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Olimpia Milano 2023/24: roster, forza, debolezze ed ambizioni

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Olimpia Milano al via della stagione 2023/24 con ambizioni altissime. Il colpo Mirotic fa sognare, il reparto lunghi è stellare ma le guardie basteranno?

L’Olimpia che affronta la stagione 2023/24 guarda per forza molto in alto. Il club ha ambizioni elevatissime ed il budget dimostra che non si lesinano sforzi per provarci sino in fondo.

Dopo un percorso di livello decrescente in Europa nelle ultime tre stagioni che ha portato prima le Final 4, poi i Playoff ed infine l’eliminazione in stagione regolare, i biancorossi si ripresentano ai nastri di partenza con una struttura che , come vedremo e come abbiamo già detto mille volte, è ad un passo dall’essere nel novero delle favoritissime della competizione.

L’estate ha portato un’altra rivoluzione in termini di viavai di giocatori. Dentro Mirotic, Lo, Bortolani, Poythress, Caruso e Kamagate, sono stati lasciati Baldasso, Mitrou-Long, Alviti, Biligha, Brandon Davies, Napier ed infine l’addio di Gigi Datome.

Messina, al quinto anno, rilancia una nuova sfida.

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pag 2 – IL ROSTER

pag 3 – LA FORZA

pag 4 – LE DEBOLEZZE

pag 5 – LE AMBIZIONI

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IL ROSTER

La squadra è completata, almeno per ora. Restiamo dell’idea che un inserimento nel ruolo di PG non è minimamente da escludere, o meglio ci pare necessario.

G – Pangos, Lo, Flaccadori, Baron, Tonut, Bortolani

F – Hall, Shields, Ricci, Mirotic

PF/C – Melli, Voigtmann, Poythress, Hines, Kamagate, Caruso

Coach : Ettore Messina

Sono ben 68 le stagioni totali di esperienza in Eurolega dei giocatori milanesi con ovviamente Hines e Melli a guidare la truppa a quota 13 ed 11. Coach Messina è a … 21! Solo 3 gli esordienti: Caruso, Bortolani e Kamagate.

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LA FORZA

Se tra le tue firme estive c’è quella di Nikola Mirotic non guardare in alto è impossibile. Il grande giocatore montenegrino garantisce una qualità clamorosa nel ruolo, peraltro già molto ben coperto da Melli e Voigtmann. Il sogno svanito di Partizan e Pana in questa lega un classico 18+5 te lo fa in pantofole e questo può dare una grande dimensione offensiva alla squadra.

Oltre al nuovo arrivo, però, ci sentiamo di indicare in Shavon Shields il fattore chiave dell’Olimpia. Con lui in salute, cosa mai realmente accaduta troppo a lungo nelle ultime due stagioni, Milano è di un’altra categoria perchè non ci sono molti, o forse meglio dire che non ce ne sono, giocatori così completi sui 2 lati del campo.

Il “frontcourt” è da competizione, tra i tre migliori del lotto con Madrid ed Istanbul sponda Fener.

Se poi tra i punti di forza non si mette uno come Nik Melli si rischia la maledizione degli dèi del basket. E dietro di lui c’è Johannes Voigtmann…

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LE DEBOLEZZE

Tema scontato, tema che abbiamo già ampiamente trattato: il playmaking inteso come pallacanestro moderna, ovvero creare vantaggi per la squadra, per sé ed essere in grado di mettersi in proprio a giochi rotti. Milano un profilo così non ce l’ha e l’Eurolega recente ha dimostrato che ne servono almeno due, se non tre.

La sfiducia che regna dalla primavera scorsa attorno a Kevin Pangos è un fatto e non può essere sottolineata.

E’ passato troppo sotto silenzio, a livello di perdite, il ritiro di Gigi Datome. Quello che Gigione garantiva in termini di leadership e di controllo equilibrato dello spogliatoio e degli umori dei compagni è inestimabile. Ora è sulle spalle dei soli Melli e Hines, comunque personalità di alto profilo ma differenti dal Capitano della nazionale.

Pensare ad altri punti deboli è assai complicato, perfino quando si parla di mancanza di un vice Shields non siamo d’accordo perchè Devon Hall ha ampiamente dimostrato, quando nel “suo” ruolo, di poter fare bene.

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LE AMBIZIONI

«Abbiamo un sogno nel cuore che si chiama Eurolega». Leo Dell’Orco, presidente del club biancorosso, lo ha detto chiaramente.

Ed è evidente che sei scuci una marea di quattrini per strappare Mirotic alla concorrenza di mezza Europa, oltre ad un monte salari già straordinariamente alto, non può essere diversamente.

Milano deve puntare a rimanere attaccata alla quota Playoff diretti e non sarà semplice in questa Eurolega. I Play-In devono essere la seconda scelta, ma non devono essere eventualmente vissuti come una tragedia per la manchevolezza tecnica, l’unica, di cui si è detto sopra.

E proprio per quello se Messina dovesse riuscire a costruire una soluzione vincente senza quelle famose PG creatrici di cui si nutre il basket odierno si tratterebbe di un capolavoro assoluto.

E’ necessario avere l’ambizione di giocare bene, non come lo scorso anno, perchè alla fine si può raccontare tutto ciò che si vuole ma vince chi gioca meglio. A tal proposito è bene scindere il concetto di cosa può voler dire giocare bene oggi, che è ben diverso da quanto significasse 10 o 20 anni fa. Ma questa è un’altra storia.

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