Olimpia, dopo Pangos tocca a Mirotic: ovvio chiedersi il perché

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Olimpia protagonista di nuovi giudizi poco lusinghieri da parte della stampa riguardo un proprio giocatore. Dopo Pangos è la volta di Mirotic.

Sembra non esserci pace, anche dal punto di vista della comunicazione, per l’Olimpia Milano.

Reduce da un successo in LBA contro la Virtus, non certo risolutivo dei mille problemi tecnici, emotivi e gestionali tuttavia una delle poche notizie positive in una stagione sin qui disgraziata, ecco che il lunedì si legge un nuovo editoriale con parole non esattamente lusinghiere per un giocatore biancorosso.

Era accaduto con Kevin Pangos, in forma decisamente più dura, ora è il turno di Nikola Mirotic, il colpo estivo del mercato milanese.

olimoia-maccabi-mirotic

Dopo che già nelle scorse settimane lo stesso giornalista aveva invitato il montenegrino a visionare qualche filmato del grande Bob McAdoo, due giorni fa si è letto testualmente, sempre a firma Daniele Dallera sul Corriere della Sera, un editoriale titolato “La Scala ha bisogno di regìa e difesa intonate”.

Nel dettaglio, ecco il contenuto principale.

«Mirotic si merita tutti soldi che guadagna, 2,5 milioni a stagione… Peccato che non abbia capito nulla dell’Olimpia e della sua tradizione, dove anche una star deve essere un esempio. Come? Piegando le gambe in difesa, andare in soccorso del compagno che magari cerca un anticipo, raddoppiare là dove c’è bisogno, esaltare il valore chiamato “squadra”».

Prosegue l’editoriale con un generico, ma interpretabile, «La vittoria su Bologna assumerà le dimensioni di una svolta solo se cuore e testa di tanti abbandoneranno egoismi e vizi antichi», per poi chiudere con «Se poi Messina troverà finalmente un playmaker, la musica potrebbe anche cambiare, il primo a guadagnarci sarà lo stesso Mirotic: basta con le note stonate. Mai dimenticare che Milano è la città della Scala».

Va ricordato che Nikola Mirotic è fermo da diverse gare per il riacutizzarsi del problema al tendine che lo fermò 6 mesi, tra giugno e dicembre, lo scorso anno.

Detto e riconfermato per la millesima volta che mai ci permetteremo di mettere in discussione la libertà di ogni giornalista di esprimere il proprio pensiero, cosa che sappiamo bene non essere facile in un mondo in cui pare che le regole di ingaggio prevedano percorsi assai tortuosi per chi per chi cerca di godersi quella libertà, ciò che ci stupisce e ci porta ad una semplice domanda è ben altro.

E’ normale che un club la cui proprietà è così attenta all’immagine ed ai messaggi che lancia accetti che si formulino tali critiche a propri tesserati che coinvolgono maggiormente la sfera personale e legata all’impegno? Perché un conto è dire che Tizio o Caio giocano male, un altro è sostenere che trasformano acciacchi in infortuni, non si impegnano o devono mettere da parte egoismi.

La cosa ci lascia perplessi una volta di più e per certi versi ci potrebbe portare all’andreottiana visione sui cattivi pensieri, ma grazie al cielo resistiamo standone lontani e limitandoci alla realtà. Quella da cui ci attenderemmo un bel comunicato a sostegno di Nikola Mirotic, a meno che la stessa realtà non sia differente.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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