Liga Endesa | J12. Valencia è Real. Batte Madrid in volata e conquista la vetta solitaria
Nella Jornada 12 di Liga Endesa, Valencia e Real danno vita ad un duello entusiasmante, emozionante e serrato, vinto dai padroni di casa grazie alla tripla di Costello nel finale
Lo scontro al vertice della Liga Endesa non delude le attese. Difesa, intensità, attacco, invenzioni, talento. Ritmi elevatissimi, grandi emozioni e un livello di contatto e fisicità stellari, grazie anche, ed è giusto rimarcarlo, ad un arbitraggio che non si vede spesso in Europa. Permissivo si (forse anche troppo), ma altamente coerente, che ha contribuito ad elevare uno spettacolo straordinario.
Alla sirena la spunta Valencia, 85-84, riprendendosi la vetta solitaria della lega mas fuerte d'Europa.
La cronaca della partita
La settimana europea porta dietro due sapori diversi. Amaro il recupero della sesta giornata di Eurocup, con la prima sconfitta continentale, dopo 1OT in casa contro il Lietkabelis per Valencia. Due vittorie fondamentali contro Paris e Monaco per il Real.
Queste scorie sembrano già smaltite nella testa taronja. L'inizio è di quelli che non fan trasparire indecisioni. I padroni di casa sono indemoniati, il Real non riesce a respirare, una vera e propria aggresione difensiva. Gli ospiti subiscono l'impatto. Semplicemente non si segna mai. 1/9 da 3, 3/14 da 2, il Real Madrid sbatte contro il muro difensivo di Valencia che sembra riuscir a gestire senza patemi il rebus Tavares sui due lati del campo.
Già perchè tra ali e centri, Valencia ha tante e disparate armi. Corpi si per contrastare l'infinito capoverdiano, ma anche atipicità diffusa che fa disperare gli uomini di Chus Mateo nella metacampo difensiva. Sestina, Ojeleye, Pradilla, Costello sanno allargare il campo, con dinamismo spostano Tavares in zone non ideali. Valencia giustifica l'alta considerazione fin qui conquistata.
I padroni di casa allungano anche fino alla doppia cifra di vantaggio (+12 massimo vantaggio) quando Hezonja e un insospettabile Rathan-Mayes lanciano segnali di vita per il Real. Ma sono flebili e anzi pressochè inesistenti da dietro l'arco (1/7) e Valencia rimane in controllo all'intervallo.
Il Real torna dagli spogliatoi diverso. Ad un Deck, brillante, continuo e fenomenale ad accumulare giocate preziose, si fa carico della squadra anche il connazionale Campazzo, piuttosto evanescente nel primo tempo (0 punti), profetico nella ripresa.
Il blancos cadaverico dei primi 20' ritorna merengues e Facu eleva il livello della sua pallacanestro, incidendo a cavallo del terzo e quarto periodo con una prestazione di lettura e costruzione dal pick and roll quasi accademica. Incontenibile. Circus shot, accelerazioni, assist di elevata fattura. Tutto il repertorio che combinato ad un calo dell'intensità difensiva di Valencia permette al Real, prima di rientrare e poi di raggiungere il massimo divario (+8, 71-79 al 37').
Ed è qui che il Real commette l'umano ma fatale errore di tirar il fiato. Un paio di sequenze difensive al risparmio e altrettanti attacchi poco lucidi permettono a Valencia di prendere fiducia con Jones (16 alla fine) e la tripla di Ojeleye. 9-0 di parziale chiuso con la schiacciatissima di Costello (11 per lui) in contropiede.
Da qui è un ping-pong spettacolare che ci accompagna per tutto l'ultimo minuto. Hezonja con la tripla, Jones con il pareggio, Deck con il tap-in, chiude ancora Costello con la tripla del vantaggio definitivo.
Ma decisiva ancora la difesa valenciana che, complice un ultimo possesso poco lucido, costringe Campazzo ad una preghiera da lontano e poi ostacola Deck ancora una volta pronto a rimbalzo ma impreciso al tabellone. Valencia-Real si chiude 85-84. Una partita tutta d'un fiato, spettacolare per emozioni e giocate, un degno scontro al vertice che certifica, se mai ce ne fosse bisogno, le ambizioni della squadra del professor Martinez in questa stagione.
