Reyer e Trento, la sfida italiana in Eurocup

Lele
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Su il sipario, inizia la nuova Eurocup tra martedì e mercoledì per Trento e Reyer, impegnate rispettivamente sul campo dei campioni di Germania di Ulm ed a Londra in casa dei London Lions. I bianco-neri di coach Brienza sono in un raggruppamento non semplice (B) con – tra le altre – Buducnost, Aris Salonicco, Gran Canaria, Bourg en Bresse e Turk Telekom Ankara.

Gli oro-granata di Spahija hanno un girone molto complicato con le presenze di Besiktas, Badalona, Olimpia Lubiana, Prometey, Paris Basketball ed appunto London Lions.

Obiettivi differenti, ma la stessa voglia di giocare un torneo importante e di mettersi in gioco contro le migliori formazioni della seconda coppa per importanza, presentiamo e scopriamo le caratteristiche delle due formazioni italiane, con roster profondamente rinnovati e due coach che cercheranno un tipo di pallacanestro differente rispetto alla stagione passata.

Una Reyer dalle tante novità tra atletismo e difesa

La nuova Reyer ripartirà da poche, pochissime riconferme, senza il ritirato Bramos e con un De Nicolao nuovo capitano; ma è il parco “nuovi giocatori” che ha una scelta diametralmente opposta rispetto agli anni scorsi: se con coach De Raffaele si prediligeva un roster esperto e con grande esperienza internazionale, coach Spahija ha optato per una formazione estremamente fisica, atletica e più giovane rispetto al passato, andando ad individuare tanti giocatori che non hanno grande esperienza ad altissimi livelli in Europa.

La ciliegina sulla torta doveva essere Caboclo, ma il lungo brasiliano mai si è presentato in laguna costringendo gli oro-granata a tutelarsi nelle sedi opportune, andando per vie legali. Dietro al clamoroso voltafaccia di Caboclo pare esserci un cambio di agenzia, da Igor Crespo a Daniel Hazan, con l’ex Ulm che sembra esser stato convinto a non presentarsi a Venezia dalla nuova procura: sullo sfondo la presunta possibilità di giocare 4 amichevoli con un team israeliano di seconda lega contro dei team di NBA, sperando poi di strappare un contratto oltreoceano. Ma per fare ciò la Reyer dovrà liberarlo e non crediamo sia questa la volontà della dirigenza.

Capitolo chiuso il brasiliano, la società ha aggiunto al roster l’ex Olympiakos Kyle Wiltjer, che rimpolpa il pacchetto lunghi e stranieri. Caratteristiche differenti, ma il canadese ha qualità ed esperienza per essere giocatore importante e forte. Oltre al “4/5” canadese sono arrivati anche Aamir Simms, Rayjon Tucker, Alex O’Connell, Barry Brown come stranieri, mentre tra gli italiani è da segnalare il rientro in base di Davide Casarin e l’arrivo di Giga Janelidze al posto del partente Chillo.

Atletismo, difesa, ritmi alti e tantissimo talento diffuso nelle mani degli esterni: caratteristiche che potrebbero sfondare anche in una competizione complessa come l’Eurocup, soprattutto prendendo in considerazione Brown, Tucker e Simms, giocatori di grande fisicità ed atletismo. Il terzo citato ha già giocato con Paris la seconda competizione europea per importanza, mentre Tucker ha zero esperienza europea anche se il talento può renderlo un crack della competizione.

Una Reyer diversa, un mix di giovani ed esperienza che necessiterà di tempo per trovare il giusto livello di equilibrio e conoscenza reciproca, ma che può togliersi soddisfazioni contando su fondamenta solide come Parks, Tessitori, Spissu, De Nicolao e Brooks. Gioco più veloce, aggressivo, fisico e dinamico, con il talento degli esterni chiamato ad emergere sia negli attacchi al ferro che da lontano: curiosità intorno a questa nuova versione degli oro-granata, ma la sensazione è che possa fare molto bene.

TESSITORI IN AZIONE: TASSELLO FONDAMENTALE NELLA NUOVA REYER

La giovane Trento per stupire con voglia e carattere

Una Trento rinnovata con l’indubbia icona di capitan Forray a fare da stella polare per tutti i nuovi giovani stranieri arrivati nelle fila bianco-nere, con coach Paolo Galbiati voglioso di riprendere quel filo interrotto relativo all’Aquila fisica ed intensa vista con Buscaglia, arrivata in finale scudetto per 2 anni consecutivi: la speranza del tecnico bianco-nero mai nascosta è riuscire a ritrovare come denominatori questi due fattori che hanno fatto le fortune tra il 2015 ed il 2018 del coach oggi a Pesaro.

Una squadra più giovane, più fresca ed atletica quella trentina, logicamente potrà sbagliare e lo farà, ma ci si aspetta vitalità, energia, voglia di fare. Una squadra con tanti punti nelle mani, ma che dovrà conoscere il basket fisico e ruvido dell’Eurocup, le aspettative – però – dello staff tecnico sono buone, come ha detto coach Paolo Galbiati.

Per quanto riguarda il pacchetto dei piccoli nella costruzione della squadra l’idea di Galbiati e dello staff tecnico è avere due ball-handler in campo perché ci sono tiratori importanti negli esterni e c’è dinamismo e versatilità nel reparto lunghi, quindi è richiesto grande ritmo, cercando di avere tutti con un minutaggio adeguato. Forray nell’idea di basket frizzante può far valere la sua esperienza ed energia abituato a mettere in ogni singolo istante di partita.

Nel reparto esterni, tra le ali in particolare, ci si aspetta una crescita ed un apporto importante da Davide Alviti dopo la parentesi milanese senza molto spazio, ma è Myles Stephens il vero equilibratore del team bianco-nero, giocatore che darà imprevedibilità e senso di unione tra i reparti, anche senza brillare nelle stats. Due giocatori che possono giocare insieme in quintetti piccoli o alti che siano.

Grazulis è giocatore cardine del quintetto dolomitico per caratteristiche e per la versatilità mostrata nei Mondiali con la Lettonia di coach Banchi e sarà coadiuvato da Udom, che per atletismo, energia e fisicità può dare tanto nel ruolo di 4. Nel reparto centri tanta atleticità con Cooke e soprattutto Biligha, uscito da Milano: l’idea del coach è avere fisicità ed appunto atletismo, oltre ad una grande energia a rimbalzo.

Una squadra davvero intrigante ed interessante, più lunga e fisica degli ultimi anni, per ricalcare le orme della squadra di Buscaglia: tanta curiosità intorno ad un team che magari vanta poca esperienza europea, ma non ha certo poca personalità. Tra Hubb e Baldwin c’è tanta qualità e capacità di mettere in ritmo gli esterni, che hanno ottime capacità di colpire con i piedi oltre l’arco. Dove potrà arrivare la nuova Trento lo dirà il tempo, ma è squadra che intriga ed incuriosisce.

GRAZULIS, DOPO L’OTTIMO MONDIALE VUOLE VOLARE CON LA SUA TRENTO

Reyer e Trento, forse due filosofie simili tra meno esperienza internazionale e tanto ritmo: basket frizzante, atletico e di grande fisicità; solo il campo dirà se le due squadre italiane avranno fatto la scelta giusta.

Foto credit Reyer e Trento

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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