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Euroleague Power Ranking #7: Barcellona, Madrid e Milano guidano la volata Playoff

Euroleague Power Ranking
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Euroleague Power Ranking #7 in stagione. Parte la volata Playoff e ci sono tre squadre che, a oggi, sembrano decisamente un passo avanti alle altre. Dietro sarà tonnara.

Appuntamento di febbraio, dopo quasi cinque mesi di stagione, con il nostro Euroleague Power Ranking. Abbiamo posticipato l’abituale mensilità in modo da lanciare la volata Playoff dopo la sosta per le coppe nazionali, comunque indicative per avere un quadro più completo.

Più o meno 25 gare per tutti, tenendo presente la lunga lista di recuperi ancora da giocare che proporrà un numero notevole di doppi turni, oltre ai due ancora in programma regolarmente. Gli infortuni continuano ad essere un fattore determinante, con altri campioni, quale ad esempio Cory Higgins, recentemente uscito di scena e da rivedere, possibilmente, nella fase conclusiva del torneo.

Il nostro Power Ranking, come sempre, non vuole esser una classifica ma una miscela di quanto dicono i risultati, quello che riteniamo essere il potenziale delle squadre ed il periodo vissuto in queste ultime settimane (tra parentesi la posizione di fine dicembre seguita dal record attuale).

Anche questa abbiamo diviso le contendenti in quattro fasce:

Il tutto con una visione allargata che ci porta a pensare che possa uscirne una griglia PO interessantissima, con magari squadroni come Efes e Cska nelle retrovie, pronte a giocarsela però sino in fondo in duelli appassionati con le prime.

#18 ZALGIRIS (18) – 4W 19L

Stagione che rimane sinora disastrosa, sebbene il rientro di alcuni protagonisti, Lauvergne su tutti, abbia reso la squadra più competitiva.

Rimane anche la netta sensazione di quanto sia stato incomprensibile l’esonero di Schiller, visto quanto raccolto dopo.

Ciò che manca principalmente è il ritmo che garantisca flusso all’attacco: 67 possessi a gara sono il penultimo dato di Eurolega.

Se vi aggiungiamo la peggior difesa, a 117,9 di DEFENSIVE RATING, la frittata è evidente.

Restano solo gare in cui provare a costruire qualcosa in ottica futura.

(1/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#17 PANATHINAIKOS (17) – 6W 17L

Se Kaunas è disperata, lo è pure Atene sponda “green”.

La miseria di 6 vittorie, un gioco mai decollato e tanti protagonisti ampiamente sotto lo standard atteso. Come da inizio stagione il solo Papagiannis sta garantendo un rendimento di livello.

La scelta di lasciare diversi giocatori alla nazionale, compreso lo stesso Papagiannis, più che un atto patriottico sembra essere la dimostrazione della resa definitiva. Un vantaggio concesso alla Stella Rossa in un momento delicato della stagione che francamente non comprendiamo, sebbene i serbi difficilmente saranno in lotta per qualcosa.

E proprio come a Kaunas, questo ultimo spicchio di stagione dovrà essere solamente la base per considerazioni future.

(2/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#16 BASKONIA (15) – 7W 17L

6 sconfitte consecutive dal nostro ultimo Power Ranking fanno sprofondare i baschi tra le ultimissime del torneo.

Come sottolineato a fine dicembre, con Ivanovic era 3/6, con Spahija 4/11: si è peggiorati, senza se e senza ma, confermando il dubbio che avevamo, ovvero che il problema non fosse l’allenatore, anzi.

Il peggior attacco (104,1 Offensive Rating) si accompagna alla second peggior difesa (114,8 DRAT): i numeri non mentono.

Squadra che non riesce a decollare in alcun modo e che ha ulteriormente peggiorato la situazione mancando la qualificazione alla Copa del Rey, dato drammatico per il prestigio basco.

