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Euroleague Power Ranking #4: fine ottobre, dopo 7 gare è durissima scegliere ma per noi è così…

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Euroleague Power Ranking all’appuntamento stagionale numero 4. Si conclude il mese di ottobre, dopo sette gare e ben due doppi turni già “in the books”.

L’ultima edizione del nostro Euroleague Power Ranking era datata fine settembre, giusto alla vigilia del Round #1. Da allora, sebbene sia passato solo un mese, sono cambiate tantissime cose.

Gli infortuni l’hanno fatta da padrone, influenzando moltissimo il rendimento di diverse squadre. Non si può dimenticare quanto accaduto e quanto sta accadendo a squadre come il Bayern, Cska, il Real, lo Zenit, l’Alba, la Stella Rossa ed il Baskonia, certamente le più colpite. E’ impossibile non associare alcuni eventuali problemi di rendimento alle tante assenze di profili decisivi all’interno dei rispettivi roster, così come è giusto dare grande merito a chi ha saputo andare oltre queste difficoltà mantenendosi competitivo.

Prima di partire con l’appuntamento di fine ottobre del Power Ranking è necessario sottolineare come si tratti di una valutazione che tiene conto dei risultati, certamente, ma associati al potenziale delle squadre, ai problemi che abbiamo citato ed anche alle stranezze di un calendario che ha sicuramente reso la vita differente per ognuno dei club sinora. Altrimenti basterebbero le classifiche. Anche perchè non ricordiamo un Ranking così difficile da compilare: escluse le ultime 4, francamente spesso inguardabili, ed un Unics ancora incomprensibile, sia nel segmento 12-6 che in quello 5-1 si potrebbero cambiare tante, tante cose. Il rischio di figuraccia è dietro l’angolo, soprattutto se non si ragiona a lungo termine, ma se non ci pronunciassimo cosa staremmo qui a fare?

Tra parentesi indichiamo la posizione nel ranking precedente, poi il record attuale

#18 – ZALGIRIS (12) – 0 W 7 L

Disastro totale. Tecnico ma soprattutto societario.

Non è la squadra peggiore di Eurolega, o meglio non lo era. La decisione di licenziare Coach Schiller si è dimostrata un errore madornale da ogni punto di vista.

Poi, siccome quando piove spesso diluvia, sono arrivati anche diversi infortuni a rendere la situazione ulteriormente pesante.

Pare chiaro, da diverse cose che si sono lette, come i problemi con l’allenatore austriaco covassero da tempo. Iniziare una stagione in quel clima e sostituire la guida tecnica dopo sole due gare è sintomo di gestione confusionaria che stupisce ancor di più se associata ad un club dove competenza e reale autostenibilità sono sempre stati principi chiarissimi.

Emanuel Mudiay non è stato nemmeno lontanamente ciò che ci si aspettava potesse essere, mentre l’unico raggio di sole in un buio totale si chiama Josh Nebo, oggi già uno dei lunghi più forti dell’intera Eurolega. Sarà oggetto dei desideri di tantissime “big”.

Le ultime di mercato hanno portato proprio all’uscita dell’ex #7 del Draft a favore dell’arrivo di Tai Webster, nonchè della ricerca di un lungo. La conferma di una confusione totale.

(1/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#17 – STELLA ROSSA (18) – 2 W 5 L

Squadra che difende e lo fa con durezza, ma dal talento veramente limitato per poter avere un certo peso in questa lega.

Nikola Kalinic è più solo della bollicine dell’acqua Lete. A parte Ivanovic, si è visto poco, quasi nulla.

Le W sono arrivate a Tel Aviv, in una delle uniche due serate no del Maccabi e contro il derelitto Zalgiris.

Per punti subiti solo Fenerbahçe ed Olympiacos hanno fatto meglio, tuttavia ciò che manca totalmente è la capacità di creare vantaggi, fattore determinante nel basket di oggi.

Anche sotto canestro non possono certo bastare le presenze di Kuzmic e Zirbes, sufficienti o poco più.

Ci sono stati tanti infortuni, su tutti quello di Aaron White, qualcosa di più si sarebbe potuto fare ma la cifra di gioco espressa è troppo bassa e la recente prova di Milano ne è la dimostrazione più chiara.

