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EUROLEAGUE STORY 2006/07: pandemonio Panathinaikos

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Prosegue il nostro viaggio all’interno dell’Eurolega, analizzando la stagione 2006/07, che vede trionfare ancora una volta il Panathinaikos.

Il nostro treno dei ricordi non arresta la sua corsa e si ferma questa volta alla stagione 2006/07.

Annata elettrizzante, ricca di sorprese ma soprattutto di conferme.

Stagione regolare & Top 16

La prima sorpresa è rappresentata dallo storico debutto di Napoli.

La città partenopea ha avuto diritto a parteciparvi in seguito al successo in Coppa Italia e la storica semifinale scudetto contro la Fortitudo della stagione precedente.

Chiudono il poker delle italiane le “veterane” Roma, Treviso e Fortitudo.

I campani e la Benetton beccano nel giorne C il CSKA ed il Barcellona tra le big, la Lottomatica di Repesa dovrà affrontare Maccabi e Panathinaikos e la F troverà di fronte a sè Tau Vitoria e Olympiacos.

Gironi difficilissimi, con il campo a sancire i primi verdetti.

Dopo il girone d’andata infatti, solo la Benetton è nella zona Top 16 del proprio girone, terza con un record di 4-3.

La Fortitudo nel gruppo A è ultima con una sola vittoria e 6 sconfitte, mentre Roma e Napoli sono penultime (2-5).

Nel girone di ritorno tutte le italiane però cambiano marcia ed infilano una serie di risultati, alcuni clamorosi, che le portano sulla linea di galleggiamento tra il passaggio del turno e l’eliminazione. Purtroppo ne passeranno solo due, Roma e Treviso, con la Fortitudo e Napoli che usciranno solo per colpa della differenza canestri.

Alcune serate però rimangono storiche indipendentemente dal finale, come il successo di Napoli sul Barça di Lakovic, Navarro, Marconato e Basile ed in casa del Fener di Kambala e Kutluay, la vittoria della F contro il Baskonia di Scola e Rakocevic, il trionfo della Lottomatica contro il Maccabi di un sontuoso Vujcic e della Benetton sul filo del rasoio col Barcellona.

Incredibile anche il successo del Panathinaikos sul Maccabi per 90-88, che permette ai Greens di diventare l’unica squadra imbattuta tra i 3 gironi al termine della Regular Season.

Tutte le big passano al turno successivo con facilità, mentre c’è da segnalare la favola della Dinamo Mosca di Dusan Ivkovic che, guidata da Antonis Fotsis, Lazaros Papodopoulos e Travis Hansen, termina seconda nel girone A, tra il Tau e l’Olympiacos.

Nelle Top 16 purtroppo perderemo entrambe le italiane rimaste.

Il Tau e il Maccabi sono troppo per Roma, mentre Treviso scivola all’ultima giornata perdendo di 3 soli punti lo scontro diretto in casa della Dynamo, con i russi guidati dalla spaventosa coppia greca Fotsis-Papadopoulos (46 punti e 35 rimbalzi complessivi). Le altre qualificate ai playoff sono: Malaga, Barcellona, Panathinaikos, CSKA ed Olympiacos.

Lazaros Papadopoulos

(1/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

Playoff

Al termine di queste incredibili Top 16, vengono a determinarsi le serie playoff (al meglio delle 3) che decideranno le magnifiche quattro che prenderanno parte alla F4 di Atene.

Il Tau Vitoria affronterà l’Olympiacos, il CSKA dovrà vedersela col Maccabi, la sorpresa Dynamo Mosca ospiterà il Panathinaikos di Obradovic mentre chiuderà il cerchio il derby spagnolo dal sapore molto italiano tra il Barcellona e l’Unicaja Malaga di Scariolo.

Partiamo dalla serie che vede protagonisti i baschi ed i biancorossi del Pireo.

Una serie che sulla carta dà per favoriti Scola e compagni, e così sarà.

Dominio totale in gara 1 del Tau nonostante uno Scola appannato (8 punti e 2/6 al tiro). A prendersi la scena sarà Igor Rakocevic, che con le sue triple ed i suoi 24 punti guiderà all’84-59 finale i padroni di casa. Solo due uomini in doppia cifra per Pini Ghershon invece, l’ex Caserta Domercant (13 pt) e Sam Hoskin (11 pt).

Match più combattuto invece nella seconda sfida.

Il Baskonia mantiene la testa avanti per gran parte del match al Pireo, ma l’Olympiacos non molla sostenuto dalle sfuriate offensive di Alex Acker (19 punti per lui) e Scoonie Penn. Questa volta però Luis Scola c’è e si fa sentire sotto i tabelloni anche col sostegno del collega di reparto Tiago Splitter. I due infatti piazzano 38 punti e 19 rimbalzi totali e contribuiscono in maniera fondamentale al successo in volata e al pass verso Atene.

Serie che quindi si chiude in 2 gare.

Passiamo da un 2-0 all’altro, spostandoci di pochi km visto che dal Pireo ad OAKA il passo è breve.

Il Pana strafavorito ospita la cenerentola Dynamo Mosca, che dalla bolgia Greens esce con le ossa rotte.

Gara 1 infatti è un monologo di Diamantidis e compagni, che all’intervallo son già sopra di 19. 80-58 il finale, con Becirovic e Siskauskas in grande spolvero (17 punti per il primo e 16 per il lituano).

