Pazza notte al Pireo. Paris resiste al ritorno dell'Olympiacos e fa 10 vittorie in fila
Parigi non si ferma. Decima vittoria filata e vola in solitaria in testa alla classifica. I francesi la vincono due volte dopo aver subito la furiosa rimonta dell'Olympiacos
10 vittorie per Paris possono bastare? Parafrasare i classici della musica italiana non ci darà risposte, ma sicuramente apre ad un'altra domanda. Paris può esser una contender? Difficile, qualche dubbio permane e probabilmente non è neanche una questione d'interesse per Splitter e i suoi ragazzi. Ciò che conta ad oggi è il risultato di serata. Olympiakos-Paris finisce 90-96.
Olympiakos-Paris, il folle finale
Che le partite si decidano nel quarto quarto è una massima che pecca di originalità e forse anche di prudenza. Un po' meno dopo aver visto i primi tre quarti giocati al Peace&Friendship Stadium del Pireo. Per questo usiamo la nostra originalità per invertire il racconto, iniziando dalla fine.
La banda di Shorts e compagni gioca la partita oramai abituale anche in casa di una delle favorite per la vittoria finale, come se fosse la cosa più agile per una debuttante, zeppa di debuttanti nella competizione più dura d'Europa. L'intensità, il ritmo e anche un notevole dominio a rimbalzo, danno i loro frutti.
7:06 dalla sirena, Hayes riceve un assist di Malcolm per un facile appoggio da sotto. Il tabellone recita 60 Olympiakos-80 Paris. E mentre si procede alla stampa di titoli sensazionalistici dei giornali, o per fortuna, alla stesura su moderni device, l'Oly decide di dover interrompere le rotative. La squadra nervosa, frustrata, quasi scherzata per tre quarti si oppone. Mani addosso, nel miglior senso possibile, intensità e fame di rivalsa che causano 8 palle perse delle 19 totali in meno di 4' minuti.
E' la chiave dell'impressionante parziale di 22-0, iniziato dalla tripla di Fournier (25 per lui) e chiuso dai liberi del sorpasso di Williams-Goss sull'82-80 (primo e unico vantaggio di serata). Parziale famelico, difesa e palle recuperate con conseguenti corse in contropiede, in una pessima serata al tiro, una via per una rimonta tanto insperata quanto impronosticabile prima che si abbattesse sul match.
Quasi sollievo. Anche Paris è umana. Anche Paris scricchiola, fa intravedere crepe. Quasi appunto. Controparziale di 6-0, Hifi (2/8 fino a quel momento da 3) e Shorts, e i parigini si riprendono come se nulla fosse accaduto. E allora anche il destino si espone. 86 pari. Tiro lungo di Vildoza, Peters e Vezenkov lottano per un facile rimbalzo offensivo che si appresta a cadere loro tra le mani. Rimbalzi offensivi nettamente a favore di Parigi per tutta la sera, sembrano tradirla a 30'' dalla sirena. Sembra appunto. Scontro tra le due ali dell'Oly e la palla schizza in mano parigina con Vezenkov e Peters attardati. Maodo Lo aperto trovato da Shorts, tripla, +3.
Parigi, arrivata al porto di Atene non trova navi, ma un ottovolante, e alla fine del giro si ritrova solitaria capolista dopo 14 turni di Euroleague. Battute Real e Pana in casa, Monaco, Barca, Efes e ora Olympiacos in trasferta. Mancano 20 partite si, ma gli indizi ci sono. L'indagine, e la striscia di vittorie, continua.
Olympiacos cosa è successo?
Una serata particolare per la squadra di Bartzokas. Sin dall'inizio è sembrata una versione affannata. Walkup su Shorts, McKissic ariete e Milutinov obiettivo dell'attacco per cercare vantaggi fisici e tecnici.
In realtà è un crollo progressivo. L'attacco non brilla, colleziona tanti liberi si (saranno 43 vs 20 alla fine) ma sbatte contro un muro di gomma e quando anche le percentuali scendono (40% da 3 all'intervallo, 33% alla fine) il divario aumenta inesorabile. Milutinov soffre l'atletismo di Hayes e le assenze sotto canestro (Moses Wright out for the season), combinate all'energia di Parigi produce una costante difficolta a rimbalzo (26 a 40 per gli ospiti, di cui 15 in attacco).
L'Oly sul mercato? per Wright stagione finita
Serata non troppo positiva per Vezenkov, nonostante i 18 ma di cui 10 arrivati dalla lunetta. Fournier 25 (14 liberi) è ispiratore del parzialone, ma anche sfortunato/impreciso sulla persa finale che non consente l'ultimo tentativo. Da tenere la reazione da grande squadra e il cambio tattico, forse tardivo, ma che ha comunque permesso di giocarsela, andando “small”. Fuori Milutinov e dentro la coppia Peters-Vezenkov, aggressività e migliori spaziature. Non è bastato, forse non sarebbe stato neanche meritato per quanto visto per gran parte dei 40 minuti.
Le chiavi del decimo successo di Paris
Repetita Iuvant. Parigi non rinuncia a sè stessa. Conosce il suo essere e stasera forse ne abbiamo una fotografia più nitida che mai. Energia, fisicità, dinamismo su due lati del campo. Decisioni veloci, anche a costo di cadere in qualche errore (19 perse finali in controtendenza con la stagione) o forzature. E rimbalzi specialmente offensivi a conferma del podio in entrambe le voci statistiche.
Ma stasera si è visto anche il rovescio della medaglia. Non si può prescindere da queste caratteristiche, la squadra di Splitter non può negoziare. Il parziale, certo quasi unico (22-0 in 3'30'' circa), non capita tutte le partite, ma è bastato limitare l'intensità per qualche attimo per andare in difficoltà. Altrettanto vero che non tutte le squadre son l'Olympiacos, ma talento ed esperienza sono molto diffuse in Eurolega e forse a Parigi non conviene metterla su questo piano.
Legato a questi due discorsi, rimonta subita e talento, però si possono anche trarre due chiavi importanti e positive. La durezza mentale e la leadership chiara. Caratteristiche che abbiam trovato anche nelle ultime prestazioni di Milano e che Parigi denota da quasi due mesi. La ricetta comune delle due squadre più calde del momento, nonostante giochino due pallacanestro differenti. E i risultati son lampanti. Leadership che a Parigi vuol dire Shorts e Hifi. Le due triple di controparziale, figlie delle scelte di nuovo coerenti con la filosofia, che hanno ridato vita ad una squadra sull'orlo della sconfitta.
Abbiam detto del talento. Forse non sarà la più talentuosa sulla carta vero, ma la dirigenza francese (guidata da Amara Sy, fratello del Banda che gioca) sta vincendo per l'ennesima volta le “scommesse” arrivate dal mercato. Non i più forti ma i più funzionali. Ouattara, Hayes e Lo, andati via senza rimpianti dalle precedenti esperienze si son incastonati perfettamente nel sistema. Si diceva filosofia, dalla scrivania al parquet. Così come Owen Wilson a mezzanotte, a Parigi si può sognare.
Photocredit: Paris Basketball X