Ora, più che in un’Eurolega ormai con poco senso, serve provarci per i Playoff spagnoli, per nulla scontati visto l’altissimo livello in Liga Endesa.

(3/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#15 ASVEL (10) – 9W 16L

Giudizio severo per le ripetute cadute ma altrettanto sospeso per via degli infortuni che hanno colpito una parte significativa del roster, non ultimo quell’Okobo che stava meravigliando tutta Europa.

Se è vero che non si è trovata nessuna alternativa valida agli assenti, lo è ancor di più il fatto che in determinate squadre sia pressochè impossibile parare questi colpi di sfortuna, poiché si parte da una base qualitativamente e quantitativamente inferiore rispetto alle big che hanno comunque un numero di giocatori di valore ben più elevato.

E’ un vero peccato poiché questo Asvel stava facendo vedere cose veramente interessanti.

L’infortunio di Okobo è stata la mazza finale.

(4/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#14 ALBA (16) – 8W 16L

Ritrovato Eriksson le cose sono migliorate, tuttavia il giocatore continua ad avere diversi problemi fisici.

Resta squadra in linea con le attese che non disdegna colpacci non indifferenti: le W con Zenit ed Unics, insieme a quella delle settimane precedenti con Milano, sono dimostrazioni che questo gruppo prova sempre a giocare la sua pallacanestro fatta di rimo e di sfruttamento della minima occasione che si presenti.

(5/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#13 STELLA ROSSA (11) – 9W 14L

Non farà i Playoff, a meno di miracoli che oggi vorrebbero dire vincere almeno 9 delle restanti 11 gare, cosa assai improbabile, tuttavia resta una squadra seria e dura da affrontare.

Con il progredire della stagione la difesa, marchio di fabbrica di Radonjic, è cresciuta, raggiungendo livelli di eccellenza.

Si fatica molto in attacco, dove 67,6 possessi di media costringono quasi sempre ad affrontare una difesa schierata. Ed in questa fase manca certamente un lungo vero che possa dare profondità all’attacco.

Nikola Kalinic resta certamente nella conversazione per i migliori quintetti della manifestazione.

(6/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#12 – MACCABI (14) – 11W 12L

Vai a capire cosa è successo a Tel Aviv.

L’esonero di Sfairopoulos, per tempi e modi, lascia assai perplessi.

Sostanzialmente era decisione già di diverse settimane fa, ma c’è voluto un crollo in Coppa nazionale per ufficializzarlo.

Tutto l’ambiente, a partire da quella stampa che ha descritto troppo dettagliatamente una situazione che sarebbe dovuta restare interna, è finito nella confusione più totale.

Teoricamente le possibilità Playoff sono ancora lì, perchè 11/12 con 6 gare casalinghe una chance te la lascia, tuttavia ci pare che la costruzione sbagliata estiva unitamente a quanto accaduto nelle ultime settimane, lasci poco spazio all’ottimismo.

E’ comunque squadra che qualche scalpo eccellente, soprattutto tra le mura amiche, può portarlo a casa. Ma quelle mura resteranno amiche visto quanto accaduto?

(7/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#11 BAYERN (12) – 7W 10L

La lotta di Trinchieri contro le avversità di una stagione complicatissima prosegue con grandissimi contenuti.

Il Bayern sta semplicemente facendo tutto ciò che mille disavventure permettono, come sempre al meglio, se non oltre le proprie possibilità.

Certamente il Coach italiano non sarà felicissimo di una difesa un po’ lontana dai suoi desideri, perchè quel 110,1 può essere migliorato.

Ma se parliamo di miglioramenti va certamente segnalato, ad esempio, il processo di crescita di un giocatore come Jaramaz che sforna prestazioni sempre più convincenti.

Il lungo stop di Hillard, che rivedremo a marzo inoltrato, è stata una botta terribile, comunque assorbita con la solita “garra” che contraddistingue tutte le squadre del Coach milanese.