Gara 2 invece vede la Dynamo tener botta nel primo tempo guidata dalla coppia greca, ma anche per demerito di un Panathinaikos non scintillante come al solito. Al rientro dagli spogliatoi però la musica cambia e Siskauskas (17 con 4 triple) con una scarica di bombe scava un solco che risulterà decisivo coaudivato dall’immenso Dimi Diamantidis.

Proseguiamo con le altre due serie, queste molto combattute.

Partendo da CSKA-Maccabi, una classica dell’Eurolega che mette in palio questa volta un biglietto per le F4. I russi partono avvantaggiati ed iniziano la serie col turbo attivato. Il +18 con cui il CSKA chiude il primo tempo e il +28 finale lasciano poco spazio ad interpretazioni riguardo questa gara 1.

Dominio collettivo dei ragazzi di Ettore Messina, con l’assassino dell’Alaska, Trajan Langdon, a suonar la carica con le sue triple. Un colpo di incredibile potenza che avrebbe steso chiunque, ma non gli indomiti israeliani.

A Tel Aviv infatti, nel pandemonio della Nokia Arena, il Maccabi sforna una prestazione difensiva ai limiti della perfezione, concedendo solo 56 punti ai russi. Nella metà campo offensiva invece sono i soliti Vujcic e Bynum a tener su la baracca. Si va alla bella.

Il CSKA in casa però è una macchina da guerra e strapazza i gialloblù nella sfida finale della serie. Dominio dal primo all’ultimo secondo, senza far respirare minimamente gli avversari. Altra prestazione corale sontuosa, con Smodis, Papaloukas, Torres, Langdon e Andersen a massacrare a ruota i ragazzi di Neven Spahija.

L’ultima serie è il derby spagnolo tra Barcellona e Malaga.

In gara 1 al Martin Carpena c’è un’altalena di emozioni, col Barça che inizia bene ma che poi subìsce il tornado biancoverde nei due quarti centrali (55-35 in quei quarti) che risulterà decisivo ai fini del 91-75 finale. Decisive le triple di Marcus Faison.

Nel secondo atto sale in cattedra Juan Carlos Navarro, che ne mette 25 in 18 minuti (!!!) e mette in ghiaccio la partita dopo due quarti e mezzo.

In gara 3 domina la tensione.

Punteggio basso e tante imprecisioni la fanno da padrone, ma nel secondo tempo Marko Tusek decide di caricarsi sulle spalle tutta Malaga e la trascina con 17 punti (quasi tutti nella ripresa) ad una storica Final Four.

Nel frattmpo il premio di MVP della stagione va a Theo Papaloukas.

Luis Scola e Tiago Splitter

(2/3, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

Final Four

La kermesse questa stagione si disputerà ad Atene, nella sontuosa arena di OAKA.

Alle 17.30 scendono in campo le prime due semifinaliste, ovvero il CSKA Mosca e il sorprendente Unicaja di Malaga.

CSKA che mette subito le cose in chiaro, imponendo nella prima metà di gara la sua miglior arma, la difesa. I ragazzi di Scariolo infatti non riescono a sfondare la muraglia di Messina, con il solo Carlos Cabezas a trovare con costanza il canestro, specie dalla lunga. Nonostante ciò gli spagnoli rimangono a -9 (33-24) all’intervallo per via delle percentuali basse dei russi. Nella ripresa Malaga riesce addirittura ad impattare a 10 minuti dalla fine, ma nell’ultima frazione emerge la superiorità tecnica dei moscoviti trascinati da Theo Papaloukas e dal lavoro nel pitturato di David Andersen.

A far compagnia al CSKA in finale ci sarà il Pana di Obradovic, che come il CSKA stritola con la difesa il Tau Vitoria.

Partita guidata, a differenza di quella precedente, senza particolari patemi sempre avanti. Letteralmente annullate le due torri basche Scola e Splitter da un immenso Mike Batiste, MVP del match. Per lui 15 punti e 12 rimbalzi, di cui 4 offensivi, in soli 28 minuti. 67-53 il finale.

Nella finale per il terzo e quarto posto trionfa l’Unicaja ai danni del Tau rimontando nell’ultimo quarto 10 lunghezze e vincendo di 2 soli punti (74-76). Da segnalare la grande prova di Marko Tusek: l’ex Avellino ha messo a segno 18 punti con 5/6 dalla lunga.

Ma passiamo al piatto forte, la finale.

CSKA-Panathinaikos è stata la finale più accreditata ad inizio stagione e forse anche più giusta. Sono state le squadre più continue e soddisfacenti, ed è giusto che si siano meritate questo palcoscenico.

Nel primo quarto entrambe le squadre si annullano, col punteggio rimasto pressochè in bilico più per merito delle difese che degli attacchi. Nel secondo quarto OAKA esplode e trascina letteralmente il Pana nel primo tentativo vero di fuga. Nel secondo parziale infatti, i Greens realizzano ben 28 punti e si portano sopra di 10 lunghezze all’intervallo, guidati dal Diamante e da Dejan Tomasevic.

Nel secondo tempo prova a rientrare il CSKA con le giocate di Papaloukas e le triple di Langdon, ma non basta. Infatti i padroni di casa mantengono il vantaggio accumulato nella prima parte di gara e lo conservano fino agli ultimi secondi dove domina la lotteria dei tiri liberi.

Il parziale non cambia e così il Panathinaikos non può che laurearsi campione d’Europa per la quarta volta!

Dimitris Diamantidis si aggiudica il premio di MVP delle Final Four.

Fragiskos Alvertis alza la coppa
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