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Mercato, i 10 colpi che possono fare la grande differenza in Eurolega

Barça-Efes
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Mercato effervescente quello di Eurolega, anche più del previsto viste le difficoltà finanziarie del momento, con diverse mosse in grado di cambiare gli equilibri della prossima stagione.

Apoco più di sei settimane dall’inizio della nuova stagione di Eurolega, nonostante diverse squadre siano ancora alle prese con il completamento dei rispettivi roster, ho messo in fila le 10 mosse di mercato che a mio parere possono spostare maggiormente gli equilibri del torneo. Con l’ovvia apertura verso ciò che ancora potrà essere (un nome su tutti, Kevin Pangos…) nei prossimi giorni.

#10 JORDAN MICKEY (Zenit)

Il momento è questo!

Dopo un inizio di carriera europea promettente, il salto al Real che ha lasciato molti dubbi ed un ritorno in un Khimki disastrato in cui però non ha mancato di eccellere, oggi Jordan Mickey si trova di fronte alla sfida per eccellenza: impattare in un club che vuole competere ai massimi livelli.

I dubbi sono pochissimi, perchè non giochi 28 gare a 15,6 di media con il 60,1% da due, un rispettabile 29,5% da tre per il ruolo e quasi 6 rimbalzi a serata se non sei un ottimo giocatore, tuttavia sembra proprio di essere al passo determinante in ottica oggi e domani.

E’ uno dei pochi profili realmente in grado di giocare sia da 4 che da 5, non ha cm eccessivi (203) ma è dotato di atletismo che ne fa dimenticare la piccola lacuna. A volte in difesa soffre di un po’ di pigrizia, fidandosi troppo delle sue caratteristiche di stoppatore eccelso, dove con 1,54 di media nel 2021 è risultato terzo assoluto dietro all’inarrivabile Tavares e ad un pelo da Papagiannis, tutta gente che ha altezza ben diversa.

Sono dettagli che Pascual proverà a far diventare forza e non debolezza, in un contesto individuale che è già di primissimo livello.

(1/10, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#9 SHABAZZ NAPIER (Zenit)

Ha tutto, ma proprio tutto, per fare male ad ogni rivale europeo.

Leader vero, indimenticato protagonista dei due titoli NCAA con gli Huskies di Connecticut, discreto coi Wizards del 19/20 ad 11,6 per gara, porta tutte quelle cose di cui la squadra di Pascual aveva bisogno dopo l’addio di Kevin Pangos.

Al solito i dubbi riguardano l’adattamento alla pallacanestro europea, come accade per tanti buonissimi giocatori americani, tuttavia in questo caso è proprio quella caratteristica legata alla leadership che fa pensare ad un impatto positivo.

Aiuterà certamente il fatto ritrovarsi in un club oggi perfetto, con una dirigenza competente ed un’organizzazione di primissimo livello che aspira ai vertici continentali. La squadra stessa costruita è fortissima e parte da un base già solida visto quanto ha fatto soffrire il Barcellona.

La forza? Ama le grandi giocate nei momenti determinanti, ha saputo diventare un distributore e non più solo un realizzatore, sa andare a rimbalzo nonostante la stazza grazie ad un ottimo fiuto per la situazione. Debolezze? Non è un atleta straordinario ed a volte abusa un po’ del palleggio. ma proprio quella ricerca della soluzione migliore anche attraverso un utilizzo eccessivo del palleggio è stata caratteristica importante dello Zenit di Pangos, quindi perchè non dovrebbe esserlo per quello di Napier?

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#8 ACHILLE POLONARA (Fenerbahçe)

Una delle sensazioni della stagione passata.

Forse è nato tutto con quell’assist lal bacio per Vildoza che ha portato la Liga in terra basca nel giugno 2020, forse, più probabile, è solo il frutto di un costante miglioramento grazie ad un lavoro instancabile.

Sì, perchè l’Achille Polonara che distrusse Milano in maglia sassarese qualcosa di grosso lo stava già dicendo: qualcuno, non a caso dalle parti di Vitoria, lo ha capito al volo, altri ci hanno messo, colpevolmente, molto di più.

E’ un altro di quei profili italiani che ha trovato la sua consacrazione fuori dai confini dello stivale e non può essere un caso. Melli, Hackett, Datome, Fontecchio e lui stesso, senza pensare agli NBA ed al Mannion che torna in questi giorni in Italia avevano mostrato, chi più chi meno, cose interessantissime che solo il lavoro lontano dal basket nostrano ha elevato ai massimi livelli.

