Olimpia, influenza spagnola. Il Valencia sfianca i biancorossi

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L’Olimpia inciampa per l’ennesima volta

Non è che un eterno ritorno dell’uguale la stagione dell’Olimpia: i biancorossi vanificano un buon primo tempo e soccombono per 84-72 alla Fonteta.

Olimpia loss again in Valencia - Eurodevotion

Ascesa

Il Valencia comincia la gara subito con una certa presenza, prova ad attaccare la scarsa fisicità milanese, procurando cambi difensivi vantaggiosi sui piccoli avversari. Riesce quindi a segnare con discreta regolarità, mentre Milano non ha ancora trovato la bussola offensiva.

L’Olimpia fa fatica, ma Napier fa brillare due volte la retina valenciana e riesce a sciogliere gli ospiti nella metà campo avversaria, che da lì cominciano la lora ascesa.

La gara inizia a diventare aperta e combattuta, nel pieno del confronto diretto tra le due squadre. I biancorossi entrano nel secondo quarto con grande determinazione e costruiscono il loro vantaggio grazie alla grande personalità di Hall (12 punti nel solo primo tempo) e alle iniziative in attacco al ferro di capitan Melli.

Valencia perde molta capacità offensiva, lucidità e presa sulla gara. Così, quando Napier all’ultimo secondo dei primi 20′ dalla punta frusta il canestro, punendo una retroguardia taronja posizionata male, l’Olimpia si gode il puntello di un primo tempo chiuso con autorità.

Tonfo

Milano tiene a inizio secondo tempo, sarà però solo un’anticipazione di un’incipiente offensiva ospite. I padroni di casa recuperano progressivamente tutta un’altra fluidità offensiva e innalzano colpo su colpo la loro presa sulla gara.

Una ricezione profonda, una buona difesa, una tripla fluttuante di Kassius Robertson sui fluidi aerei ed ecco servito il primo assalto ospite per il -4. L’Olimpia per una delle ultime volte risponde presente e conserva la barra dritta.

Si scatena di nuovo la furia domestica, con l’afflato collettivo e plurimo di Chris Jones, Harper, Ojeleye, tutti insieme per risalire fino al 56-56. La transizione, la fisicità, la difesa e l’esuberanza degli uomini di Mumbrù culminano quindi con una tripla di Reuvers che segna il definitivo ribaltamento di fronte.

Confluisce tutto nell’ormai famigerato 13-0 che segnerà definitivamente una spaccatura nel match. Milano è in balia, subirà ben 52 nel solo secondo tempo.

Valencia prende l’inerzia della partita e se la intesta, Napier invece è l’unico alfiere dell’Olimpia e comincia l’ultimo quarto con caparbietà e una pulizia offensiva non così comune nelle sue ultime uscite.

A lungo andare affidarsi al solo eroismo del folletto americano non paga e l’attacco affonda. Dopo l’ultimo vantaggio (70-68) propiziato da Hall, l’Olimpia è capace di segnare solo 2 punti – per altro a buoi ampiamente scappati – nei decisivi 5′ conclusivi.

Le scarpette rosse attaccano senza criterio e senza alcun tipo di orizzonte. Sulla poderosa penetrazione dell’erculeo Ojeleye, che garantisce il +6 Valencia, la gara è già conclusa. Quindi, per aggiustare il punteggio, Robertson spennella e Napier spadella. E cala il sipario sulla Fonteta.

Olimpia, non c’è fame di futuro

Milano si mangia da settimane il suo futuro pezzo per pezzo. E Valencia è solo un’altra occasione perduta.

Senza giocare una partita trascendentale, la squadra aveva dimostrato disciplina e applicazione, trovando e cavalcando un leader tecnico e controllando gli avversari. Alla fine però, i limiti sono venuti fuori di nuovo all’evolvere della complessità della gara, manifesto di un salto di livello che non si vede da settimane, per l’appunto.

Le scarpette rosse restano a due sole vittorie dai play-in, tutt’oggi, dopo tutto quello che ha accaduto, in una gara definita “probabilmente decisiva” dallo stesso Messina. Ma al di là della classifica, l’atteggiamento in campo di questa squadra non è quello di una squadra che vuole aggredire il proprio futuro. Che non vede l’ora di riscattarsi.

Sembra nei migliore dei casi ben organizzata o volonterosa, raramente affamata.

La potenzialità di creazione di gioco rimane quella (McGruder, su questo punto, aggiunge poco e si sapeva), il livello di costruzione offensiva resta mediocre sui 40′. In più, ormai l’ambiente sembra già pronto ad alienare le proprie ambizioni per un’altra stagione. Ancora.

E questo, per un’Olimpia che come società, talenti e staff ha questo disponibilità, valore e potenziale è un peccato. E una colpa.

Photo credit: Olimpia Milano e Valencia Basket Facebook

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