Real-Valencia è brivido e sollievo madrileno

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Real-Valencia ha aperto le danze in Copa del Rey. Il primo quarto di finale, quello più nobile poiché sfida tra due squadre di Eurolega nonché entrambe in un periodo dal rendimento eccellente.

Nella splendida cornice del Palau Olimpic di Badalona, impianto che ha fatto la storia non soltanto per le gesta di un club come la Penya ma anche per aver tenuto a battesimo il Dream Team del 1992, quello vero, unico ed inimitabile, ha preso il via l’edizione 2023 di Copa del Rey.

In campo Real Madrid e Valencia per una sfida che vi abbiamo presentato ieri come per nulla scontata.

VIA ALLA COPA: TOCCA SUBITO A REAL E BARCELLONA

Lo svolgimento della gara conferma tutto ciò ed il successo 86-85 degli uomini di Chus Mateo è lo specchio di altissimi valori da entrambi i fronti.

LA GARA

Inizio vagamente balbettante da entrambe le parti con Valencia che fatica tremendamente a trovare la retina senza però che il Real faccia troppo meglio.

Ad un certo punto appare l’asse Deck-Tavares ed il discorso cambia. L’argentino non sbaglia una scelta, il capoverdiamo imbastisce un primo quarto da 11 di valutazione (7 punto, 3 rimbalzi, 1 assist, 2 recuperi ): il Real scappa sul 21-13 dopo 10′.

Dall’arco non segna nessuno (0/8 Real, 1/5 Valencia) ed appena Cornelie e Llull invertono la rotta al fuga delle “merengue” si fa più intensa sul 31-15.

Rivero prova a guidare la riscossa e si torna sotto la doppia cifra di scarto dopo un aprile di 8-0 che viene chiuso da una leggiadria cestista di Mario Hezonja.

Il Real costruisce ottime triple che non entrano proprio mai ed il tassametro dice 3/17 quando finalmente è lo stesso Hezonja a far frusciare il nylon. Valencia lotta ma è in grande difficoltà fino a quando non decide di attaccare più direttamente gli esterni rivali, con maggior ritmo e con un po’ di quella sfacciataggine che va a prendere il posto di un eccessivo timore iniziale.

Un miracolo da 12 metri di Prepelic sulla sirena fissa il punteggio sul 41-34 Real. Per quanto visto sembra quasi incredibile ma è così, la partita resta viva.

Preoccupa l’infortunio al ginocchio sinistro di Llull, dopo uno scontro assolutamente fortuito proprio con lo sloveno.

Si riparte con Claver che spiega basket e grazie a quel ritmo sostenuto di cui si diceva Valencia arriva anche a meno 5.

Scambio di magie tra Jones e Musa, poi è ancora Tavares a porre altri tasselli nel mosaico del dominio: 57-47 al 26′ ma lo stesso Jones proprio non ci sta e con 5 punti immediati riporta sotto i suoi a 2’18” del terzo quarto. Il Real con in campo da alcuni minuti un quintetto dalla fisicità clamorosa: Hanga, Hezonja, Deck, Yabusele e Tavares.

Gli ultimi 10′ si aprono sul 63-58 e si conferma che la partita è ancora tutta da giocare.

Adesso è battaglia durissima e l’arena, apertamente schierata per i “taronja”, scalda ulteriormente l’ambiente. Tra “challenge”, antisportivi, veri o presunti tali, e tecnici succede un po’ di tutto.

Hezonja mette una tripla ed è un miracolo, visto il 4/24 in corso, ma prima Jones (ancora lui…) e poi Capitan Dubi, entrambi dall’arco, portano la gara sul 77-75 madrileno con 4’32″da giocare.

Yabusele sbaglia un rigore a porta vuota e così Valencia può tornare davanti sull’81-79, primo vantaggio dopo il 2-0 iniziale. Hanga dalla lunetta fa 1/2 ma sul rimbalzo offensivo Deck mette una tripla chiave prima di chiudere un contropiede a seguito di un possesso inconcludente rivale.

85-83 Real quando Lopez-Arostegui ha una tripla con kilometri di spazio ma non vede nemmeno il ferro. Hanga fa ancora 1/2, Jones segna e dopo la persa madrilena mancano 25 secondi e 3 decimi con un solo punto di vantaggio per la squadra di Mateo. Possesso per quella di Mumbrù dopo il timeout. Bonus ampiamente esauriti per entrambe.

Ne nasce un accoppiamento da infarto per i tifosi della capitale in cui Yabusele si trova a difendere su Chris Jones: la penetrazione, ovvia e scontata, c’è ma il ferro respinge l’americano e manda la “casa blanca” in semifinale.

LE CHIAVI

Dopo 14’30” la differenza a rimbalzo è abissale nel 20-8 a favore del Real. Difficile pensare che ci possa essere un partita di fronte a numeri simili. Quando il gap si riduce leggermente (25-16 a metà gara) in effetti Valencia si fa sotto. Alla fine sarà 45-35.

La percentuale da tre è un fattore altrettanto fondamentale. Madrid ha chiuso il terzo quarto con 3/21, quasi incredibile. Sarà 5/27 alla fine, con il corollario di ben 12 liberi sbagliati in una gara in cui mette a segno 86 punti. Roba strana questo gioco a volte…

Valencia può rimpiangere solo la prima parte di gara, quella affrontata con troppe paure.

Significativo comunque che una squadra che non è troppo avvezza al recupero di palloni come il Real ne porti a casa ben 11 sulle 13 perse degli avversari.

MVP

Tavares è sempre un fattore, Hezonja fa cose che altri nemmeno sogno di approcciare, ma se non ci fosse stato Gaby Deck staremmo parlando di una sconfitta devastante per Madrid.

Non sono tanto i numeri, peraltro sempre di notevole portata (19+9 con 5/10), quanto l’impatto nei momenti decisivi e la percentuale di cose giuste al momento giusto che questo straordinario giocatore, dedicante uno dei campioni meno celebrati e più sottovalutati del continente.

«E’ un agonista nato, lo sappiamo» se lo coccola Chus Mateo in sala stampa.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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