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Euroleague Power Ranking #6: Spagna al top, poi l’Oly. Sorpresa Stella Rossa, volo Unics e gambero Maccabi

Euroleague Power Ranking
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Euroleague Power Ranking all’appuntamento di fine dicembre. Tanti cambiamenti, ma le top 3 restano le stesse.

Appuntamento di fine dicembre, dopo tre mesi di stagione, con il nostro Euroleague Power Ranking.

18 gare, tante situazioni meglio definite, il problema degli infortuni che resta determinante insieme all’incognita dei tantissimi stop per Covid, problema che pensavamo di esserci lasciati alle spalle.

Il nostro Ranking, che come sempre non vuole esser una classifica ma una miscela di quanto dicono i risultati, quello che riteniamo essere il potenziale delle squadre ed il periodo vissuto in questo mese (tra parentesi la posizione di fine novembre seguita dal record attuale).

Dopo l’ultima versione, quella di novembre, si confermano le tre migliori squadre del lotto, nello stesso ordine di 30 giorni fa.

Anche questa abbiamo diviso le contendenti in quattro fasce:

Il tutto con la netta sensazione che le prime 8 abbiano qualche cosa in più. Ci sarebbe anche il Fener, ma i lunghi stop di De Colo e Vesely cambiano parecchio nel futuro turco.

#18 ZALGIRIS (18) – 3W 13L

Stagione sinora disastrosa, peraltro con mille problemi di infortuni che hanno abbassato un livello già non eccelso.

L’impressione che tutto sia finito praticamente prima di cominciare, ovvero con l’incomprensibile allontanamento di Schiller, è confermatissima.

La realtà dice che questa squadra, migliore o peggiore di quella che sfiorò i PO l’anno scorso, gioca ampiamente meno bene. Serve lavorare su quanto è salvabile e ripartire con la competenza smarrita in questa gestione.

La passione della Zalgirio Arena e di un popolo intero merita ben altro.

(1/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#17 PANATHINAIKOS (16) – 4W 13L

Il temuto periodo che avevamo indicato con Cska, Milano, Barça ed Olympiacos ha cacciato i “greens” sempre più giù.

La squadra continua a giocare male, senza equilibrio e senza far capire che tipo di pallacanestro si ricerchi.

Papagiannis, coi suoi limiti in difesa sul P&R, sta fornendo numeri eccellenti, ma è l’unica luce in un tunnel in cui una volta la speranza la dà Macon, un’altra Nedovic ed una, francamente in forma ben inferiore alle attese, Papapetrou.

L’operazione Ferrell come si può inquadrare? Confusione. Totale. In campo come fuori.

E come per la Zalgirio Arena, anche Oaka merita ben altro.

(2/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#16 ALBA (16) – 6W 11L

Un piccolo passo avanti ed un’organizzazione di gioco che cresce e garantisce competitività in quasi ogni occasione.

Aver ritrovato Eriksson si è confermato fondamentale, così come avere a disposizione i lunghi.

Luke Sikma, eccellente giocatore, è forse un filo sotto le attese.

Globalmente in linea con quanto ci si aspettava da un gruppo che non si è mai pensato potesse scollinare oltre le 12-13 W nella migliore delle ipotesi. Ecco, qualcosina in più del 108,5 di OFFENSIVE RATING era legittimo sperarlo.

(3/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#15 BASKONIA (17) – 7W 11L

E’ proseguita la serie di sconfitte con scarti inaccettabili e, mentre in Liga qualcosa si è visto, l’Eurolega resta un cammino in totale salita.

La netta W col Barça fa morale, sebbene lasci un’impressione di una certa casualità.

Con Ivanovic era 3/6, con Spahija 4/5.

Rimane squadra al momento molto spesso senza capo né coda in cui le individualità talvolta emergono ma non danno mai l’impressione di una reale crescita di gruppo. Vedi Baldwin a Monaco di Baviera.

Si conferma un OFFENSIVE RATING da 104,5, mentre il DEFENSIVE a 113,8: entrambi i dati collocano i baschi al 16mo posto.

Non si è quasi mai visto il ritmo offensivo ad alto numero di possessi che Spahija predilige ed i due giocatori che paiono maggiormente responsabili rimangono Baldwin e Granger.

Se crescono loro si può sperare, altrimenti resta grigia.

(4/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#14 – MACCABI (10) – 7W 11L

Dal nostro ultimo Power Ranking sono arrivate 6 sconfitte, che diventano 8 considerando le due precedenti.

Sostanzialmente un disastro. Il Maccabi di oggi difende zero ed attacco male.

Il buon inizio, a questo punto, pare chiaramente dovuto al calendario favorevole.

Le voci che oggi accompagnano Sfairopoulos sono devastanti: indipendentemente dalle responsabilità del Coach, un roster così assembrato poteva dare di più se non nella gara singola?

La “Wilbekin-dipendenza” è ormai palesemente un problema. Il giocatore gioca da solo, è in grado di produrre grandi cifre ma non è mai coinvolgente.

La coppia Zizic-Reynolds, sulla carta ben assortita, non sta dando un granché e ci pare utilizzata senza sfruttarne i pregi e senza coprirne i difetti.

