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Eurolega 2022/23: come stanno Partizan, Fenerbahçe e Monaco

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Eurolega 2022/23: quarta tappa del nostro breve viaggio dentro i roster che prendono forma per la prossima stagione. Partizan, Fenerbahçe e Monaco le squadre di oggi.

I roster per la prossima stagione prendono sempre maggior forma, tra ufficialità note da tempo ed operazioni ancora da chiudersi. Oggi analizziamo la situazione in casa Partizan, Fenerbahçe e Monaco.

PARTIZAN BELGRADO

E’ assolutamente inutile girarci attorno o trovare altre chiavi di lettura sull’imminente stagione serba in Eurolega: tutto parte da Zeljko Obradovic, il più grande di tutti, l’unico capace di dominare per oltre 30 anni la pallacanestro europea attraverso epoche totalmente differenti del gioco alle quali si è adeguato senza mancare mai di fedeltà ai propri principi.

Zele è la polizza del Partizan che si riaffaccia ai livelli più alti con rinnovate ambizioni, cercando di avvicinare l’ultima gloria che è datata 2010 con la partecipazione alle Final 4 di Parigi. Si tratta di un allenatore che non ha rivali e che guarda tutti dall’alto a basso grazie ad una passione senza pari e ad una preparazione tecnica e gestionale in grado di portare ogni suo atleta e qualsiasi sua squadra al massimo rendimento possibile.

Il Partizan ha il meglio in panchina e nemmeno di poco. Poi c’è la squadra, ad oggi ancora incompleta.

Il playmaking affidato ad Aleksa Avramovic e Yam Madar avrà quasi certamente un’aggiunta importante, decisiva: vedremo certamente sprazzi di Dante Exum come PG, ma un creatore di vantaggi arriverà senza dubbio. L’ex Barça è certamente un colpo straordinario sul mercato.

Così come di altissimo livello è l’arrivo di Ioannis Papapetrou, atleta dal QI cestistico notevole in grado di agire da vero e proprio motore della squadra.

Nunnally e Andjusic portano pericolosità dall’arco mentre Kevin Punter è atteso ad un ulteriore passo avanti che potrebbe consacrarlo tra le star della competizione.

Zach Leday non è stato quello di Milano ed anche qui le aspettative sono alte.

Difficile pensare che nel ruolo di centro si rimanga coi solo Lessort e Smailagic, non è un segreto che il nome di Milutinov resti di assoluta attualità.

Ciò che non va sottostimato è il potenziale miglioramento dei tanti giovani a roster che, dopo un’annata con Zele, potranno crescere come quasi sempre accaduto nelle squadre allenate dal genio serbo. Ecco perchè i vari Madar, Glas, Trifunovic, Koprivica, Smailagic e Vukcevic, tutti nati dal 2000 in poi, sono attesi a grandi cose.

Oggi il Partizan è una squadra che può lottare per i Playoff ma pare che possa farlo per uno degli ultimi posti disponibili, poiché 6/7 club rosterrisultano superiori e nemmeno di poco. Quel gap, grande o piccolo che lo si voglia considerare, può essere ridotto da ulteriori aggiunte ma soprattutto dal quel nome da cui siamo partiti, ovvero Zeljko Obradovic.

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FENERBAHCE

L’Efes domina ed il Fener sta a guardare? Non ditelo a Maurizio Gherardini e Dimitris Itoudis!

Due delle maggiori menti di pallacanestro di sempre in Eurolega si ritrovano sotto la stessa bandiera per riportare il Fenerbahçe a quei trascorsi europei che sotto la gestione Obradovic ne avevano fatto la classica “powerhouse”. Non è operazione facile, nonostante il titolo turco di giugno sia stata comunque una grande impresa, perchè sul Bosforo il peso del doppio trionfo continentale dei rivali è una montagna da scalare.

La squadra non è ancora completa formalmente ma lo è nella sostanza.

Nick Caltahes e Nemanja Bjelica sono due operazioni di fatto concluse, solo in attesa di ufficialità.

Il reparto guardie, con la mente greca ed il talento di Scottie Wilbekin, unitamente al molto positivo impatto di Hazer ed Akpinar ed alla dose di leadership ed esperienza che garantisce Melih Mahmutoglu, era già molto interessante.