(2/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#16 – ALBA BERLINO (17) – 2 W 5 L

Il giudizio potrebbe restare sospeso a causa di una preseason giocata senza l’intero reparto lunghi, tuttavia il valore generale non si discosta molto da quanto visto sino a oggi.

Due note positive sono certamente rappresentate da Tamir Blatt ed Oscar Da Silva. Il figlio del grande Coach David, di ritorno dall’esperienza con l’Hapoel Jerusalem, ha avuto un impatto importante nei 12 minuti di utilizzo medio, soprattutto a livello di ritmo ed intensità, mentre il lungo prelevato da Ludwigsburg a seguito degli infortuni dei vari Lammers, Koumadje, Nikic e Thiemann, sta producendo numeri notevoli. 14,3 punti con 4 rimbalzi e 2,7 falli subiti che portano ad un eccellente PIR di 17.

Maodo Lo è alla miglior stagione di sempre in Eurolega, ad oltre 16 di media e con percentuali ragguardevoli, mentre Jaleen Smith sta pagando non poco l’arrivo al piano superiore. Lecito attendersi molto di più anche da Yovel Zoosman.

Luke Sikma si conferma uno dei migliori giocatori nel ruolo, capace di eccellere un po’ ovunque. Straordinario lettore di situazioni, mette punti a referto e passa la palla come pochissimi altri.

Gravissimo, per impatto sul sistema, l’infortunio di Marcus Eriksson.

(3/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#15 – PANATHINAIKOS (15) – 2 W 5 L

Le prospettive non erano delle migliori, tanto che la posizione non cambia. E’ difficilissimo, se non impossibile, che questo Pana possa lottare per i Playoff.

In un quadro non troppo allettante qualcosa di buono si è visto, soprattutto sul lato offensivo del gioco. Daryl Macon è un giocatore molto interessante, mentre Kendrick Perry, inizialmente più quotato, fa molta fatica.

La certezza Papapetrou spesso pare predicare nel deserto, col solo Papagiannis (7 punti e 7,6 rimbalzi per un PIR di 12,7) a seguirlo, sebbene difensivamente utile quando in mezzo all’area ma sempre troppo attaccabile sul “p&r”.

Poco o nulla da Jehyve Floyd, mentre Nemanja Nedovic resta un grande punto interrogativo: i numeri che sta producendo sono lontanissimi da quanto servirebbe ai “greens”.

E l’interrogativo generale riguarda la difesa. Coach Priftis era stato elogiato da Rick Pitino per il progetto che stava costruendo dietro: ci abbiamo creduto, ma ad oggi non abbiamo visto nulla.

(4/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#14 – BASKONIA (8) – 3 W 4 L

Male, molto male ed abbastanza inaspettatamente soprattutto a livello caratteriale. Il salto all’indietro è notevole.

Proprio il “carattere Baskonia”è quello che è parso mancare in questo spicchio iniziale di stagione, sia in EL che in Liga, dove si naviga fuori dalla zona Playoff con sole 3 W in 8 gare.

La partenza di Henry e Polonara era complicata da gestire in partenza, ma non si poteva pensare in questi termini.

Wade Baldwin è assolutamente il tema di discussione più ampio tra i baschi: si susseguono domande sul ruolo (1 o 2?) ed anche sulla convivenza, almeno nel secondo caso, con Jayson Granger. Il ricorso al mercato per il classico “primary ball handler” pare quasi scontato, ma i problemi vanno oggi oltre.

Quando a gestire il gioco è proprio Baldwin il ritmo appare più consono al sistema di Ivanovic, ma i palloni si sprecano in quantità industriali ed il coinvolgimento degli altri è lacunoso, mentre quando il play lo fa Granger si guadagna in ordine ma si perde in ritmo. Entrambe le soluzioni oggi paiono molto confuse.

Chi ne paga maggiormente le conseguente sono talenti come Giedraitis e Fontecchio, che riescono a fare bene comunque, più l’azzurro in realtà sinora, solo grazie al talento individuale.