(8/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#10 UNICS (5) – 13W 12L

Dopo 10 vittorie in 13 gare, è arrivata una serie da incubo di 1 sola W in 6 uscite che ha fatto precipitare una classifica che era eccellente sul 12/6.

Oggi l’Unics fa molta meno paura rispetto ad un mese fa e questo è un dato di fatto.

Tra le ragioni principali di questo crollo certamente i problemi fisici di Lorenzo Brown, anche martedì sera presente ma al 30%, non più, delle sue possibilità. E’ ovvio che in un roster non lunghissimo come quello degli uomini di Perasovic, l’assenza del leader tecnico si faccia sentire in maniera incredibile e non sia sostanzialmente superabile.

Se John Brown prosegue la sua stagione da incorniciare, c’è di contro gente come Canaan che sta vivendo un momento nerissimo dopo aver messo a ferro e fuoco diverse gare consecutive.

Ora la faccenda si complica di molto in ottica Playoff perchè le avversarie principali sono le due turche, squadre che sanno come si fa in certe situazioni e che, almeno nel caso del Fener, sono in striscia positiva assai lunga.

(9/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#9 MONACO (13) – 13W 13L

“Quella maledetta partita con lo Zalgiris…”

La sensazione che questo possa essere un titolo significativo per la stagione monegasca francamente c’è.

7/2 nelle ultime 9 e quel suicidio sportivo casalingo contro i lituani che, se evitato, avrebbe proiettato a 14 W con 5 gare alla Gaston Medecin da giocare, tra le quali Baskonia ed Alba nonchè quelli che sono due scontri diretti oggi, ovvero Fener ed Efes.

E proprio la sfida di domani sera con il Fenrebahçe avrà un’importanza clamorosa. Vincere vorrebbe dire essere lì con Djordjevic, perdere significherebbe allontanarsi forse definitivamente, dovendo fare la corsa sui campioni dell’Efes e sull’Unics, entrambe però da mettere dietro.

In ogni caso è stagione assai positiva che è svoltata, e spiace dirlo, dopo il cambio di Coach.

Obradovic ha saputo dare un’identità precisa alla squadra, coinvolgendo al meglio i suoi giocatori di talento come M.James, superbo in questa serie di successi, e Dwayne Bacon, finalmente visto al livello atteso. E va altresì segnalata la stagione meravigliosa di Motiejunas, così come sembra in ripresa Donta Hall, che aveva iniziato alla grande per poi perdersi un po’.

Ma c’è tanto di buono nel Principato, da Diallo a Ouattara e perfino, a volte, un Paris Lee che non pareva adattissimo a questa competizione.

Non dà poi certo fastidio, in una stagione farcita di tante gare ai 60 senza ritmo e senza alcun “appeal”, il fatto che i monegaschi sfornino una pallacanestro fatta di rapide entrate nei possessi, transizione e soluzioni che non permettono alle difese avversarie di schierarsi.

(10/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#8 FENERBAHCE (9) – 12W 10L

Il Fener può giocare due mesi ed oltre senza De Colo e Vesely?

Alla domanda del nostro ultimo Ranking, datato fine dicembre, avevamo risposto con un “Serve un miracolo”.

Ora, 7 settimane dopo, più che di miracolo possiamo parlare di uno straordinario lavoro di Sasha Djordjevic, culminato in un’esemplare prova al Forum contro Milano, una delle migliori squadre dell’ultimo periodo, nonchè terza forza di Eurolega oggi.

L’asse Henry-Polonara, che avevamo chiamato alle armi, funziona e lo fa anche grazie ad un Guduric che è tornato il campione che conoscevamo, ben diverso dalla pallida versione di inizio stagione.

La difesa è un marchio di fabbrica, l’attacco si muove meglio.

Domani sera a Montecarlo e domenica a Belgrado due gare importantissime: uscire con il bottino pieno vorrebbe dire cambiare totalmente prospettive, ma anche un 1/1 manterrebbe in quota importante.