Polonara ha giocato una stagione straordinaria ed è entrato con pieno merito nella conversazione per i migliori 4 europei con gente del calibro di Mirotic e Shengelia. Ora fa un passo in più e prova ad essere fattore in un contesto che guarda molto, molto in alto.

Il sistema di Ivanovic lo ha esaltato, questo è vero, ma le caratteristiche dell’azzurro ne fanno la tipologia di atleta perfetto per la pallacanestro di oggi. Come Melli, è un 4 puro, ma più di Melli rende atipica la costruzione del quintetto giocando da 5, grazie a quelle doti di esplosività che lo rendono difficilmente marcabile dai pari ruolo sovradimensionati, contro i quali, però, sa farsi valere senza grossi problemi. Poi sia chiaro, qui non si sta dicendo che è più forte di Melli, ma solo che interpreta il ruolo in maniera differente.

La grande crescita dal perimetro è arma devastante, la capacità di correre il campo altrettanto. Ritroverà Pierria Henry anche al Fener, non è un dato da sottovalutare.

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#7 DESHAUN THOMAS (Bayern)

Cosa ci fa Deshaun Thomas in questa lista dei colpi di mercato più significativi? Ovvio che vi sia un giudizio personale di grandissima stima per il giocatore, peraltro suffragato da numeri eccellenti in 161 gare di Eurolega, tuttavia è una risposta di Rick Pitino ad una domanda che ho avuto modo di fargli sul giocatore che mi rassicura.

Era il 24 febbraio 2020, alba dell’era Covid che sembrava ancora un problema geograficamente limitato. Il Pana era di scena al Wizink Center in uno strano lunedì sera di Eurolega. Partita senza storia, 96-78 “blancos”, nulla di indimenticabile se non il fatto che è stata l’ultima sala stampa europea frequentata da allora…

Thomas gioca una gara normale, in una stagione spettacolare per rendimento ed allora chiedo al Coach: «E’ il giocatore più sottovalutato tra i reali big della lega?».

La risposta è chiarissima: «Non può essere, se ancora si sottovaluta uno come lui dopo quello che sta facendo…». Ok, grazie Coach, siamo d’accordo.

Gioca da 3 o da 4, difende ed attacca perfettamente in due ruoli, possiede un concetto di intensità altissimo.

Le sue statistiche? Tralasciando l’anno dell’esordio con Nanterre, in cui disputò solo 10 gare, i punti sono stati rispettivamente 7,1, 7,3, 11,5, 10,5 e 13,9. Il 13,6 di valutazione nelle 28 partite con la maglia del Pana 2019/20 è stato frutto di un 56,6% da due (secondo miglior dato di sempre) e el 78% ai liberi, anche in questo caso superato solo nel 2016/17 in maglia Efes, ma su meno della metà delle conclusioni. Il 35,9% dall’arco di quell’anno è il terzo dato in carriera, ma su un numero di tiri largamente superiore a quello degli ultimi due anni.

Deshaun Thomas è il prototipo di giocatore moderno che si può adattare ad ogni contesto tecnico e che può spostare gli equilibri senza quello status di stella che il rendimento dovrebbe garantirgli. Agli ordini di Trinchieri lo potrà essere anche di più.

(4/10, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#6 THOMAS WALKUP (Olympiacos)

Basterebbero le parole di Jasikevicius per descrivere l’importanza di un giocatore come Thomas Walkup. Il Coach lituano lo ha spesso descritto come un profilo per il quale non vanno guardate le statistiche ma tutto ciò che porta a livello di squadra, sia sul campo che in spogliatoio.

E’ stato pezzo pregiato del mercato, lo volevano in tantissimi, e per tale ragione quello dell’Oly va considerato come un vero e proprio colpaccio.

Porterà intensità, leadership, ritmo sui due lati del campo ed una miriade di quelle piccole cose che oggi gli allenatori chiamano dettagli e che sono decisivi in tante gare, soprattutto quelle più importanti e tirate.

E’ il classico profilo che può far innamorare i tifosi da subito, per quel suo non tirarsi mai indietro di fronte a qualunque avversario.

L’immagine più bella e maggiormente descrittiva di cos’è Walkup è la rubata straordinaria con “layup” per vincere la gara il 22 gennaio proprio contro l’Oly. La vittima? Kostas Sloukas. Insieme possono riportare in alto i “reds”.

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#5 PIERRIA HENRY (Fenerbahçe)

Mamma mia! Ricordate per caso un concentrato di energia maggiore di quello che fornisce regolarmente il nativo di South Charleston, Virginia, naturalizzato senegalese? A memoria no, studiando a fondo nemmeno.