Calathes che toglierà dalle mani di Wilbekin la palla ad inizio possesso è di fondamentale rilevanza.

L’arrivo formalizzato negli ultimi giorni di Carsen Edwards è molto più di una ciliegina sulla torta. Il grande realizzatore, uno dei top scorer in G-League e con un passato ai Celtics, ha caratteristiche “larkineggianti”. Il che non vuol dire che sia come il fenomeno dell’altra riva del Bosforo, ma che ha tutte le possibilità di fare benissimo.

Nel ruolo di 2-3, ma può essere tranquillamente considerato anche come creatore di gioco aggiuntivo, quel Marko Guduric che nel recente passato è sempre stato il termometro del rendimento gialloblu.

Dyshawn Pierre proseguirà la sua crescita notevole, ormai da giocatore determinante in questa lega, e troverà ad appoggiarlo nel ruolo Hayes-Davis, che ha terminato l’avventura catalana.

Del ritorno di Bjelica abbiamo già accennato. Esperienza, tecnica e leadership: un campione, non serve aggiungere altro.

Confermato Booker, arrivati Jekiri e Geyik ad allungare le rotazioni sotto, il nome che potrebbe cambiare le sorti della stagione è quello di Johnathan Motley, dopo la strepitosa parte di stagione in Eurocup. Qui le attese sono di altissimo profilo ed i limiti del giocatore tutti da esplorare.

Il Fener riparte e lo fa su grandi basi. Non è automatico essere competitivi ad altissimo livello sin da subito perchè ci vuole tempo per creare quella cultura vincente che Itoudis è maestro nel realizzare, ma la squadra vale un posto Playoff dopodiché ci sarà da divertirsi.

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AS MONACO

Perere di chi scrive? Il roster più intrigante ed attraente dell’intera Eurolega.

Sì, roster e non ancora squadra perchè tanti cambiamenti vanno assimilati, tuttavia pere che le mosse sul mercato siano andate nella perfetta direzione che i dettami tecnici di Sasa Obradovic richiedevano.

Questi non sono nomi messi lì a caso, non è somma di talento fine a se stessa (il termine collezione di figurine nausea più delle pagelle…) ma è un mirato rafforzamento voluto e realizzato nella forma che fosse più consona al miglioramento di un gruppo che è stato protagonista di una straordinaria stagione.

Obradovic (che maledizione allenare ed avere quel nome…) vuole talento, ha dimostrato di saperlo gestire ed ha imposto caratteristiche perfettamente aderenti all’atletismo ed alla fisicità della squadra.

Ed allora le firme di Elie Okobo, Jordan Loyd, Matthew Strazel, Jaron Blossomgam, John Brown e Joan Moakoundou, con l’aggiunta finale di Adrien Moerman, sono strategia perfetta sul mercato.

I rinnovi di Donta Hall, Alpha Diallo e della sorpresa playoff Yakouba Ouattara sono altrettanto fondamentali, col nome di Hall che era sul taccuino di mezza Europa che conta.

Discorso a parte per Mike James. Parlare di “anno buono” per il fenomenale talento di Portland è operazione cha ha già scottato tanti, compreso chi scrive, tuttavia è chiarissimo come la stagione 21/22 sia stata quella migliore di sempre per il giocatore, perfettamente a capo delle operazioni monegasche e trascinatore di un gruppo andato molto oltre i propri limiti.

Il rinnovo biennale è situazione importantissima: il club ed il Coach credono nel giocatore e lo ritengono pilastro fondamentale per provare l’assalto ai quartieri alti di EL. L’atleta ha deciso di chiudere la carriera europea qui e vuole provare a farlo con qualche traguardo storico per il club.

Questa squadra, grazie ma soprattutto “con” MJ, è arrivata a pochissimi possessi dalla Final 4 in quella che è stata la serie più dura, bella ed appassionante. Oggi è un gruppo più forte con una proprietà ambiziosa che fa le cose in grande in maniera assai competente.

Monaco è squadra da Playoff senza che alcun limite possa essere posto a priori. Lo è per una guida tecnica che si è confermata di valore e per un roster che ha talento ed atletismo sconosciuti a tantissimi rivali.

In un’Eurolega durissima, la “Roca” c’è.

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