In un’intervista rilasciata a Luca Chiabotti di Repubblica, Vlado Micov ha toccato diversi temi.
Lo stop legato al Covid-19
«È stato un periodo molto duro, soprattutto le cinque settimane di stop per il Covid: non ero mai stato fuori così tanto tempo in tutta la mia carriera. È stato difficile più dal punto di vista mentale che fisico perché quando non giochi fai fatica a liberare la testa dalle tante cose che ci girano».
La forza dell’Olimpia Milano
«È stato difficile stare a guardare, ma nello stesso tempo sono molto contento delle vittorie e di come i miei compagni hanno giocato quando sono stato fermo. Credo che sia una delle qualità di questa squadra, essere competitiva anche quando giocatori importanti sono indisponibili per gli infortuni, ed è capitato più o meno a tutti finora. Quest’anno siamo più forti e migliorati in attacco avendo più armi e modi per segnare e, nello stesso tempo, c’è Hines che in difesa fa tante piccole cose nascoste ma fondamentali che ci permettono di avere i vantaggi dei quintetti piccoli senza subirne le conseguenze. Il basket è uno sport di squadra, conta il sistema. Per questo, sono arrivati successi che mancavano da decenni, come quelli ottenuti a Tel Aviv o Madrid. Se sapremo gestire a questo livello l’ultima parte della stagione, cosa che non siamo riusciti a fare in passato, anche in virtù di alcuni scontri diretti positivi, faremo i playoff dopo sette anni, che era l’obbiettivo del club. Poi si vedrà».
Il professore ed il campo
«So che non potrò tornare giovane. Ma quando sono in campo non mi sento vecchio, sto benissimo, il mio gioco non è cambiato col passare degli anni anche se mi trovo spesso in situazioni non usuali per me, giocando molto da ala forte dove il fisico è più importante. Le lunghe settimane passate fuori squadra mi hanno solo spinto a lavorare, lavorare e lavorare ancora di più per tornare nella migliore condizione. Voglio giocare ancora, per tanto tempo».