Pillole dalla notte di Eurolega

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Il settimo turno si completa con la splendida partita di Madrid in cui un Sergio Llull fantascientifico guida la “casa blanca” al successo contro un ottimo Panathinaikos, tra le cui fila brilla ancora la stella del nuovo Nick Calathes, ordinato, efficace e sotto controllo come mai in carriera. Ad Istanbul grandissima impresa del Darussafaka di David Blatt che mette sotto uno CSKA troppo disattento per almeno tre quarti. Olympiakos vincente su un Barcellona decisamente brutto, mentre lo Zalgiris regola il solito impalpabile Galatasaray nello scontro di fondo classifica.

Ora guida lo CSKA (6-1), su Real e Darussafaka (5-2) seguite da 6 squadre con il record di 4-3 ed altre a 3-4. Equilibrio notevole e mai nessuna sfida scontata. Stasera si riparte con l’ottava turno che avrà il meglio in coda: Barça-Real e Pana-Oly in un venerdì che è già indimenticabile prima ancora di arrivare.

Ma cosa resta di questo settimo turno? Tante cosucce, di cui alcune che tendono ad essere memorabili, nel bene e nel male..

SERGIO LLULL – 31’37” in campo, 7/14 da due, 4/6 da tre, 4/4 dalla linea, 4 assist e 4 falli subiti. Non è nulla rispetto alla qualità, folle per gli umani ma normale per un extra-terrestre, di quanto fatto vedere in campo. Cla-mo-ro-so !!!

NICK CALATHES – Non avesse trovato sulla sua strada il fenomeno di cui sopra saremmo qui a parlare di prova “for the ages”. Leadership notevole e statistiche solidissime tra le quali emerge un personalissimo concetto del rapporto assist/palle perse: 9 a 2 giocando pressoché tutti i palloni per 34’23”.

DARUSSAFAKA – 13-0 di parziale ad inizio gara, 6 triple a segno sui primi 6 tentativi, 30 punti nel primo quarto e +16 tenendo gli avversari a 57 alla fine del terzo. A proposito di avversari, so trattava di quelli con la maglia rossa e blu che avrebbero in mano il trofeo. De Colo e Teodosic zittiti per almeno 30 minuti. Impresa vera, al netto del clima da gita scolastica dei moscoviti.

OLYMPIACOS-BARCELLONA – 13 su 48 combinato da tre, 27 su 66 da due. Va bene le difese, soprattutto quella dei “reds” che torna finalmente ai suoi storici livelli, ma veder segnare 40 volte su 114 in cui si alza la mano verso il ferro è francamente un po’ troppo.

BLAUGRANA – Se perdi segnando rispettivamente 16, 9, 13 e 14 punti in una gara in cui prendi 39 rimbalzi contro i 33 degli avversari già non va benissimo. Ma il disastro è la circolazione di palla: 18 perse contro 10 assist ed un gigantesco numero di possessi in cui per 15 secondi tutto  resta immobile nel mani di Rice. Discreto il “nuovo” Holmes.

KHEM BIRCH – Sta crescendo lentamente, anche se non è il centro che ti porta in fondo alla competizione, almeno per ora. Il titolare è lui. Il mistero sulle condizioni di Patrick Young si infittisce.

SARUNAS JASIKEVICIUS – «Dobbiamo lavorare meglio sui dettagli, quelle piccole cose che si trasformano in grandi cose all’interno delle partite». Quando parla uno come lui è bene ascoltare con attenzione: dato l’equilibrio in essere questa è e sarà un’edizione di Eurolega decisa dai dettagli. Ancor più che in passato.

BROCK MOTUM – 16,3 punti, 68,5% da due, 57,9% da tre, 4,6 rimbalzi. 50 punti nelle ultime due uscite con 14/16 da due e 7/9 da tre. 208 cm e 11 kg di solidità per l’australiano da Washington State e l’investitura morale del grande capo in panchina: «E’ uno di quei ragazzi che sei felice di vedere far bene perché ha sempre lottato anche nei momenti difficili ».

ERGIN ATAMAN – Non ha in mano la squadra e non si vede la luce alla fine del tunnel. Il nulla cosmico in difesa toglie ogni speranza. Chiaro che vi siano responsabilità del coach, ma non si devono tralasciare quelle di chi ha costruito un roster che dietro fischietta nonché quelle dei giocatori stessi, a lunghi tratti irritanti. Quando il coach dichiara «We did not fight» è detto tutto.

 

 

 

 

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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