193 cm di atletismo e fisicità imposta a tutto ed a tutti, senza un solo momento di pausa.

Tutto ciò farebbe pensare ad un impatto di un certo tipo, se volgiamo tecnicamente limitato, ma qui ci vengono in soccorso le statistiche.

Due anni in Eurolega, 25 gare nel 19/20 sospeso, 34 nel 2020/21. Da 7,9 a 10,5 punti, dal 48,1% al 51% da due, dal 29,5% al 32,9% da tre, dal 72,9% all’81,4% ai liberi. Il tutto con un numero di conclusioni largamente superiore. Aggiungiamoci gli assist che sono passati da 3,4 a 7,3 per una valutazione che è salita da 10,4 a 16 ed ecco che il quadro è assai più chiaro e completo.

Difensore straordinario, è cresciuto esponenzialmente nella selezione delle scelte e nell’esecuzione delle stesse. Di certo c’è stato lo zampino di Dusko Ivanovic e del suo sistema ad alto ritmo che ha esaltato le caratteristiche del giocatore, soprattutto con compagni che hanno gradito quella struttura offensiva come Dragic e Polonara su tutti.

Pierria Henry affronta la grande sfida di giocare per dei trofei importanti, sebbene non vada dimenticata la Liga 2020, capolavoro “baskonista” che porta anche la sua firma pesante.

Se un dubbio vi può essere, riguarda la tendenza ad utilizzare molto il palleggio, che potrebbe essere un problema in una squadra in cui c’è De Colo, il quale ha già sofferto tale situazione in coppia con Sloukas. Toccherà a Sasha Djordjevic ed alla disponibilità dei due atleti evitare questa potenziale criticità.

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#4 VINCENT POIRIER (Real Madrid)

Non è una mossa estiva, ma la firma di Vincent Poirier con un bel triennale, arrivata in primavera, è stata colpo notevolissimo da parte della dirigenza “blanca”.

Forse qualcuno lo aveva dimenticato, forse lui stesso si era perso nella mancanza di impiego in NBA, ma qui si parla di tanta, tantissima roba. Il rendimento non perfetto nella breve parte di stagione 2021 in Liga è sicuramente dovuto a quella desuetudine al grosso impegno agonistico che la troppa panchina NBA ha causato. Serve solo un po’ di tempo e tutto tornerà come prima.

L’ultima sua esibizione europea, datata 2019, è corrisposta con una serie che Itoudis ci ha definito come di «una durezza clamorosa», tra Cska, appunto, ed il Baskonia in cui giocava il francese.

25’38” di utilizzo medio, 11,9 punti col 61,7% da due, il 73,1% su 93 viaggi in lunetta, 8,3 rimbalzi per un PIR di 17,7, il terzo della lega, superato solo da Mike James, Nikola Milutinov ed Arturas Gudaitis in quel 2019 che vide ai primi cinque posti della speciale graduatoria ben 4 centri, se è vero che quinto è stato Vesely a 17,6.

Rispetto al 2018 miglioramenti pazzeschi e proprio in quella prima stagione di Eurolega il giocatore non aveva minimamente sofferto l’aumento di livello della competizione, arrivando dal Paris Levallois.

28 anni da compiere sono ancora giovane età per un centro, la certezza, nel caso del francese, è che il meglio debba ancora venire. Il fatto che possa succedere in coppia con Tavares (a proposito, non mi stupirei di vedere qualche minuto significativo dei due insieme) fa venire i brividi a tutta Europa. Non passate da quelle parti…

(7/10, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#3 ALEXEY SHVED (Cska)

Si chiama pallacanestro non a caso, serve metterla nel cesto il più possibile… C’è qualcuno maggiormente in grado di Shved di fare quello o farlo fare ai compagni? Difficile pensare a dei nomi, forse proprio quel Micic che sta in cima a questa nostra valutazione estiva.

La carriera del fenomeno di Belgorod si divide in due: pre NBA e post NBA. Tralasciando il pre, il post è stratosferico per impatto del suo talento unico.

5 stagioni ad oltre 20 di media, 844 tiri da due (sotto il 50%, va detto) e 1112 triple al 33,8% ed oltre 600 viaggi in lunetta, distribuendo 706 assist in 121 gare (oltre 5,8 a sera) e raccogliendo 348 rimbalzi.

I numeri non sono tutto, è verissimo, ma in questo giochino dicono molto. Il contesto da “uomo solo al comando” non ha certo aiutato nella distribuzione delle responsabilità, a volte ha certamente esagerato e forzato parecchio, tuttavia quello che è in grado di creare per sé e per gli altri non ha eguali, frutto di un talento sconfinato.