Sotto canestro la situazione non è certo migliore, con Nnoko ed Enoch che non si dimostrano all’altezza della lotta per i Playoff, obiettivo di inizio stagione.

(5/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#13 – UNICS (13) – 3 W 4 L

Il fatturato in termini di vittorie e sconfitte è anche superiore a quanto fatto vedere in campo.

L’ultimo successo in ordine di tempo, quello sul Real, è in realtà l’unico degno di nota, poiché le W precedenti sono arrivate di fronte ad un Bayern che allora era ancora a pezzi per gli infortuni e ad un Baskonia semplicemente disastroso.

Il prodotto cestistico offerto non è di primissimo ordine, anzi. L’inserimento di Hezonja chiede ancora tempo e non procede secondo programma. Lorenzo Brown ed Isaiah Canaan stanno facendo il loro, mentre John Brown è obiettivamente sopra le attese anche a questo livello: la sua intensità copre diverse falle tecniche e fisiche.

Nelle ultime gare è si è visto un ottimo Vorontsevich: il vecchio campione può fungere da collante in una squadra che ha talento per battere chiunque in singola serata, ma che quel talento fatica a tenerlo insieme secondo regole precise.

Globalmente è forse la più grande incognita di tutto il torneo, sempre a metà strada tra quello che potrebbe essere e quello che è.

OJ Mayo al momento è ancora un oggetto da definire mentre qualcosina si è vista da un Jarrell Brantley comunque da 8/36 al tiro globalmente.

Sotto canestro non può bastare Tonye Jekiri, che per assurdo sarebbe servito molto di più al suo ex Baskonia.

Marco Spissu si sta guadagnando spazio con intelligenza ed abnegazione, dimostrando di poter esser un fattore in tanti frangenti delle gare.

(6/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#12 – BAYERN (9) – 3 W 4 L

Ingenerosi? Sì, forse sì.

Il Bayern è la squadra per cui tutti vorremmo tifare, perchè puoi star certo che darà sempre il 101%.

La realtà dice di una preseason non giocata, per infortuni tremendi e vicissitudini varie. Le 3 W consecutive hanno dato respiro, sempre che di respiro in EL si possa parlare.

Se il “backcourt” sembra essere assai competitivo, con un Walden in costante crescita, sotto canestro pare che il solo Othello Hunter possa dover pagare un prezzo troppo alto all’atletismo di tanti avversari.

Lucic e D.Thomas, professori del gioco, saranno la chiave, il Trinka farà il resto. Nessuno stupore se ce li ritrovassimo molto più su a fine anno.

(7/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#11 – MONACO (14) – 3 W 4 L

Che bella sorpresa!

La squadra di Mitrovic è ben oltre ogni più rosea aspettativa, con una pallacanestro moderna, efficace e sinora completa.

M.James, che tutti attendevamo verso i 25 tiri e 30 punti, è assai silente, quasi “saggio”, alla guida di una serie di profili che stanno facendo girare molte teste. Su tutti Donta Hall, semplicemente attraente nella sua praticità, vero emblema dell’efficacia del gruppo, nonchè dotato di un’esplosività senza eguali.

Dwayne Bacon potrà essere tanto, Andjusic è certezza, lo stesso Boutsiele, sconosciuto ai più, sta dando risposte importanti: il tutto sostanzialmente con un Will Thomas ancora da inserire, presente solo 4 volte.

Gli altri? Tutti interessanti e ben coinvolti. Se dura l’effetto “saggezza” di MJ ne vedremo delle belle dalle parti del Principato. Ma il buon “Michelino” dve convincerci sul lungo termine: da amanti del suo talento ci siamo già troppe volte sentiti traditi.

(8/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#10 – MACCABI (11) – 5 W 2 L

«Non è la squadra di Sfairopoulos». Lo abbiamo detto noi più volte, lo abbiamo sentito più o meno da tutti dopo aver letto il roster definitivo degli israeliani.

Ed una certa convinzione che sia così in fondo ci rimane… Poi però c’è la realtà, che dice 5/2 e soprattutto una recente prova assai impressionante contro il Barça. Non bruscolini…

Anche in questo caso non va dimenticato che la preseason non c’è proprio stata, soprattutto a causa delle tante positività. Pretendere che si partisse alla grande era assurdo, vedere a che punto è la squadra oggi stupisce non poco. In positivo.

