Corsolini contro Corsolini: tra canzoni e note stonate

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Una settimana italiana tradizionale, quella di Sanremo, diventa nel dialogo tra due generazioni l’occasione per parlare di Ibrahimovic e LeBron James, di Fantabasket e di social. È la nuova puntata di Corsolini contro Corsolini, un padre contro il figlio, d’accordo sempre se si misura la passione per il basket, con posizioni diverse quando si tratta del resto. Insomma, Luca e Riccardo se le fanno e…se le cantano

Luca: Proprio perché Sanremo e Sanremo, oggi da lì dobbiamo partire. Ma come la vignetta di Repubblica che pubblichiamo introduce l’argomento, il duello a distanza tra Ibrahimovic e LeBron James su cosa possano o non possano dire gli sportivi, prima di chiedere il Tuo parere, da nativo digitale, dunque più esperto di me di baruffe da social, sul tema, lasciami introdurre una nota metodologica. 

Perché qui parliamo di basket, e allora chiedo: quanti sanno che Fedez, il campione d’Italia degli influencer, ha passato l’estate a postare la sua grande passione per il basket, giocando con la moglie Chiara Ferragni, Regina delle influencer, a giocare col figlio, fino a ricevere una maglia dell’Olimpia?

Quanti sanno che Gaia, altra concorrente del Festival, è lei pure baskettara, tanto bene informata da scegliere come giocatore preferito, lei che è stata …angelina, Lillard dei Blazers? Per non dire di Ghemon che regalò una sigla al campionato e dice di essere cresciuto a pane,rap e basket.Stabilito che il perimetro del basket è molto più largo del campo, e che potremmo, forse addirittura dovremmo parlare di Kanter o della Leuchanka, dimmi: chi ha ragione tra Ibra e LeBron, e Tu chi scegli? 

Mauro Biani per Repubblica

Riccardo: Non credo che questioni simili si possano affrontare solo dicendo su che lato del campo si preferisce stare.Il 21 marzo, anticipata dalla scambio di battute tra Ibra e LeBron sul ruolo dell’atleta,ma anche sulla scelta di ognuno come comportarsi in rapporto razzismo, si celebra appunto la giornata mondiale contro il razzismo.

Davvero l’unica soluzione è essere sempre in contrapposizione gli uni contro gli altri? Lo sport dovrebbe piuttosto ricordare il suo valore sociale e, visto che siamo nel  2021, social. Ovvio che voto LeBron, e non per il basket contro il calcio: voto per lo sportivo consapevole di non parlare solo alla sua parrocchia, James direbbe alla Lakers Nation, ma a un pubblico ben più ampio, e capace di non essere banale. Poi, scusa, Ibra dice che gli atleti dovrebbero limitarsi al campo, proprio lui che ha fatto…l’autostop per arrivare in tempo al Festival ? 

Luca: L’impressione è che i giocatori, e non solo i big, ad esempio voglio rinnovare i miei complimenti alla coppia Bruno Cerella Tommaso Marino per quanto fanno con Slums Dunk, ovviamente anche raccontandolo sui social, hanno capito benissimo che appunto i social li obbligano quasi ad assumere un ruolo pubblico.

Perché prima dei social le luci della ribalta si spegnevano al quarantesimo minuto, adesso restano accese 24 ore: c’è tutto un mondo intorno che gira ogni giorno. Le società che pagano i giocatori per tutte le 24 ore di un giorno invece sono genericamente indietro. Mi spieghi ad esempio cosa è successo in Inghilterra con il Fantacalcio? 

Riccardo: L’Aston Villa ha vietato ai suoi giocatori di partecipare al Fantacalcio: vedendo che in talune squadre gestite da loro erano scomparsi all’improvviso quelli che si pensavano dei titolari, tutti, non solo i fantacalciatori, hanno capito che l’Aston Villa aveva dei problemi di formazione che volutamente non erano stati comunicati e sono invece diventati pubblici. La realtà è che senza la possibilità di vivere lo sport da vicino, allo stadio, in un palazzetto, in tempi di pandemia, i Fantasy Game sportivi sono sempre più praticati.

Mi piace dire che l’Eurolega, dunque noi del basket, è un bell’esempio visto che avvicina fantallenatori di tutto il continente. Ovvio, circolano più informazioni, anche quelle che gli uffici stampa vorrebbero tener nascoste, ma il rischio vero è che la distanza ridotta e continuamente accorciata tra tifosi e giocatori diventi lo spunto per insulti ingiustificati, e per questo ancora più gravi, per chi stecca una partita. 

Luca: Non so se hai visto l’elenco dei provvedimenti presi dai San Antonio Spurs per riaprire la loro Arena. Il tema è comunicare al pubblico che si riparte in sicurezza, e che uscendo di casa, grazie a robusti investimenti sulla tecnologia, non si perderà niente delle partite vissute in modo digitale anche seguendole dal vivo. Ho una gran curiosità sulla vostra generazione cresciuta e durante questi mesi imbottita di highlights: avete voglia di tornare al palazzo? Ovvero come dovrebbero essere organizzate le partite per farvi alzare dal divano? 

Riccardo: La mia risposta è influenzata dal fatto che io ho una passione per una squadra, e per un ambiente in cui è proprio  la passione è l’elemento principale della partecipazione alla partita. Non credo che le tifoserie organizzate torneranno nei palazzetti automaticamente quando sarà evidente che le partite non si possono più vivere come prima. Gran parte della gente resterà a casa. Dunque la domanda è: come si vivono le partite a casa (detto ovviamente che il problema di riportare i tifosi al palazzo sarà delle società)?

Corsolini contro Corsolini, puntata 2: chapeau agli Spurs

L’ultima esperienza live è quella della Supercoppa, delle prime partite di campionato via: senza gente in tribuna meglio stare comodi sul divano. Bravi gli Spurs ad organizzarsi, ma io suggerirei ai nostri dirigenti prima di pensare a riaprire i palasport di immaginare come si batte la concorrenza del divano, di casa insomma, di tv, computer, tablet e telefonino che funzionano tutti insieme, di amici sulla poltrona vicino, di bevande e cibo a portata di mano, della possibilità addirittura di mettere in pausa un’azione. In tanti ci divertiamo, se siamo in pochi ormai questi non sono nemmeno più lussi, è il minimo che pretendiamo. 

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Riccardo Corsolini

Appassionato di Sport in generale, nato e cresciuto con la pallacanestro in testa e nelle mani. Scrivo della mia squadra e di Eurolega su Eurodevotion, tentando di prendere il ferro.
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