Alexey Viktorovich Shved, 33 anni a dicembre, vive oggi la sfida più grande della carriera. Dopo decine di riconoscimenti individuali arriva in un club che vive da forza dominate questa competizione da sempre. Trova un Coach che sa solo costruire vittorie, prima da assistente al Pana e poi da capo allenatore a Mosca. L’ambiente è quello ideale per riempire quella casella “vittorie di squadra” che manca (1 Eurocup, 2 VTB di cui una, come l’Eurolega del 2008 senza alcun ruolo determinante non sono nulla rispetto al talento).

Cosa servirà? Semplicemente essere Shved dosando il proprio impatto e sapendo che dall’altra parte dell’arcobaleno, finalmente, ci sarà altrettanto valore: se è quello che vorrà e che comprenderà da subito, il limite sarà sconosciuto per il suo Cska.

(8/10, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#2 NICOLO’ MELLI (Olimpia Milano)

Non sarà il giocatore più spettacolare d’Europa, non avrà, a volte, tabelloni che fanno girare la testa, ma quello che può portare Nik Melli ad una squadra è di incalcolabile valore, praticamente unico.

E’ un 4, fatto e finito. Può giocare da 5 ma dev’essere chiaro che in quel caso si riduce il suo impatto di molto, se non in situazioni particolari. Il fatto che si tratti di uno dei professionisti più seri e con l’etica lavorativa maggiore che vi sia in tutta l’Eurolega fa sì che si sappia adattare a mille situazioni senza batter ciglio, con il bene della squadra come idea di fondo di ogni sua giocata.

Saper stare coi piccoli, sfruttare i mismatch ed aver una doppia dimensione: se queste sono tre delle situazioni più importanti nel gioco di oggi, beh allora con Melli si dormono sonni tranquilli.

207 gare a 7,4 punti e 4,7 rimbalzi dicono qualcosa, ma non certamente tutto di un atleta che nella fase difensiva del gioco è in grado di dominare come pochissimi altri. Sì, con Nik si difende in 6, o meglio, ci può stare anche che qualche compagno non sia esattamente una saracinesca, perchè come copre il campo dietro lui lo fanno in pochissimi altri, forse i soli Tavares e Henry, per impatto, sebbene in ruoli differenti.

Poi ecco, per quella fase offensiva che a volte viene sottovalutata, giova ricordare che il reggiano ha piazzato una gara da 28 con 7/10 da due e 4/6 da tre oltre a 6 rimbalzi: no, non era una partita qualunque, era la finale 2018.

(9/10, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#1 VASILJIE MICIC (Efes)

Non ha cambiato squadra, ma il rinnovo con l’Efes è certamente la mossa di maggior impatto in tutta la lega. E’ stata una sorpresa, quando tutto pareva ormai fatto per lo sbarco in NBA.

Stiamo parlando di un dominatore assoluto degli ultimi due anni, uno che stava portando la sua squadra verso il titolo 2020 e che è stato capace di completare l’opera l’anno seguente, dopo l’inopinata sospensione.

Giocatore totale, guardia moderna che ha tutto: tecnica e fisico per imporsi su qualunque pari ruolo, esperienza maturata ai massimi livelli di Eurolega giocando per il titolo da ormai tre stagioni.

Micic è un profilo in grado di spostare come nessun altro ed a testimonianza di ciò vi è stato il fortissimo tentativo del Cska di portarlo a Mosca quando le sirene NBA si sono fatte meno rumorose.

La coppia con Larkin è nettamente il meglio a livello continentale e se quest’ultimo restasse, come molto probabile, chi vorrà provare a sollevare argenteria pregiata dovrà fare i conti con loro, come avviene ormai da Vitoria 2019.

MENZIONI D’ONORE

In ordine sparso, ma assolutamente meritevoli della massima considerazione:

MARIUS GRIGONIS (Cska)

NIKOLA KALINIC (Stella Rossa)

ADAM HANGA (Real Madrid)

GUERSHON YABUSELE (Real Madrid)

NIGEL WILLIAMS-GOSS (Real Madrid)

ROKAS JOKUBAITIS (Barcellona)

SERTAC SANLI (Barcellona)

WADE BALDWIN (Baskonia)

SIMONE FONTECCHIO (Baskonia)

JOSH NEBO (Zalgiris)

JALEN REYNOLDS (Maccabi)

KEENAN EVANS (Maccabi)

DINOS MITOGLOU (Olimpia)

MARIO HEZONJA (Unics)

WILL THOMAS (Unics)

IOANNIS PAPAPETROU (Panathinaikos)

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