Resta una struttura particolare che, se dovesse coniugare talento ed atletismo all’intensità, potrebbe diventare “la squadra di Sfairopoulos” ed allora fare male a tante.

Il grido delle Menora Mivtachim terrorizza l’occidente…

(9/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#9 – ASVEL (16) – 5 W 2 L

«Oggi se devo scegliere chi guardare in Eurolega, vado sull’Asvel». Mai avremmo immaginato di sentire così tanti addetti ai lavori pronunciare una frase simile, ma la realtà è questa.

Affascinanti, con un Elie Okobo nettamente MVP (il premio di ottobre a Mirotic ci convince più o meno come un intervento del VAR…) ed un sistema di gioco interessantissimo.

Moderni, atletici, fisici ed essenziali quando serve.

TJ non è più solo “il fratello di”, Kostas Antetokounmpo studia per non esserlo.

Sono tantissime le cose interessanti di questa squadra, tali da non farci scegliere questo o quel giocatore. W con l’Efes, ok l’efes di oggi, W col Cska, ok i russi l’hanno persa da soli, sconfitta per un pelo con Milano, ok hanno perso… Troppi indizi portano a pensare che qui ci sia qualcosa di realmente valido. Per noi oggi sono prove, non indizi.

Come per l’Oly, l’impressione è che l’Asvel ci sia e ci sarà.

(10/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#8 – FENERBAHCE (6) – 2 W 5 L

5 sconfitte in 7 gare sono un bel fardello per Coach Djordjevic ed i suoi, ma basta leggere i giocatori a roster per capire che c’è tutto per uscirne.

Il “suicido” di Oaka e l’inguardabile ripresa di Berlino sono sconfitte che si potranno pagare, mentre le ultime tre gare contro Real, Barcellona ed Olympiacos, seppur 3 L, dimostrano che a quei livelli il Fener c’è.

Ora serve però svoltare ed anche abbastanza velocemente, perchè la spirale delle gare perse sul filo ha travolto in passato tante grandi ed è bene uscirne al più presto.

La difesa c’è, mentre davanti manca ancora parecchio a livello di responsabilità individuali e condivise, così come nelle certezze degli schieramenti nei momenti chiave.

I temi Booker-Polonara e De Colo-Henry possono essere la chiave. Vanno trattati coi guanti bianchi perchè servono oggi, e serviranno domani, tutti.

(11/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#7 – ZENIT (5) – 4 W 3 L

Non sta giocando al meglio tecnicamente, ma la ragione principale si chiama Shabazz Napier. Doveva essere il fulcro del “tutto” russo, lo ha dimostrato ampiamente in preseason, si è infortunato al primo appuntamento importante e non sappiamo quando lo rivedremo, sebbene si sia detto che non ci sono lesioni alla caviglia tali da richiedere chirurgia.

Le attenuanti, in questo caso, sono moltissime.

La difesa tiene bene, l’attacco spesso batte in testa. Era lecito attendersi di più da Jordan Loyd in queste condizioni, mentre Conner Frankamp sta pagando una sorta di “rookie wall” dopo premesse interessanti.

Lo Zenit va rivalutato quando tornerà il “giocatore capo”, l’unico in grado di far dimenticare l’impatto di Kevin Pangos, ma nel frattempo è lì e non molla.

(12/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#6 – OLYMPIACOS (10) – 5 W 2 L

(13/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

La squadra del momento con l’Olimpia e l’Asvel, dopo il primo spicchio di stagione.

Solida, concreta e già in grado di giocarsela con tutte le big.

Il sistema difensivo di Bartzokas si è dimostrato, come quello di Messina, il più impressionante dopo le prime 7 gare. Rotazioni perfette, pressione sul pallone, capacità di reggere nei punti di forza degli avversari (vedi post del Cska): un insieme perfetto nonostante i tanti dubbi fisici che circondano Hassan Martin.

