Virtus, nel momento più duro serve ripartire da valori certi

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Virtus Segafredo Bologna che sta vivendo il momento più duro dall’inizio di un’Eurolega che è stata, a lungo, semplicemente straordinaria. Cosa serve oggi verso il traguardo finale?

La sconfitta (96-81) maturata nella serata di ieri a Kaunas, in occasione del Round 30 di Eurolega, ha portato al sorpasso del Maccabi nei confronti della Virtus in ottica settimo posto.

Settimo od ottavo, si dirà, sempre Play-In vuol dire… E no, perchè essere settimi vuol dire giocarsi la prima chance verso i Playoff in casa, proprio contro l’ottava, e nel malaugurato caso di sconfitta vuol dire aver una seconda possibilità sempre casalinga, contro la vincente dell’altro Play-In, quello tra nona e decima. Fa una bella differenza. Oggi, in caso di arrivo a pari numero di vittorie, il Maccabi sarebbe avanti per via della differenza canestri nell’1/1 degli scontri diretti (+7: -10 di Bologna e del +17 di Belgrado).

Inutile girarci attorno, il recente record di 3W e 8L ci porta una Virtus ben differente da quella, splendida del 14/5 nei primi 19 Round. Senza addentrarci nei numeri, la differenza di rendimento soprattutto offensiva è sotto gli cocchi di tutti. Fisicamente la squadra pare in difficoltà sui 40 minuti e nella gestione del doppio impegno, con alcuni protagonisti con la spia della riserva accesa.

Sorpresa negativa, sconforto, disillusione? Nulla di tutto questo. Serve realismo così come equilibrio.

Questa squadra ha regalato momenti di pallacanestro straordinaria, travolgente ed accattivante per la forma in cui è arrivata, sorpresa sì, ma positivissima, in grado di passare da una sorta di “underdog” ad un sistema da studiare a fondo per essere affrontato.

Questa è una squadra dai valori notevoli perchè non sarebbe così se non si fosse stati in grado di ribaltare situazioni complicatissime che hanno portato a diverse imprese come il sacco di Belgrado, le W interne contro Barça e Fener, solo per citare quelle che restano più impresse nella memoria. E tutto ciò è arrivato grazie ad un preciso mix tra forza interiore ed organizzazione di gioco di un certo tipo.

Questa è una squadra che è anche caduta, fragorosamente, su campi come Belgrado sponda Maccabi, Istanbul sia con Efes che Fener, Madrid e Barcellona, collezionando scarti ampiamente negativi (107 punti totali in queste 5 occasioni). E poi questa serie da 3/8 decisamente negativa.

Ed allora, dove sta la verità? Chi è stata, chi è e chi sarà questa Virtus?

Realismo ed equilibrio sono le parole chiave.

Realismo che non può farci dimenticare che ad inizio stagione un posto nelle prime 10 era l’obiettivo concretamente perseguibile ma senza certezze assolute. Essere stati a lungo tra le primissime, assai meritatamente ma sempre realisticamente andando oltre le proprie possibilità, è questione che deve portare proprio alla seconda parola chiave ovvero equilibrio.

Equilibrio che ci faccia comprendere che la Virtus non è quella di oggi, spesso in difficoltà, così come non avrebbe potuto essere per 34 gare quella delle grandi imprese sino ad inizio anno. E chi segue da anni nei dettagli questa competizione, per certi versi maledetta, ha imparato a comprendere alcune delle regole base che ormai sono scolpite nella pietra del torneo. Tutto ciò che succede ad ottobre, novembre o dicembre può essere facilmente ribaltato dai verdetti seguenti di gennaio ed oltre, basta una caviglia che si gira nel momento sbagliato per cambiare tutte le prospettive di una squadra, così come le strisce, vincenti o perdenti, sono un classico a cui siamo ormai abituati.

E’ l’Eurolega, piaccia o meno è così ed il roster iniziale, comprese le correzioni in corsa, di Bologna è, a parere di chi scrive, un po’ corto per primeggiare in questa competizione. Le seconde parti di gara meno soddisfacenti (vedi proprio la Zalgirio Arena) ed intense rispetto alle prime sono frutto di un certo logorio che non si può ritenere strano per una squadra che ha giocatori della massima importanza con data di nascita 1986 (2) e 1987. L’assenza di una PG che tolga le castagne dal fuoco nei momenti di stallo offensivo è cosa che ci parve nota sin da settembre, sebbene talvolta dimenticata dalle imprese di Iffe. Un lungo con prospettive perimetrali forse farebbe al caso della pallacanestro di Luca Banchi più di ciò che ha oggi a disposizione. Ma queste sono tutte tematiche che possono diventare base di lavoro per l’allestimento del gruppo che affronterà la prossima campagna europea.

Stella Rossa (fuori), Pana (casa), Milano (fuori) ed infine Baskonia (casa) sono 4 appuntamenti, uno più importante dell’altro, che vanno affrontati proprio sulla base di realismo ed equilibrio, che poi si traducono in consapevolezza.

Consapevolezza dei propri valori, che sono solidi, del sapersi riconoscere in grado di andare oltre ogni difficoltà, del ritrovare un po’ di quella sfacciataggine che ha fatto male a quasi tutte le rivali, del rivedere sulle facce di tutti quella convinzione che è giusto che ci sia per un gruppo che sta globalmente facendo molto meglio di quanto la totalità dei commentatori si attendesse al via della competizione.

Questa Virtus non può perdersi nella difficoltà del momento perchè si è guadagnata il diritto di sognare ad aprile.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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