Panathinaikos, Ataman a tutto tondo dopo G5: “Le condizioni di Sloukas, il rinnovo di Nunn, Berlino e i derby persi”

Cesare Forgione
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Conferenza post-partita piena di spunti da parte di Ergin Ataman.

Ataman Pana

Un raggiante Ergin Ataman si è presentato ai microfoni dopo la qualificazione alla Final Four ottenuta dal suo Panathinaikos dopo il successo in gara 5 contro il Maccabi Tel Aviv per 81-72.

Queste le sue dichiarazioni.

“Sono orgoglioso dei miei giocatori, dei tifosi e del club a partire dal presidente Giannakopoulos che ha creduto in me sin dal primo giorno che ho messo piede qui ad Atene.

Voglio ringraziare anche tutti i turchi ed in particolare il presidente Erdogan, che ha seguito con passione il match di stasera e che ha cercato di contattarmi per congratularsi subito dopo la vittoria di oggi.

E’ stata una grande prova di amicizia tra la Grecia e la Turchia.

Massimo rispetto per il Maccabi, perchè han giocato una grande serie senza mai mollare fino agli ultimi 5 minuti.

Devo ringraziare tutti i membri dello staff tecnico e auguro una pronta guarigione a Paris, il nostro custode, vittima di un infarto a Belgrado la settimana scorsa. E’ ancora in terapia intensiva purtroppo e non sarà con noi a Berlino molto probabilmente. Ma il lavoro non è ancora finito.

Dopo la prima partita persa nella serie ho detto che saremmo andati alle Final Four. Beh, eccoci!”

Domanda: “Coach, l’11 novembre ha detto che saremmo andati alle F4. Io non ci credevo personalmente, ma invece lei si. Perchè?”

Nelle prime settimane della stagione nessuno credeva in noi, probabilmente perchè avevamo perso la Supercoppa e il derby di Eurolega alla prima giornata contro l’Olympiacos (Ataman ride).

A parte gli scherzi, passione e sacrificio nostra e dei nostri tifosi hanno dato una bella mano. Dopo ogni partita nello spogliatoio ci siamo detti che ce la potevamo fare, specialmente nella seconda metà della stagione. In questo frangente ho anche detto ai miei ragazzi che se fossimo arrivati secondi a fine regular season la Final Four sarebbe stata nostra. Siamo credo una delle migliori difese e siamo uno dei migliori attacchi grazie a eccezionali scorer come Nunn e Sloukas. Insomma ecco perchè ci credevo.”

Domanda: “Coach, Berlino è una seconda casa per i turchi. Cosa si aspetta in Germania?”

“E’ la seconda per i turchi ma anche la terza per i greci! L’hanno dimostrato quando abbiamo giocato a Monaco di Baviera, dove erano tantissimi. 500, 1000 o 10000 non conta, i tifosi del Panathinaikos sono incredibili. Quasi 100.000 persone erano in coda per i biglietti di stasera. Numeri surreali che sono sicuro si ripeteranno anche lì. D’altronde parecchi tifosi per strada mi han fermato dicendo che avevano già preso i ticket per le Final Four.”

Domanda: “Coach, sono rimaste Fenerbahçe, Monaco, Olympiacos e Barcellona. Se avesse potuto scegliere, quale avrebbe optato?”

“Purtroppo non possiamo scegliere, ma ho estremo rispetto per tutti i quattro team rimasti nelle due serie. Vincerà chi meriterà, auguro a tutti una buona gara 5. La cosa più importante è che il Panathinaikos dopo dodici anni tornerà a giocare una Final Four.”

Domanda: “Coach due domande. La prima sulle condizioni di Sloukas e la seconda su un rumors uscito subito dopo la partita circa un rinnovo biennale di Kendrick Nunn.”

“Riguardo Kendrick non lo nego, ci piace tanto come persona e come giocatore e non nascondo che ci sono stati fitti contatti con la sua agenzia negli ultimi due mesi. Spero che resti con noi.

Sloukas ha avuto un problemino al polpaccio, ora riposerà ma credo che sarà disponibile per Berlino…anche perchè vuole prendersi una bella rivincita. Valuteremo comunque il tutto fra qualche giorno.”

Domanda: “Coach Ataman, un commento su Juancho Hernangomez e Ioannis Papapetrou. Due ragazzi che hanno vissuto una stagione travagliata per colpa degli infortuni e che con il Maccabi sono stati decisamente impattanti.”

“Tutti eravamo preoccupatissimi riguardo la situazione di Ioannis. E’ stato fermo svariati mesi per un grave problema al ginocchio ed ha avuto una riabilitazione molto lenta. Ma io ho creduto in lui sin dal primo giorno, conoscevo le sue capacità e sapevo che la sua esperienza e la sua leadership ci sarebbero state d’aiuto in questo momento dell’anno.

Juancho è stato molto male nelle ultime due settimane per una sinusite parecchio forte. E’ stato in ospedale, si è fatto visitare a Madrid ed è tornato con l’intenzione di giocare.

Questo è il senso di appartenenza che lega noi nello spogliatoio e con i tifosi.”

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