Sloukas pare sulla via del ritorno definitivo al “vero” Sloukas, Vezenkov ha fatto vedere, più inizialmente che di recente, cose straordinarie, mentre Walkup è il classico giocatore che se guardi le statistiche non hai sussulti, ma se poi ne pesi l’impatto sul parquet senti vibrazioni particolari.

L’impressione è quella di una squadra che c’è e ci sarà.

(13/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#5 – EFES (2) – 2 W 5 L

Ok, che ci fa una squadra con due sole vittorie dopo 7 turni al #5 di un ranking? Parrebbe follia, per qualcuno lo sarà anche, ma giova ricordare che si parla dei campioni in carica.

Già lo scorso anno la partenza non fu delle migliori, certamente non disastrosa come questa, tuttavia stiamo parlando di Micic e Larkin alla guida di un collettivo di altissimo livello, dominante nelle ultime tre stagioni.

L’arrivo di Elijah Bryant, così come le insistenti voci su Ilyasova e Tarik Black, rappresenta l’ammissione di colpa. Un roster validissimo, ma usurato dagli anni, necessitava di qualcosa di più in estate. 8 atleti nati tra il 1989 ed il 1985 richiedevano una sorta di revisione che non è arrivata. E’ troppo tardi? No per fare bene, probabilmente sì per lottare per le primissime piazze.

Ciò che non ha funzionato sinora è proprio il tandem delle meraviglie, in grado però di accendersi da un momento all’altro.

Preoccupa di più quanto accade vicino al ferro, dove i vari Dunston, Pleiss, Singleton Moerman non hanno dato grandi segnali. Il solo Petrusev, unica addizione estiva, ha fatto vedere ottime cose, ma non poteva certo essere decisivo un lungo del 2000 in una fase così delicata.

Il resto è nelle mani di Ergin Ataman e sono mani che hanno dimostrato capacità estreme. La sfida è difficilissima, ma dare per esclusi dal giro dei grandi giochi i turchi ci pare oggi esercizio assai sbagliato.

(14/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#4 – CSKA (1) – 4 W 3 L

Momento difficilissimo dovuto all’80% alla situazione infortuni, sempre pazzesca, ed al 20% ad un gioco che non pare decollare. E’ molto semplice, se togliamo i due migliori giocatori a qualunque squadra di Eurolega, probabilmente 4 W e 3 L sarebbero da considerare un risultato eccellente. Aggiungiamoci pure l’assenza di Grigonis ed è è ciò che accade a Mosca, non solo da quest’anno, tuttavia prestazioni come quelle recenti con Asvel e Monaco hanno lasciato qualche dubbio. Prima gli oltre 4 minuti finali senza segnare dal campo a Lione, con un misero 2/6 ai liberi, poi il crollo con parziale da 79-41 nei 26′ minuti che hanno portato alla chiusura della gara nel Principato.

Una certa mancanza di fluidità offensiva porta a volte a tanti tiri che magari appaiono meno forzati in virtù del talento comunque diffuso, ma che in realtà non sono buonissimi. Dietro si passa da momenti di onnipotenza difensiva a svarioni prolungati che portano a situazioni come quelle vissute col Monaco.

Il Cska di oggi ha alti che sono molto, molti alti, ama anche dei bassi che possono preoccupare. Con un Coach come Itoudis le preoccupazioni svaniscono in un amen, il tutto a patto che la sfortuna prenda altre direzioni sotto forma di infortuni.

(15/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#3 – OLIMPIA MILANO (7) – 6 W 1 L

Che squadra e che difesa!

La sberla in Supercoppa, che è seguita agli schiaffoni della finale di giugno, ci ha consegnato una Milano veramente superlativa in questo inizio di stagione. E forse questo terzo posto nel ranking potrebbe anche suonare come ingeneroso rispetto ad una classifica che dice di più, ma è appunto un ranking, non una semplice classifica…

Il sistema difensivo costruito da Ettore Messina è semplicemente meraviglioso nella sua ferocia. Non dà respiro e stritola progressivamente gli avversari proponendo quintetti quasi sempre in grado di cambiare su tutto e tutti. Il prossimo passo sarà quello di crescere d’appunto di vista delle rotazioni, contro chi può farti male di fronte a semplici cambi che portino a mismatch difficile da reggere.

