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Campazzo attacca Satoransky nel Clasico di Liga Endesa
Campazzo vs Satoransky nel Clasico - photocredit: Real Madrid Basket X

Cosa c'è di meglio per chiudere il weekend di Liga Endesa (non il 2024, stasera di nuovo in campo con le ultime due partite dell'anno solare) se non un Clasico?

Sicuramente nulla, avranno pensato i tifosi merengues accorsi al Wizink Center, testimoni di una sudata ma quanto mai importante vittoria per 73-71 sugli arcirivali del Barça. Tensione, parziali e purtroppo l'infortunio di Gaby Deck, da verificare nelle prossime ore ma che lascia un po' di amaro in bocca alla compagine guidata da Chus Mateo. 

La cronaca del match

L'inizio ha del confortante, sotto diversi aspetti, per entrambe le squadre. Il livello è alto i ritmi pure. Non c'è, come ovvio, gestione dello sforzo, ma un uso delle rotazioni che può strappare qualche mezzo sorriso agli allenatori.

Il Real Madrid ha segnali da Rathan-Mayes, sorprendentemente difensivi, uno stint volenteroso di Feliz, una buona solidità sui due lati di Abalde. Il Barcellona, al netto dell'ennesima indisponibilità di Neto, ritrova ottimi brani di Metu che da vita specialmente nel primo tempo, ad un notevolissimo duello con Hezonja. Magari non a livello di qualità di scelte, ma di grande talento decisamente si.

Il Real conduce e rinnova la nuova gestione di Campazzo, concedendo al play argentino molto riposo nel secondo quarto per poterlo usare massivamente nella ripresa (0' nel secondo quarto 17' abbondanti nell'intero secondo tempo). Anche un modo per responsabilizzare la squadra e affrancarla dalla dipendenza dal pick and roll e dalla creazione del play argentino. Una missione difficile quando si ha un talento del genere, ma che si è resa necessaria per coach Mateo per poter gestire al meglio l'andamento delle partite.

Sull'altra panca, Penarroya, dopo la dura caduta europea, se da un lato ritrova problemi legati ad un attacco stagnante e che spesso ricorre all'hero ball dei pur cristallini talenti barcelonisti, dall'altro ha momenti di maggior calma e lucidità, specialmente quando riesce ad attaccare nei primi secondi dell'azione.

Buona la prova di Satoransky, per una volta il miglior ceco blaugrana (Vesely nervoso e fuori dal match), deciso dall'arco e leader vocale e per atteggiamento anche nei momenti complessi del match e ultimo a mollare con la tripla che riapre i giochi nel finale.

Satoransky al tiro contro Campazzo
Satoransky, ottima partita per lui - photocredit: Barça Basket X

La partita vive un momento chiave nel terzo periodo quando su una transizione ovviamente orchestrata da Campazzo, Deck schiaccia il +9. L'esplosione del Wizink per il quasi massimo vantaggio (+10) è strozzata dalla innaturale caduta dell'ex Okc che chiede subito il cambio. Seppur ovviamente da rivalutare dopo gli esami strumentali, un brutto colpo per il Real e per il Tortuga. Un giocatore chiave e che stava elevando il suo livello, proprio in nel momento di maggior bisogno.

Il connazionale non lo fa rimpiangere e il Real continua la sua corsa di testa coaudiuvato anche da una tripla alla Llull di sergio Llull alla 620ima presenza in Liga Acb, recordman merengues.

Llull premiato da Florentino Perez per la 620ima presenza in Acb
Llull leggenda del Real ora primatista di presenza in Acb - photocredit: Real Madrid Basket X

Il finale

Inutile dire che il livello sia quello di Eurolega. E' un dato. Ma la stagione non idilliaca, sotto le aspettative, forse è il caso di dirlo, per entrambi carica il Clasico di una drammaticità che emerge prepotentemente nel finale. 

Il quarto conclusivo è una battaglia con le difese che si sacrificano fisicamente in uno scontro denotato dall'urgenza di affermazione dovuta a questa strana stagione. Non ne giovano le percentuali dall'interno dell'area. 2/18 da 2 combinato negli ultimi 10 minuti, con il Real però lucido nell'attaccare il ferro e raccogliere falli per rifugiarsi in lunetta. 

Il Barça ha il merito di restare in scia e con il talento diffuso basta una miccia per scatenare un inferno. Sono tre le triple consecutive 2 di Parker (18 con 9 rimbalzi) e una, con Abalde francobollato, di Punter (12), che addirittura manda gli ospiti in vantaggio (65-66).

Gli ultimi 2' sono in parte copia-carbone del Clasico di Euroleague. Una tripla di Campazzo per andare avanti, una tripla in transizione in ritmo ma sbagliata per il controsorpasso del Barça, una gestione più lucida del Real, una sintesi non nuova ma sempre dolorosa per i blaugrana. La tripla contestata di Metu cade lunga sul ferro e i Blancos chiudono l'anno in testa alla Liga e con il terzo Clasico su 3 stagionali, vinto.

Altra serata dolente per il Barcellona. Talento e lunghezza del roster risultanto ancora una volta insufficienti per poter gestire i momenti caldi. Una mancanza di lucidità che costa una situazione piuttosto turbolenta e una classifica, anche di Acb, tutt'altro che rassicurante in vista della Copa del Rey.

 

Numeri e protagonisti del match

Un partitazo, l'ennesimo per la Liga Endesa, di natura diversa dal Valencia-Real di settimana scorsa. Attacchi meno brillanti ma un pathos che solo una rivalità del genere riesce a regalare. 

Il Real vince una partita che dalla statistiche non avrebbe dovuto forse condurre in porto. Sotto nei rimbalzi (48-43) e nelle percentuali dal campo. Il controllo delle emozioni e del ritmo è stato fondamentale, come la capacità di continuare ad attaccare il ferro per arrivare presto alla possibilità di trovare liberi.

Il Barca, peggior squadra dell'intera Liga per rimbalzi d'attacco (8,3 di media) ha saputo reggere (15-15) dandosi diverse chance da secondo possesso (18-5). 9 le palle perse (vs le 5 Real), non un numero eccessivo sicuramente, ma alcune sanguinose (quinto fallo in attacco di Vesely docet) sintomo della differenza principale al momento tra le due squadre. La leadership.

Campazzo ancora una volta è il faro di questo Real. 17+6 assist in 26'. La stagione in cui sta dimostrando, se ce ne fosse stato bisogno, la sua indispensabilità in camiseta blanca. Non solo pick and roll. Il ritmo, i vantaggi creati e anche la difesa. Ma soprattutto la capacità di decidere le partite con canestri importanti.

Hezonja, in uscita dalla panchina, rimane Hezonja. Scelte a volte affrettate, ma ossigeno puro con le sue esplosioni di talento offensive. Il salto di qualità, forse inatteso, è su altri settori. Per 2 triple ammazzapartita sbagliate, a cui non siamo abituati, aggiunge tanto altro. 15 punti con 11 rimbalzi e una difesa da non sottovalutare anche su avversari come Metu e Parker.

Il Barca ha Parker come detto. Metu (10 e una condizione crescente) e Punter, 12, giocate spettacolari, ma un po' tangenziale. Lontanto dal livello di controllo che aveva dimostrato al Partizan e che ora servirebbe tanto ai catalani.

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