L'Hapoel non sbaglia ed annienta Gran Canaria: è 1-0 in finale di Eurocup
Con un grande secondo tempo gli israeliani battono i canarini e trovano il punto dell'1-0 in finale di Eurocup

Serve un grande secondo tempo all'Hapoel per avere ragione di Gran Canaria in una Gara 1 di finale di Eurocup che rafforza la superiorità qualitativa e di energia dei bianco-rossi di Tel Aviv: la squadra di Itoudis ha in Motley il trascinatore di serata, venerdì alle Canarie G2 per chiudere i conti ed alzare il trofeo
Ci è voluto un secondo tempo di grande livello all'Hapoel per annientare la resistenza di una Gran Canaria che ha tenuto botta solo per 20' prima di cedere alla qualità ed all'energia degli israeliani, trascinata dal solito concentrato di energia e potenza di Johnathan Motley, lungo davvero di categoria superiore. La finale di Eurocup pende dunque verso Tel Aviv dopo la partita di stasera: venerdì arriverà l'occasione di chiudere i conti in casa spagnola e per alzare il tanto ambito trofeo continentale. La truppa di Itoudis ha mostrato tutta la sua organizzazione nelle due metà campo, concedendo ai canarini solo 65 punti: in tre uscite stagionali contro i bianco-rossi mai la squadra di Lakovic è andata oltre quota 66, venerdì sarà vitale venire a capo di questo grosso enigma, altrimenti diventerà problematico anche solo sperare di forzare Gara 3. Gara 1 complicata per gli ospiti, che dopo i 20 punti del primo quarti sono calati notevolmente come rendimento, trovando 16, 14 e 15 punti nei restanti tre periodi. Finisce 74-65 per l'Hapoel questa Gara 1 di Eurocup, che ne ha 18 da Motley (12 nel solo terzo quarto), 17 da Blakeney e 10 a testa per il duo Foster-Madar. Impatto positivo anche per Caboclo, che ne ha 8 con 6 rimbalzi. Quattro in doppia cifra anche per Gran Canaria, che ha in Conditt (12 con 8 rimbalzi) il miglior marcatore, seguito dagli 11 di Homesley e dai 10 ciascuno di Albicy e Shurna.

Hapoel in grande spolvero: non c'è solo la (tanta) qualità
Non c'è solo la tanta qualità per un Hapoel che è in enorme fiducia grazie ad 11 vittorie nelle ultime 12 partite giocate (unico ko quello di Valencia in Gara 1 delle semifinali di Eurocup): gli israeliani hanno conquistato il punto del vantaggio nella serie grazie ad una partita giocata con applicazione ed energia, trascinati dal solito Motley, che in 35' in campo ha realizzato 18 punti, dominando il duello con Tobey. Partita che si è giocata un po' a strappi in termini realizzativi: seconda metà di primo quarto giocata a grandi ritmi e con tanta qualità da ambo le parti, secondo quarto più spezzettato e con pochi canestri, vinto 17-16 dagli israeliani. La costante - nella sfida giocata alla Samokov Arena - è la difficoltà di Gran Canaria nel trovare risorse al di là del primo quarto da 20 punti: pensare di vincere contro una formazione solida, concentrata e qualitativa come quella israeliana tirando con il 19% da lontano e segnando 45 punti in 30' è impossibile. La squadra di Lakovic ha creato problemi a corrente alterna solamente con il pick and roll centrale e con qualche soluzione di Homesley: per far male agli israeliani ci vuole ben di più, maggior coralità e soprattutto attenzione.
Gli israeliani - da par loro - hanno messo in campo una grande prova difensiva, lasciando le briciole a giocatori come Brussino, Ngouama e Tobey: tenere Gran Canaria a soli 65 punti è sintomo di grande attenzione ai dettagli, di energia e di chiarezza su quello che è il piano partita scelto da un vecchio lupo di mare come Itoudis. L'ex tecnico del CSKA ha trovato risorse da importanti da Caboclo, scarsamente impiegato in semifinale: il lungo ex Partizan ha creato non pochi grattacapi alla difesa canarina, aprendo il campo e integrandosi bene con il sempre presente Motley, formando una coppia difficilmente contenibile. Ci si aspettava un duello tra l'ex Fener e l'ex Valencia, ma è stato letteralmente a senso unico: lo sloveno ha realizzato solo 2 punti, condizionato pesantemente dai falli. La sensazione è che la squadra israeliana sia un gradino sopra quella spagnola per qualità, solidità, chiarezza del piano partita e soprattutto energia: il lavoro di Itoudis non va certo sottovalutato, nonostante abbia in mano una vera corazzata. Non è matematica la regola “vince chi spende di più” o “vince la più forte”: ci vuole organizzazione, idea tattica e coesione. Non solo i lunghi, visto che lo zampino pesante sul successo porta anche la firma di un gran realizzatore come Blakeney: qualità, profondità e certezze, l'Hapoel vuole la coppa.