Milano non ha il miglior roster di Eurolega, ma il valore complessivo di squadra è assai superiore a quello derivante dalla somma di quelli individuali.. Onestamente è difficile chiedere di più ad un allenatore, che a parere di chi scrive resta il vero “top player” biancorosso.

In attacco c’è ancora molto da lavorare per arrivare ad una fluidità maggiore e molto potrebbe arrivare da quanto porterà, una volta in piena forma, Troy Daniels, appena rivisto.

Quasi tutti i nuovi si stanno inserendo bene, con un Nicolò Melli cha da Kyle Hines ha preso una caratteristica decisamente importante: dominare in lungo ed in largo senza tabellini che impressionino.

Resta l’incognita Grant, visto meglio di recente in LBA, palcoscenico tuttavia insufficiente per i valori che richiede l’Eurolega.

Non sarà facile restare così in alto e cercare di fare meglio dello scorso anno in ottica europea, ma la solidità del sistema tecnico è tale da far guardare al futuro con grande ottimismo.

Intanto giovedì sera ci si gioca il primato continentale col Barcellona: se si pensa alle Milano del pre-Messina ci si rende conto di quale sia la differenza senza alcun dubbio.

(16/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#2 – REAL MADRID (3) – 5 W 2 L

Ogni volta che si pensa a questo Real varrebbe la pena fare due nomi, ovvero Trey Thompkins ed Anthony Randolph. Poi alla lista c’è da aggiungere anche quello, più di recente, di Nigel Williams-Goss, senza stare a pensare alle assenze saltuarie di Sergi Llull e Rudy Fernandez.

5/2 in EL e 7/1 in Liga sono un fatturato eccellente, senza se e senza ma.

Pablo Laso è partito dalla difesa, come tanti colleghi quest’anno talaltro, ed il sistema a cui sta lavorando dà già risultati eccellenti. Nessuno possiede un muro come quello rappresentato, alternativamente, da Tavares e Poirier, in coppia con quel Guerschon Yabusele che sta giocando una grandissima stagione. Ecco, se a questa potenza di fuoco si aggiungeranno i due nomi fatti all’inizio, diciamo che frequentare l’area madrilena rischia di diventare un incubo per chiunque. Ne deriva una grande sicurezza per gli esterni, che possono permettersi un’aggressività notevole con le spalle ampiamente coperte.

E proprio questi esterni devono ancora crescere in termini di fluidità, laddove troppo spesso la manovra di squadra viene meno a causa di un’eccessiva fiducia nel talento individuale.

Sergi e Rudy, i campionissimi, possono essere le due ciliegine su una torta agli ingredienti prelibati.

(17/18, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

#1 – BARCELLONA (4) – 6 W 1 L

E’ un Barça spettacolare? No. E’ un Barça travolgente? No. E’ un Barça efficace? Terribilmente.

6/1 in Eurolega, 8/0 in Liga: serve altro?

Non risparmiato dagli infortuni, principalmente Abrines fuori 4 mesi senza dimenticare Sertac Sanli finora disponibile a singhiozzo, il club catalano guidato da Jasikevicius si conferma una superpotenza europea.

Ci sono stati tanti problemi, anche legati a tutto ciò che è accaduto intorno al mondo blaugrana, ma sembra che la squadra ad oggi ne sia esente.

Il gioco può e deve migliorare, soprattutto sul lato offensivo, dove l’impressione talvolta è quella che si vinca perchè più forti e non perché migliori. Se oggi è un difetto, questo alla lunga può diventare una vera minaccia per tutti.

Dietro è pallacanestro di altissima categoria, con un’organizzazione che sa bloccare la circolazione di palla di qualunque avversario. E’ saltata solo per 20 minuti a Tel Aviv, può succedere, anche perchè non va dimenticato che, insieme a Real e Baskonia, gioca alla domenica quasi sempre gare vere e molto competitive, senza la minima possibilità di riposarsi almeno mentalmente.

Jasi ha addosso tutta la pressione del mondo, ma la stagione 2021/22 può e deve essere la sua.

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