Fatti non foste a viver come il Barça, ma per seguir Virtus e canoscenza

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La Virtus Bologna tende il tranello perfetto al Barcellona

La Virtus si ama ancora, perdutamente. E colleziona l’ottava perla stagionale contro la seconda forza dell’Eurolega, grazie a una prova di grande carattere.

Le Vunere faticano a trovare il bandolo della matassa, ma poi svoltano nel secondo tempo e strappano la vittoria per 80-75.

La Virtus batte il Barça - Eurodevotion

La magica notte di Bologna proviamo a inquadrarla in classico stile Eurodevotion.

Il Barça e la fase del cinismo

Se nelle prime battute le difese sembrano prevalere sugli attacchi, ben presto il Barça scardina il fortino delle due torri con un susseguirsi di penetrazioni dei suoi handler, mentre la Virtus fatica a costruire i suoi vantaggi. Prima Satoransky, poi Laprovittola costruiscono infatti il primo guizzo catalano.

Bologna deve smuoversi dal pantano della manovra a metà campo, dove ha poca fantasia di interpreti per spiccare, e, proprio quando inizia a sfruttar la transizione rapida, trova spazi e occasioni chiare si rifà sotto.

Si tratta di una prima risposta, che però non basta.Il Barça si appoggia sui suoi talenti e ritorna prepotentemente in pole position, galvanizzato alle derapate in uscita dai blocchi di Abrines.

È solo il primo assaggio di un vantaggio che i catalani si sapranno portare avanti fino a molto in avanti nella gara. Se Bologna infatti riprende a faticare a trovare chiavi offensive, il Barça inaugura la fase del cinismo.

I blaugrana attaccano con criterio, senza sfavillare, ma ricercando i propri punti di forza. Il pallone viene recapitato con frequenza in area, da un Willy Hernangomez che ne fa ottimo uso in più occasioni. Il 12-2 degli uomini di Grimau significa +16 a metà secondo quarto (36-20).

Shengelia è fuori fuoco, sbaglia le scelte e si fa condizionare dalla fisicità avversaria, che lo inibisce. La Virtus è reattiva in difesa e avida nell’intercettare le linee di passaggio, ma il Barça trova sempre le bocche da fuoco che desidera.

Sono i guizzi lucenti di Isaïa Cordiner a tenere in vita i padroni di casa. Prima una tripla imperiosa sullo scadere dei 24”, poi una bimane volante sullo spunto di Hackett. E non solo. Banchi ringrazia il suo profeta dalla chioma dorata.

Il sacrificio bolognese non manca, la tigna non lascia a desiderare, l’impressione è però che l’ordine e la concretezza blaugrana conferiscano agli ospiti pieno controllo sul match. La Virtus c’è, ma per lei non sembrano prospettarsi grani scenari nella ripresa. Come scriveva Leopardi però, la pazienza è la più eroica delle Virtù giusto perché non ha nessuna apparenza d’eroico”.

La Virtus e la fuoriuscita dalla fase della pazienza

L’inizio del secondo tempo, che vede ben presto un Belinelli volante a prendersi una tripla con fallo, grida subito Virtus. I bianconeri approcciano con il giusto volto e, soprattutto, finalmente trovano continuità nel ritmo offensivo.

Il Barça però è ancora lì, comincia a subire la fisicità e l’aggressività della retroguardia domestica, la sua dedizione, ma è sempre capace di uno-due mortiferi. Come quello confezionato da Laprovittola e da Jabari Parker, maestoso dall’angolo, che ripristina in uno schioccar di dita la doppia cifra di divario.

Nonostante uno Shengelia attento e misurato, meno caparbio e più funzionale, il Barcellona rimane nettamente in controllo e respinge gli assalti. Le Vunere, con le unghie, con i denti e il tap-in del georgiano per il -5 a fine del terzo quarto (61-56).

La resilienza Virtus però, coerente nello sforzo e nella lotta, è infine premiata a inizio dell’ultima frazione. Il tritolo detonato da Shengelia dall’arco sancisce la parità. E da lì la concretezza della rimonta assume tutt’un altro spessore.

Subentra Lundberg, che prende per mano i suoi e azzanna l’area del mid range con proprietà principesca. Dall’altro lato il Barça va fuori giri, si ammutolisce in attacco, trova pochi protagonisti riconoscibili e appare intimidito, di fronte alle infinite pelli della rugosa epidermide bianconera.

La Virtus sa piegare a sè la fortuna con convinzione e con furia agguanta rimbalzi e recupera palloni a ripetizione. Poi, Lundberg è il Serial Killa di Snoop Dogg, è il matador delle cinquo de la tarde, è il giustiziere quando la gara chiede verità.

Qualche leggerezza sta per rimettere la gara in mano al Barça, ma Hackett, MVP ombra, sfodera la sua scienza cestistica con un fallo conquistato in attacco e uno sfondamento subito in difesa. Il principe di Copenhagen prende quindi il tiro più difficile e acceca il già ceco ciclope Vesely.

Fatti non foste a viver come il Barça, ma per seguir… Virtus e canoscenza.

Amarsi ancora

Questa Virtus è ancora una squadra che si ama, perché solo una squadra che è capace di amarsi può andare in campo così. Amarsi significa accettarsi nei propri limiti e nei propri difetti, che Bologna, sicuramente più del Barça, ha.

Amarsi significa sacrificarsi su ogni pallone recuperabile in difesa e vincere a rimbalzo (38-33) contro quel pacchetto lunghi. Amarsi significa andare oltre le difficoltà di gioco a metà campo, fino a sapersi concedere al genio di Lundberg quando può essere scintilla a giochi rotti. Amarsi vuol dire rendere Mascolo protagonista in una delle partite di EL più difficili dell’anno senza che lui mai in EL ci abbia giocato. Amarsi vuol dire giocare un secondo tempo da 47-30 dopo essere stati succubi degli avversari.

Un capolavoro di Luca Banchi. Capolavoro che, certo, viene meglio se hai un talento come Cordiner, due certezze come Hackett e Shengelia e, soprattutto, un Lundberg redivivo da 21 punti, di cui ancora 13 negli ultimi 10′.

Questa gara segna un punto per una Virtus che guarda in faccia la seconda forza della competizione da pari a pari.

Il Barça sicuramente potrà e saprà fare meglio, essendo incappato in un avversario estremamente caparbio e sfidante, ma poco cambia. È evidente che la Virtus non è arrivata e non può essere diventata d’emblée da Final Four, ma possiede il carattere delle grandi. Con tutti i limiti di un roster di livello medio per questa Euroleague e che potrebbe senza dubbio avere un calo più avanti.

L’importante, in fondo, è la certezza indomita che Bologna saprà “amarsi ancora”.

Photo credit: Virtus Bologna Facebook e X, Barça Basket X e euroleague.net

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