Vesely è praticamente pronto, mentre può essere che serva qualche giorno in più per Monsieur Nando. Ma oggi non si parla più di emergenza.

(11/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#7 EFES (6) – 12W 12L

La verità è che ad oggi non abbiamo visto nemmeno col binocolo la splendida squadra ammirata nelle ultime tre stagioni.

Continui alti e bassi, più questi ultimi che i primi, ed un sistema che fatica terribilmente a ritrovare quella fluidità di gioco che ne ha caratterizzato gli anni migliori della propria storia.

Larkin e Micic sono ampiamente sotto ciò che ci sia aspetta, il loro futuro sul Bosforo è messo in dubbio quasi quotidianamente e la cosa non può certo essere di aiuto, gli altri senatori (8 giocatori nati tra l’85 e l’89) non riescono, se non a sprazzi, a dare quello che è sempre stato un contributo di qualità.

A guardare i numeri ciò che manca veramente rispetto agli scorsi anni è la percentuale dall’arco tuttavia, andando oltre, la vera domanda riguarda la qualità di quei tiri, prima di arrivare alle percentuali stesse.

Non va poi sottovalutato che sia stata una delle squadre meno colpite da problemi di infortuni, cosa che non è stata sfruttata a dovere.

Se poi ne facciamo una questione di “fame”, beh alla quarta stagione col roster pressochè immutato è evidente come possa mancare.

Può ritrovarsi? Sì, il miracolo potrebbe arrivare, sebbene per nulla scontato. Una volta ai Playoff, ad oggi per nulla certi, ci si potrebbe guardare negli occhi e dirsi “perchè non riproviamo a vincere quelle 5 maledette partite?”

E non sarebbe l’incrocio più piacevole per chi ha lottato per sei mesi per guadagnarsi una delle prime tre posizioni…

(12/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#6 CSKA (6) – 14W 10L

Con l’Efes resta la grande incognita ad altissimo livello, sebbene in una situazione differente.

Ora c’è Pangos, ma basterà il grande talento e la leadership dello sloveno-canadese per risolvere i tanti problemi di gioco evidenziati per tutta la stagione? Di certo è un’addizione importantissima, tuttavia necessiterà del tempo e, soprattutto, dell’adattamento ai modi di un giocatore che ama avere la palla in mano tantissimo. Che poi, a vederla positiva, è quello che amavano fare Chacho e De Colo nella versione vincente del 2019…

Se la questione esterni può essere considerata in crescita con la novità Pangos in coppia con un DH semplicemente stratosferico in stagione e con magari il ritrovamento di un Clyburn sinora poco efficace e sul futuro moscovita del quale c’è qualche nuvoletta, resta la questione principale, ovvero la coppia Shengelia-Milutinov.

Che il Cska vada meglio con solo uno dei due in campo è cosa abbastanza chiara nei numeri. Che si tratti di campioni che hanno avuto tutti i problemi del mondo e che quindi, se si risolvessero, potrebbero sfondare lo è altrettanto. Ma resta il fatto che quando il serbo occupa la posizione di post, suo territorio di caccia abituale, la toglie quasi automaticamente al georgiano, che la gradisce allo stesso modo. Ed in occasione delle “rollate” del centro, la tendenza di Toko ad avvicinarsi al canestro ne limita l’efficacia, rendendo gli spazi più angusti. D’altro canto uno Shengelia oltre la linea dei tre punti è acclarato come sia piuttosto inefficace.

Il Cska resta uno squadrone che, soprattutto, è allenato da una mente cestistica di livello assoluto che ha saputo uscire dalle situazioni più complicate in tutta la sua permanenza sul pino dell’Armata: Dimitris Itoudis è l’uomo che può risolvere tutto e proseguire un percorso meraviglioso che ha portato ad innumerevoli titoli.

