Final Four 2024 | Si parte con la conferenza stampa: i sorrisi di Jasi, le promesse di Ataman

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Giovedì, ore 12: si parte ufficialmente con le Final Four 2024 di Eurolega. E’ tempo della conferenza stampa e noi di Eurodevotion siamo qui per raccontarvele, giorno per giorno. Via con le danze.

La hall è piena; i riflettori sono accesi. Entrano i quattro coach accompagnati da Tavares, Papanikolau, Sloukas e Hayes-Davis. Si parte con le dichiarazioni si rito e poi sarà il turno delle domande dei giornalisti. Parte il campione in carica, coach Chus Mateo: “Siamo grati di essere qui. Per noi la cosa più importante è capire come vincere ancora questa competizione, rispettando i nostri avversari“.

Gli fa eco lo sconfitto dello scorso anno, coach Bartzokas, che pone l’accento sulla bontà del percorso della squadra: “Siamo super motivati anche solo per il fatto di essere qui. Faremo del nostro meglio come abbiamo sempre fatto. Siamo dei combattenti“.

Anche Ataman ha mantenuto la sua promessa. Prendere il Pana e riportarlo subito sul palcoscenico più importante. “E’ stata una grande sfida mantenere la promessa di essere qui. Ma credevo nei nostri giocatori e nella storia di questo club. Sono orgoglioso di essere qui: spero che i nostri tifosi si godano queste partite. Cosa posso promettere ora? Tutti si aspettano che io dica che porteremo il trofeo a Oaka“.

Più abbottonato Jasikevicius che è alla quinta Final Four in sei anni, di nuovo da underdog come era stato con lo Zalgiris. “Per noi allenatori è sempre difficile: tante responsabilità. I giocatori devono provare a giocare bene e speriamo di fare del nostro meglio. Ci siamo guadagnati questa possibilità“.

Poi è il tempo delle domande dei giornalisti, che non risparmiano qualche quesito spinoso a coach Ataman. Final Four raggiunte, promessa mantenuta. E ora? “So che è la mia settima Final Four e proverò a vincere il trofeo anche questa volta. Se scegli buoni giocatori e caratterialmente bravi, non ha mai paura di mettere obiettivi davanti a me. Ora siamo qui e il nostro obiettivo è vincere il titolo“.

Ed è anche arrivata una domanda riguarda ai fatti accaduti ieri all’arrivo dei greens in hotel con dei tifosi turchi che hanno intonato cori contro Ataman e il coach del Pana che si è spazientito. E’ risultato necessario anche l’intervento della polizia. “Ho ringraziato tutte le persone che mi hanno aiutato, a partire dalla polizia. Ma non voglio parlare di piccoli incidenti di piccole persone che non rappresentano i tifosi del Fenerbahce. Non andrò oltre: siamo qui per parlare di pallacanestro“.

L’Olympiacos, invece, torna qui dopo aver cambiato diversi membri del proprio roster, aver perso alcune stelle (una di queste è proprio seduta su questo palco, anche se con addosso dei colori diversi… ); cosa vuol dire essere ancora alle Final Four, dopo un’altra grande stagione? Risponde coach Bartzokas: “Dall’anno scorso abbiamo perso giocatori molti importanti ma siamo ancora qui. Siamo uniti, giocando la nostra pallacanestro. Non è facile essere qui per la terza volta consecutiva. Gli scorsi anni siamo stati anche sfortunati (ride, ndr); se devo dirti il segreto è non avere giocatori egoisti“.

E ancora: “Non abbiamo rivisto i buzzer beater di Micic e Llull. Dirò a miei giocatori di non concedere più quel tiro a Llull (sorride, ndr). Penso che il video del tiro fosse virale, quindi non dobbiamo mostrarlo ai giocatori o ricordarcelo, ma solo concentrarci sulla partita e sperare di essere più fortunati”. Ancora un’insistenza sulla fortuna: sembra quasi che coach Bartzokas speri quest’anno, quando meno se lo aspetta, che la dea bendata questa volta guardi verso la sua parte.

Dopo tante domande alle squadre greche, è il turno di Jasi che a Berlino, da giocatore, ha vinto il trofeo in una delle edizioni più belle. “Cosa ricordo del 2009? Le migliori Final Four: per qualità e per l’incredibile livello delle partite. Penso che allora fosse la O2 Arena“. Poi scoppia un siparietto tra Jasikevicius e Ataman, di gran lunga i due coach più sorridenti e sereni sul palco: Ataman ricorda a Jasi che nella vittoria greca a Oaka (74-63, in data 9 febbraio) Sloukas non aveva giocato e Jasi risponde che è meglio non cambiare un ingranaggio che funziona. Si parlava del valore di Sloukas; entrambi se la ridono.

Dopo lunghissimi minuti in cui nessuna domanda è giunta ai campioni in carica – che paradossalmente sembrano quelli che, almeno in questa conferenza stampa, stanno procedendo a fari spenti – ecco una domanda a coach Mateo su quanta pressione ci sia nel difendere il titolo : “Non dobbiamo difendere niente. Quello che è accaduto in passato per noi non conta. Abbiamo la mentalità per poterci dimenticare cosa abbiamo fatto l’anno scorso e la scorsa stagione. Siamo qui per vincere: ora pensiamo alla semifinale“.

Sempre a coach Mateo è rivolta la domanda del direttore Alberto Marzagalia. Per Rudy Fernandez è la cosiddetta “last dance”: come la squadra e il giocatore stanno vivendo questa consapevolezza? “E’ estremamente motivato. Sa che lascerà il basket e noi cercheremo di dargli l’ultimo grande trofeo. Combatteremo il doppio per lui e Gabi Deck“. E prosegue Walter Tavares: “Come tifoso è uno dei miei giocatori dentro e fuori dal campo. E’ una grande motivazione in più per me e farò del mio meglio per far sì che accada“.

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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