ci sacrifichiamo, ma appunto uno sport»

Chus Mateo, Coach Real Madrid

Continua il Coach madrileno, stimolato sulla pressione e sul concetto di vittoria o sconfitta, regalandoci parole che sono un manifesto vero e proprio per chi ama il gioco nella maniera più corretta: «E’ il gioco che amiamo, per il quale ci sacrifichiamo molto, tuttavia credo che si debba consideralo come proprio uno sport, poichè nella vita di tutti ci sono cose molto più importanti. Credo si debba abbassare la tensione ed uscire da questa estremizzazione del concetto che sia tutto bianco o tutto nero. Lo ripeto, è uno sport, voglio vincere come lo vuole Saras, senza dubbio, tuttavia serve equilibrio in quello che facciamo, noi con le nostre parole, voi con i vostri commenti. Dobbiamo essere in grado di goderci e valorizzare il cammino, anche nella sconfitta, pur sapendo che possa apparire assurdo. La linea che separa il successo dalla sconfitta è così sottile che veramente dobbiamo saper vivere quel cammino senza poi dimenticare che ci mostriamo di fronte ai giovani e questo per me è molto importante».

Ancora una volta Coach Mateo ci fa pensare di aver di fronte un essere umano speciale. Ecco, poi magari si tratta pure di un Coach che in 12 mesi alla guida del Real ha all’attivo 1 Liga (ma quella lui vi dirà sempre, correttamente, che è di Pablo…), 1 Supercopa ed 1 Eurolega.

Il tema Mirotic non poteva non arrivare…

«Lo sappiamo da tempo, è solo che la notizia arriva oggi. Lui ci ha dato tutto nelle gare contro Malaga e Valencia, è stato capace di tenere separate le due questioni e siamo qui per fare tutto il possibile insieme». Saras abbassa i toni e guarda solo al campo, per quanto possibile.

«Sto benissimo, voglio mantenere il ritmo con la squadra come meglio posso fare». Ecco il Chacho sul suo momento di forma eccellente.

Che Palau vi aspettate in queste due prime gare? La domanda a Jasi ed Abrines si merita la risposta scherzosa del Coach: «Me lo aspetto vuoto, non verrà nessuno».

Undicesima finale in 12 anni per il Real: «C’è un grande lavoro alle spalle fatto da Pablo (Laso) nella sua gestione e credo che si importantissimo avere una colonna vertebrale del club che vada oltre i singoli protagonisti. Questo dimostra che c’è dietro un grande lavoro, ovvero la soddisfazione più grande per me, indipendentemente dai dettagli che determineranno vittoria o sconfitta, come ho detto prima».

Si torna a Mirotic ed ai suoi famosi 3 punti contro il Real a Kaunas, si è lavorato su qualcosa di specifico? «Ne abbiamo parlato e la sua risposta è stata magnifica. Ho fiducia che continui così» è la risposta del Coach lituano.

Abrines viene stuzzicato su un eventuale vendetta dopo la finale 2022 e dopo Kaunas. «Non c’è nulla di strano, è normale. abbiamo perso ed abbiamo l’occasione di risalire la china, è la pallacanestro».

Si torna dall’allenatore madrileno parlando di fattore campo: «E’ importante ma non determinante. La concentrazione, come fermare il rivale, il fatto di conoscersi bene sono fattori chiave. Saper soffrire nei momenti decisivi è fondamentale».

Palla a due stasera alle 2100, si replica domenica sempre al Palau per poi trasferirsi al Wizink Center martedì.

E’ lo spettacolo più grande che la pallacanestro europea possa offrire. Tutto da amare.

(Photo credit: ACB.com)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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