Come per l’Efes, forse di più, rappresenta la minaccia peggiore per chi si aggiudicherà i primi posti in classifica al termine della stagione regolare.

(13/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#5 OLYMPIACOS (3) – 14W 9L

Momenti altissimi, tanti, momenti un po’ deludenti, pochi ma significativi per farci capire.

L’Oly di Bartzokas sta disputando una stagione di buonissimo livello, rendendo solido un sistema che fino all’anno scorso non lo era.

Rimane, totale, la convinzione che tutto passi da Kostas Sloukas. Se il greco fa il fenomeno che è, nessun traguardo è precluso, se scompare come ogni tanto è accaduto, le cose si fanno più complicate.

Difficile giudicare la stagione di Walkup, che ogni tanto non ha lasciato il segno e che potrebbe essere la variabile di crescita maggiore del gruppo. Dorsey fa il Dorsey, tutti gli altri portano il loro mattoncino, ma Vezenkov pare di un altro pianeta per quanto dato sinora, proseguendo il suo processo di maturazione che ci fa capire perchè il suo Coach abbia fortemente spinto per il suo rinnovo.

A livello di rotazioni è la squadra più bella da vedere in difesa, quando ci si muove allo stesso livello davanti la faccenda si fa interessante.

La gara di questa sera con Milano dirà molto sul grado di appartenenza dei “reds” all’élite della manifestazione.

(14/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#4 ZENIT (4) – 14W 9L

Quando si parla di Zenit il primo vocabolo che viene alla mente è solidità.

Spesso non brilla per flusso e spettacolarità, ma rimane una delle squadre più dure da affrontare. Farsi portare a sfide su quei 68 possessi è pericolosissimo per tutti, rischiando che in una sola metà campo la bilancia penda sempre dalla parte russa.

Oggi il bivio si chiama Shabazz Napier. Sono ormai settimane che lo vediamo come “game time decision” senza che poi giochi: a 5 mesi da una distorsione alla caviglia (ma era solo quello?) francamente non sappiamo cosa pensare. Lo stesso Coach Pascual a gennaio ci disse che febbraio sarebbe stato il periodo giusto per rivederlo ed oggi siamo al giorno 24. Restiamo fiduciosi. perchè è dato in lista per la sfida di domani contro il Barça.

Se questa squadra ritrovasse il Napier vero, quello che abbiamo visto dominare con una facilità impressionante la semifinale di Supercoppa VTB e che ricordiamo in una carriera di College estremamente significativa, allora saremmo di fronte ad una minaccia di altissimo profilo per qualsiasi avversaria. Vorrebbe dire aumentare la creatività offensiva in maniera netta, ovvero correggere quello che ad oggi è stato il difetto principale, cioè una certa prevedibilità in determinate situazioni. Nonchè aggiungere momenti di transizione rapida ed efficace in pochi secondi.

Non va certo dimenticato che Xavi Pascual è uno che sa come si vince in questa lega.

(15/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#3 OLIMPIA (7) – 17W 7L

Solida e notevolmente efficace. Non bella da vedere davanti ma a pieno titolo tra le migliori tre della competizione ad oggi, grazie ad una difesa con pochissimi eguali nella storia di Eurolega.

Dal 14 dicembre, in 10 gare giocate, il record milanese è di 8 W e 2 L. In questo lasso di tempo la difesa ha prodotto un Rating di 99,4, ovvero i punti subiti ogni 100 possessi, nettamente il migliore della lega, nonchè un dato di assoluta eccellenza.

La realtà dice che far canestro contro Milano, così come provare a giocarci bene, è un sogno al momento irrealizzabile per chiunque, visto che sono cadute squadre meno forti, ma anche squadroni del tipo di Barça e Cska.

