Darussafaka vs Real Madrid #3. “Blancos” di squadra, muovendo la palla.

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Vantaggio Real e possibilità di chiudere il discorso domani ad Istanbul, evitando un’insidiosissima gara 5. Cinque come gli elementi che emergono chiaramente da questa partita all’interno della serie.

Pablo Laso era in difficoltà, abbastanza evidente, dopo i primi due episodi. Il suo Real stava giocando troppo legato alle lune di Sergio Llull. Una sorta di “supponenza del talento” che a questi livelli rischia di non pagare. Essere ritornati a muovere la palla, a coinvolgere i cinque uomini in campo ed a credere nella propria difesa, che quando vuole è valore aggiunto fondamentale, non era facile. Grande merito al coach.

Felipe Reyes è la faccia che non piace di questo Real Madrid. Un giocatore osannato, dal sottoscritto in primis, mille volte in carriera, non deve rendersi protagonista di due azioni come quelle di ieri, due vere e proprie scorrettezze che si sa benissimo, potrebbero fare male e togliere dalla serie gli avversari coinvolti. Sia chiaro, nessun perbenismo cestistico, chi scrive si è abbeverato alla fonte di mille campioni che facevano della durezza il loro mantra, tuttavia determinate cose in campo non si fanno. Se il declino ti lascia solo questi mezzi, è meglio mollare prima. Ma Reyes può ancora dare il suo, giocando a pallacanestro, duramente. Non così. Anche Efes ed Oly se le sono date di santa ragione, ma non per far male.

Scottie Wilbekin è un fattore crescente in questa Eurolega, un po’ come crescente fu la sua carriera ai Gators, dove giocò con Patrick Young ed Alex Tyus, tra gli altri. Le movenze che gli permettono di liberarsi al tiro sono di primissimo livello. Cambi di direzione repentini che rendono impossibile il lavoro del difensore. Il fattore vincente è la capacità di essere decisivo sia in uscita dai blocchi che dal palleggio: quando sai fare le due cose, beh, allora sei uno vero. Ne sentiremo parlare, perché potrebbe essere l’evoluzione in Europa del tiratore di striscia con caratteristiche superiori a livello fisico e di ball handling.

Il Real torna a muovere la palla in maniera splendida e lo fa grazie ad una qualità di blocchi notevolissima. E’ una delle uniche tre squadre del continente che può giocare veramente in cinque, con tutti i protagonisti in grado di essere minaccia per la difesa e di creare per i compagni contemporaneamente. Ma da questo punto di vista ha qualcosa in più di CSKA e Fenerbahce. Quando tutto il quintetto si muove, senza staticità nell’attesa del “Llull pensiero”, spettacolo e risultati sono garantiti.

“Bounce back”! E’ la regola dei playoffs, da sempre. Domani è un altro giorno ed oggi ci si dedica agli aggiustamenti. Le serie girano in un amen e lo fanno soprattutto in presenza di coach veri: sia Laso che Blatt hanno saputo farlo finora, il prossimo passo è a carico del coach dei verdi di Istanbul. Chi meglio di lui.. Ma attenzione, perché portare Madrid a gara 5 sarebbe assoluto miracolo, nonché uno spostamento del barometro di importanza capitale. Di nuovo Wanamaker fattore, rimettere sulle spalle di Llull il peso del 70% dell’attacco madrileno e soprattutto proteggere le plance, perché se lasci 14 palloni sui 35 disponibili sotto il tuo canestro, le Final 4 non le fai.

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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