Le chiavi per la vittoria di Valencia
Questa Valencia è una squadra di altissimo livello. Una mentalità incredibile, grande freddezza nel finale, dopo una partita che sembrava stesse sfuggendo dalle mani dei valenciani.
Ma per quanto cruciale la parte mentale è accessoria ad un contesto tecnico perfettamente funzionante. Un roster costruito con grande sapienza, che può rispondere alle problematiche di una stagione lunga e che propone sfide di diversa natura.
Una grande difesa. Fisica, intensa, capace di aiutarsi, di aggredire sul perimetro e di proteggere il ferro. L'attacco, finora tra i migliori d'Europa sia per efficacia che per numeri, ha mostrato una pericolosità costante con tutti gli uomini nei diversi livelli di scoring, al ferro, dalla media e lunga distanza, sapendo interpretare bene l'attacco a metacampo ma anche attaccando nei primi secondi dell'azione.
Decisivi nella serata odierna, la possibilità di poter ruotare diversi lunghi atipici (anche se è quasi ossimorico oggi come termine) intorno al totem Tavares. Doverlo costringere ad abbandonare l'area ha permesso di scardinare la difesa madridista, arrivando ad esser anche la scelta vincente sulla tripla della vittoria di Costello.
Pedro Martinez, con la sua pacata razionalità, ha forgiato una squadra che dirà la sua per tutta la stagione e che ora passerà il Natale dalla posizione più comoda in classifica. Durerà? Non son dei parvenù, a prescindere dal risultato finale della stagione, Valencia ha una caratteristica di roster, oltre il talento, che è sempre più importante. La lunghezza. Anche stasera 11 effettivi su 12 con almeno 12 minuti in campo, con il solo Puerto a non segnare. Vuol dire ottima distribuzione delle forze e poter gestire stati di forma e ispirazione. Vuol dire fiducia e coinvolgimento diffuso, per ora vuol dire vittorie.
Qual è il vero Real?
Una domanda che forse non bisognerebbe ancora porsi all'alba del nuovo anno solare. Il doppio turno di Eurolega ci aveva consegnato una fotografia nitida e carica di speranza per i tifosi madridisti. Forse bisogna rifarsi alle parole di Mateo stesso. “Non sono felice perchè abbiamo perso, ma è la strada giusta”. Il Real ha mostrato momenti del Real passato e anche Valencia ne ha subito l'impatto.
Un vero Deck (19+8 rimbalzi), Musa in ripresa (11, ma più timido nel finale) lasciano ben sperare. Campazzo (11+8 assist), Tavares (10+8 rimbalzi) ed Hezonja (20+7 rimbalzi) confermano la loro indispensabilità per poter solo parlare di un Real competitivo. Ma ribaltando quanto detto per Valencia, questo Real pare troppo corto.
Ibaka e Garuba, per ragioni fisiche e tecniche non stanno avendo impatto nel dare fiato a Tavares e nel sostituire Poirier. Feliz, stasera bocciato dopo 6' iniziali, Rathan-Mayes rispolverato e poi dimenticato dopo un discreto primo tempo. Llull ovviamente da gestire (oggi out) per questioni anagrafiche, Gonzalez e Ndiaye, ovviamente da gestire per opposte questioni anagrafiche. Troppe incertezze, troppa discontinuità dalla panca. E le merengues pagano appena i titolari devono anche prendere 1' di fiato seduti.
Mai più bugiardo di oggi il dato sui punti dalla panchina. 44-39 in favore degli ospiti. Non una differenza enorme, ma potrebbe far pensare ad un Real che ha trovato risorse nei 12 a referto. Banalmente invece, Hezonja (20) e Campazzo (11) son partiti in panchina. In una pessima serata dall'arco (26% dato più vicino al 34% di Eurolega piuttosto che al buon 38% di Acb), non è bastato contrastare a rimbalzo la miglior squadra di Liga Endesa come Valencia per poter vincere. Questo Real ha mostrato cosa sa fare ma i difetti strutturali creano diversi dubbi sul fatto che lo possa effettivamente fare.