Obradovic: Devo chiedere ai giocatori solo ciò che sanno fare
L'essenza di ciò che deve essere un allenatore nella parole del più grande di sempre.

Zeljko Obradovic è il più grande allenatore di pallacanestro mai nato su suolo europeo, e molto probabilmente tra i primissimi anche oltre il vecchio continente.

In una recente conversazione con la stampa serba ha spiegato alcuni concetti che sono l'essenza del Coaching, tra richiesta ai giocatori e responsabilità dell'allenatore stesso.
Un “clinic” di semplicità e grande efficacia: le parole di Obradovic
«Un giocatore che ho allenato in passato, oggi un grandissimo allenatore, Sarunas Jasikevicius, recentemente quando ci siamo incontrati prima della gara contro di loro mi ha chiesto “Cosa sta succedendo? Un mio assistente mi ha detto che hai smesso di utilizzare un certo tipo di attacco ed ora stai giocando con principi semplici".»
«Sì, uso concetti semplici perchè ho giocatori che possono fare quello».
«L'essenza di tutto è in quello, semplificare le cose in modo che anche chi ha più difficoltà e non comprende certi concetti può comunque arrivarci».
«Sarà così più facile per tutti».
«Semplifichiamo ogni cosa, così che tutti possano fare tutto».

Come gestire l'esigenza di situazioni più complicate sul parquet
«E quando arriverà il momento di fare qualcosa di diverso, quando avremo bisogno di eseguire qualcosa di più complicato sceglieremo i 5 o 7 in grado di farlo».
«Se in quel momento mettessi in campo qualcun altro non potrei lamentarmi con lui perchè sarebbe interamente colpa mia se fosse in campo in quella situazione».
Sono passati 34 anni dall'esordio sulla panchina del Partizan e senza alcun dubbio Zeljko resta il migliore per mille ragioni. Il più moderno, il più completo e quello che sa dare e pretendere tutto dai giocatori nella forma più corretta. Dare ed avere, per la stessa causa, portando il concetto di empatia al massimo livello, ben differente da quegli atteggiamenti inutilmente sempre collerici che accompagnano tanti protagonisti sulle panchine. Non pretendere l'impossibile da chi non può darlo per poi accusarlo con cambi repentini e nevrotici: è anche una questione di onestà intellettuale nei confronti dei giocatori, cosa che questi ultimi comprendono molto bene e dalla quale deriva la stima verso certi allenatori e la malsopportazione di altri.
Un giorno un campione mi disse: «Ogni momento con lui devi dare il massimo perchè è quello che lui dà a te e che pretende di conseguenza, ma se quando andiamo in campo eseguiamo quello che ci dice abbiamo un layup facile o un tiro aperto ad ogni possesso». Sipario.