Euroleague Playoffs (pt. 4) | Olympiacos vuol dire continuità, Barça non solo rimpianti

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Olympiacos a Berlino con meriti enormi, Barça superato ma non sconfitto, con un lavoro estivo che se fosse mirato e ben calibrato…

Pag. 1 – Terza Final 4 consecutiva per l’Olympiacos: si chiama continuità.

Pag. 2 – Barça tra rimpianti e lavoro che attende.

Se per tre anni consecutivi arrivi alle Final è palese che tu sia una gran bella organizzazione da tutti i punti di vista.

L’Oly che arriva a Berlino voglioso di vendicare due anni di tiri sulla sirena che l’hanno separato da una finale e da un titolo è una squadra solida, un club altrettanto d’eccellenza ed un gruppo che gode di una guida tecnica di valore assoluto.

«Lascia stare, questi sono il Brasile del ’70…»

La citazione a firma Adriano Vertemati sussurrata all’orecchio di un Andrea Trinchieri che le provava tutte, col suo Bayern al Pireo contro la versione 2022/23 dei “reds” ci resta in testa ormai da tanti mesi. Ma oggi quell’Oly è cambiato profondamente ed ha saputo, nonostante un percorso non certo semplice, tornare all’atto finale della competizione, su basi differenti.

Al Pireo oggi sono meno belli, meno attraenti, ma tremendamente solidi, forse più delle scorse stagioni. Non poteva che ridursi il concetto di bellezza se perdi Sloukas e Vezenkov in un colpo solo, ma attraverso un lavoro straordinario Coach Bartzokas ha dato vita ad una nuova versione della squadra che merita l’applauso di tutti.

La serie col Barça ci ha detto proprio tutto ciò: tremenda solidità e capacità di andare oltre qualsiasi ostacolo.

Fare la storia partendo da 1-2 e vincendo gara 5 fuori casa è cosa che da una settimana appartiene solo alla parte rossa di Atene.

Lo spirito indomabile è rappresentato al meglio dal capitano, Kostas Papanikolaou. Quando è apparso nella serie è cambiato tutto, quando c’è stato da piazzare il tiro che valeva la serie stessa lo ha fatto come solo i più grandi possono e sanno. Ed occhio a Shaq McKissic, uno che sta imparando proprio dal capitano giocare le gare che contano.

Il Real è l’avversario più duro, forse imbattibile, che si potesse trovare sulla via del titolo, tuttavia questa squadra ha armi cui combattere e ragioni tecniche da opporre.

Nessuno in Europa ha una batteria di centri come Fall, Milutinov e Wright da spendere contro i “mammasantissima” del ruolo Tavares e Poirier. Va ricordato come il serbo, se sta bene, è da anni nella conversazione per il miglior 5.

Ma se col Barça si è fatta la differenza proprio lì, o meglio soprattutto lì, con il Real servirà uno sforzo totale sulle 5 posizioni, perchè mette la museruola a quei due non basta viste le soluzioni infinite delle “merengues”.

(Pag 1/2 – scorri in fondo per continuare la lettura)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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