Ma è la stessa realtà a dire che al tema attacco si soffre e non poco. In quelle gare il Rating offensivo è stato di 107,7 ovvero il dodicesimo del torneo, precedendo soltanto le ultimissime della classifica fatta eccezione per l’Unics, la sola compagine attualmente nel quadro Playoff che ha fatto peggio dell’Olimpia in questa voce. Ed i numeri confermano quanto si percepisce visivamente, con un movimento di palla ed un’organizzazione offensiva spesso troppo lacunosi.

Detto questo Milano è una gran bella squadra, meritatamente terza forza di questa manifestazione. Il fatto di aver raggiunto questo livello nel momento più difficile, dopo infortuni ed una seria di gare negative, dà ancor maggior merito allo staff tecnico.

Ora, per il salto di qualità verso l’alto, che vuol semplicemente dire provare a vincere l’Eurolega, manca proprio questo miglioramento offensivo che possa garantire risorse anche nel momento in cui la difesa non fosse in grado, cosa molto umana, di fornire quel rendimento straordinario che spesso va oltre il limite del sacrifico individuale e di squadra.

Se Milano saprà farlo, il limite non starà scritto da nessuna parte.

(16/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#2 REAL MADRID (1) – 20W 5L

La Copa del Rey e le altre continue cadute contro il Barça, non possono non lasciare il segno tuttavia la serena analisi post Granada di Pablo Laso ci fa pensare che in casa “merengue” si sappia bene cosa fare.

Ovvio che la delusione sia grande, anche se la differenza tra le rivali storiche è parsa molto inferiore rispetto al passato recente, soprattutto grazie alle scelte del Coach riguardo a cambi e rotazioni. In fondo se quel layup di Deck fosse entrato, come in 99,9 casi su 100, forse parleremmo d’altro.

Ma il basket è così ed allora si può parlare di momento un po’ complicato per un squadra titolare di una stagione sin qui strepitosa su tutti fronti che, non dimentichiamo, ha in patria la concorrenza più spietata rispetto a tutte le altre di Eurolega.

Potrebbe essere proprio la crescita di Deck il valore aggiunto determinante: l’argentino, che resta un gran bel giocatore, sta pagando il rientro da una NBA vissuta nell’inattività agonistica, una situazione che non ha colpito certamente solo lui negli ultimi anni.

Non c’è bisogno di ricompattarsi, ma semplicemente di ritrovare un po’ di quel ritmo verso il quale proprio Laso ha manifestato di recente qualche preoccupazione.

Il telaio resta di valore altissimo, il pilota è un fuoriclasse: basta una scintilla e molto probabilmente rivedremo il Real dominante sui due lati del campo ammirato a lungo in stagione.

E chi può produrre quella scintilla in un gruppo di grandi campioni se non uno dei più grandi di tutti, capitan Sergi?

(17/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#1 BARCELLONA (2) – 20W 5L

Il Barça è forte, forse fortissimo e merita ampiamente il ruolo di miglior squadra di Eurolega. Lo dimostra in Europa come in patria e lo fa con una novità estremamente importante rispetto al recente passato, ovvero ha imparato a vincer soffrendo e ribaltando contesti tecnici inizialmente molto complicati.

L’impressione destata in Copa del Rey con Murcia, ovviamente a livello minore, e con il Real, nel momento di massima difficoltà, è proprio quella di una solidità mentale che dà automatico accesso a quei valori tecnici che nessuno ha mai messo in discussione.

Le due gare con Milano, per parlare di avversari di statura notevole, avevano dato la rappresentazione di una squadra che, andata sotto tecnicamente anche in maniera netta per almeno 70 minuti su 80, non aveva avuto la capacità di ribaltare il contesto per cause chiaramente tecniche, ma prima ancora mentali.

Oggi pare che quella situazione sia stata rovesciata in positivo e si è stati capaci, in un manifestazione di altissimo livello come la Final 8 nazionale, di uscire brillantemente da momenti assai complicati.

Se poi in panca c’è uno come Jasi, in costante crescita da ogni punto di vista, tanti auguri… alle rivali.

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