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I Playoff di Eurolega dopo gara 1

Due giorni di sfide hanno completato il quadro dei Playoff di Eurolega dopo gara 1. Globalmente si è assistito ad un discreto spettacolo senza che però le emozioni abbiano raggiunto livelli altissimi. Se è vero che l'auspicio è che vi possa essere una crescita globale col progredire delle serie, magari già dalle partite di oggi e domani che potrebbero riaprire tutti i discorsi piuttosto che mettere spalle al muro diverse squadre, lo è altrettanto che alcune previsioni abbastanza scontate abbiano trovato reale riscontro sul parquet.

E' altresì corretto notare come risulti chiarissimo che le 8 partecipanti ai Playoff sono le migliori del lotto e che nessuna di quelle arrivate a ridosso di una possibile classificazione per la posteseason, che fossero Play-In prima o appunto quelle sfide poi, sia a livello di chi oggi se la gioca per andare ad Abu Dhabi. In pratica stagione equilibrata nella forma ma assai nette differenze nella sostanza.

E' solo gara 1, sia chiaro, sempre complicato dare giudizi definitivi, tuttavia ci sono indicazioni molto significative che peraltro non si svincolano da quanto la stagione ha detto sino ad ora.

Fenerbahçe-Paris | Turchi più forti, francesi che necessitano di miracolo

L'impressione personale è che gli uomini di Tiago Splitter abbiano fatto tanto, forse tutto il possibile, ma che la differenza sia più netta del risultato finale.

Un buon Fener, non straordinario, si dimostra più completo sui 28 metri, e non è certo una sorpresa. In sostanza Parigi ha sempre il merito di essere se stessa tuttavia ha una sola via verso il successo, mentre Jasi può presentare diverse configurazioni di quintetto capaci di variare le situazioni tecniche e di ritmo.

Erick McCollum

Pana-Efes | I #greens non convincono ma vincono, la squadra di banchi ha perso una grande occasione

Il Pana ha schivato un bel proiettile soprattutto grazie all'1/10 da 3 con cui gli avversai hanno chiuso la gara. Diverse di quelle triple sbagliate sono arrivate con parecchi metri di libertà ed avrebbero cambiato sicuramente il risultato.

L'Efes si è inceppato quando il ritmo è sceso: merito della difesa greca, efficace solo negli ultimi 10' come ammesso dallo stesso Ataman, ma anche qualche colpa di Larkin e compagni che hanno accettato un po' troppo passivamente quel cambio di ritmo.

Sia chiaro, perdere solo nel finale ad Oaka non può essere figlio di una brutta prestazione, anzi, tuttavia è una serie Playoff e già stasera il rischio che sia quasi in ghiaccio c'è. Poi quel Nunn silente ed anche negativo è ben dura che si ripeta.

Monaco-Barça | C'è differenza, tanta, soprattutto a livello di intensità ed atletismo

Finché ci si è scambiati canestri anche con una certa leggerezza il Barça è rimasto a contatto, quando l'intensità è salita di livello i blaugrana non hanno avuto modo di competere. E non è la prima volta in stagione, come ben visto anche in patria.

La sensazione è che serva una prova più che perfetta di Brizuela e Punter, unita a diversi punti da Parker, Parra ed Abrines: in breve servirebbe la partita più che perfetta. Vesely è rientrato, ma lontano da quello vero per ora.

I monegaschi sono squadra da F4 molto, molto vicina alle “big 3”. Theis è stata aggiunta troppo sottovalutata, Mike James gioca con una competenza ed un'efficacia totale. Se anche il “supporting cast” tiene alta l'asticella dell'intensità e si evitano passaggi a vuoto visti talvolta, questa serie pare inevitabilmente segnata.

Olympiacos-Real | #reds superiori di parecchio, ma i #blancos non possono non provarci nemmeno 

Oly in controllo totale senza giocare una partita memorabile, Real che sparisce dopo 3 minuti, in pratica senza essere sceso in campo. La differenza, chiara nelle previsioni, è parsa francamente abissale.

La cosa molto intelligente fatta da Bartzokas è quella di aver mantenuto le mani sul manubrio della gara senza esagerare: non aver ecceduto nell'asfaltare i rivali è sempre cosa molto furba, per evitare di svegliare il can che dorme dandogli motivazioni che non sembrano esserci. La storia è piena di massacri in gara 1 poi pesantemente pagati in gara 2 e nel proseguimento della serie, a partire dal famoso “massacro del Memorial Day” inflitto dai Celtics ai Lakers.  

Madrid ha palesato una netta inferiorità nella qualità del gioco ed un nervosismo del tutto ingiustificato: in fondo sarà pure il Real ma è chiaro che in questa serie è decisamente “underdog”. Se campioni come il Facu e Tavares lo comprendono, seguendo l'esempio di Llull, qualcosa si può fare, se invece si resta nella propria abituale dimensione di superiorità storica, si rischia di andare a casa rapidamente. Come troppo spesso in stagione la leadership richiesta a Hezonja e Musa resta appunto solo una richiesta.

Il bello delle gare 1 di playoff? Devon Hall, Juancho, Theis e Mike James, Vezenkov

Devon Hall gioca una partita totale, di rara efficacia ed impatto. Sa fare tutto, lo sapevamo, e lo fa bene a qualsiasi ritmo, caratteristica mica male nelle gare decisive.

Juancho è semplicemente fenomenale. Pensare che a lungo si parlò di scambio con Hezonja fa riflettere sul jolly in mano agli ateniesi aspetto al due di picche madrileno. Fa tutte le cose che in una serie Playoff sono richieste per vincere. Dal sottobosco ateniese, poi nemmeno tanto sottobosco, non va dimenticato “clutch” Jerian Grant.

Juancho Hernangomez

Theis ha una doppia dimensione ed un'intensità che nessun lungo in Eurolega ha. Mike James gioca come quel vecchio leader che sa esattamente cosa fare e quando farlo: confermo l'idea che Spanoulis in panca sia una benedizione per lui, senza dimenticare però il lavoro fatto con Sasa Obradovic. MJ completa un poker di ex milanesi che dovrebbero far riflettere chi è sul divano. Sì è poker perchè c'è anche Melli che fa solo cose di importanza totale.

Menzione d'onore per Sergio Llull: in un Real che non si presenta al Pireo lui si dimostra ancora una volta campione in tutto e per tutto. Purtroppo però in una situazione da bollicina dell'acqua Lete: “C'è nessuno?” No, non c'è stato nessuno.

 

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