La Menora Mivtachim può dare qualche spunto per delle W, come ad esempio quella arrivata col Barça, ma oggi non si va oltre la singola serata. Questa squadra può vincere 11 delle prossime 16 partite e tornare in corsa per la postseason? Le prossime 5 gare, di cui 4 in casa e le prime 3 contro Baskonia, Alba e Pana possono cambiare qualcosa, ma se non sale la cifra tecnica la risposta è no.

(5/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#13 MONACO (12) – 7W 11L

L’adattamento al sistema Obradovic prosegue e dà qualche segnale positivo.

Atletismo, intensità ed anche una tecnica non male che erano parsi tratti base di inizio stagione si vedono solo a momenti anche perchè emerge la difficoltà di tanti esordienti, su tutti Donta Hall, prospetto interessante ma che deve ancora trovare la quadra a livello tecnico.

Mike James, uomo da 44 assist nelle ultime 4 gare, fornisce dei vantaggi che, se sfruttati a dovere, cosa non automatica, possono portare lontano. Ma con quel lontano si intende probabilmente solo una competitività diffusa che difficilmente porterà alla postseason, per cui si vedono almeno una decina di squadre più attrezzate.

Avere Westermann o non averlo, come per diverse gare, fa tutta la differenza del mondo rispetto ad un backcourt che debba rivolgersi a Paris Lee.

(6/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#12 BAYERN (12) – 7W 10L

Trinchieri sta lottando strenuamente di fronte a difficoltà che per un roster non di primissimo livello sono difficilmente superabili.

4L, poi 3W, poi ancora 2L e 2W, altra sconfitta ed infine 2W e 3L. Il rendimento altalenante non può essere separato da tutto quanto affrontato tra preseason mancata ed infortuni che non hanno mai avuto fine.

E’ la squadra di Lucic, sempre straordinario, e di un Othello Hunter che stupisce per intensità con quelle primavere sulle spalle. Che sapesse giocare lo sapevamo ben, che lo facesse a questi ritmi…

Era, soprattutto, la squadra di un Darrun Hilliard da primo quintetto di EL. Il suo stop pesa come peserebbe in qualunque squadra di alto livello lo stop del tuo miglior giocatore, od almeno di quello che garantisce produttività dove la squadra fatica un po’.

Evidente come Zipser e Radosevic darebbero una profondità ben diversa: non averli ancora visti è un altro, se non “il” problema.

Detto questo serve crescere, soprattutto dietro.

Lecito aspettarsi di tutto da questa squadra, quindi un recupero non ci stupirebbe assolutamente. La ragione è sempre la stessa, si chiama Andrea Trinchieri.

(7/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#11 STELLA ROSSA (14) – 7W 11L

La sorpresa della stagione, ben oltre ogni aspettativa sinora.

In presenza di un talento limitato e di una pressoché nulla forza vicino al ferro, Coach Radonjic sta facendo un vero e proprio miracolo.

Nikola Kalinic sta giocando a livello assoluto, come il campione che abbiamo ammirato negli anni del Fener se non di più, poiché gli è richiesta una produzione sui due lati del campo di valore notevole.

E molto sorprendente è Ivanovic, cresciuto esponenzialmente rispetto al giocatore che conoscevamo, così come Mitrovic, che spesso evoluisce da unico uomo dalle parti del ferro.

La difesa di squadra è marchio di fabbrica, il ritmo contenuto a poco più di 66 possessi anche.

Altre due gare casalinghe, prima di tre trasferte: a fine gennaio sapremo se questa Zvezda può inserirsi nella lotta PO, cosa che riteniamo comunque assai difficile.

(8/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#10 ASVEL (9) – 8W 9L

Ok, non è l’Asvel di inizio stagione, quello dall’Okobo stellare, MVP di ottobre per noi senza se e senza ma, tuttavia resta squadra di grande solidità e durezza fisica.

Anche per i francesi gli infortuni sono stati, e sono tuttora, una piaga tremenda. E’ ovvio che perdere 4-5 atleti per un roster tutto sommato limitato è ben diverso che nel caso di squadre da 13-15 giocatori, quindi è normale che un rallentamento sia arrivato.

Se prima brillava Okobo, oggi non si può sottovalutare la straordinaria crescita di Chris Jones, impensabile a questo livello dopo l’annata al Maccabi.

Resta, come detto in occasione del ranking di novembre, la sensazione che questa squadra difficilmente mollerà e che i margini di miglioramento siano notevoli.

(9/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#9 FENERBAHCE (13) – 7W 10L

La grande rimonta, dopo una situazione brutta e complicata, era quasi completata, poi è arrivata la maledetta trasferta di Lione che potrebbe rappresentare un macigno sulle speranze future.

Il Fener può giocare due mesi ed oltre senza De Colo e Vesely? Serve un miracolo.

La qualità resta alta ed oggi è il momento in cui l’asse Henry-Polonara, tanto efficace a Vitoria, deve diventare il marchio di fabbrica della sponda asiatica del Bosforo. O così, oppure è dura.

Il team Guduric, molto lontano dal campione che conosciamo sinora, resta poi principale. E’ atleta che può dare una serie di bilanciamenti sui due lati del campo che possono spostare, come accadde l’anno scorso.

In sostanza serve un passo avanti deciso da parte di tutti: con quello e con la difesa di Djordjevic si può continuare a sperare, ben consci che la montagna da scalare sia altissima ed il margine di errore sia minimo.

(10/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#8 OLIMPIA (7) – 10W 6L

Situazione complicata in casa Olimpia, ma non manca certo la qualità all’interno del roster di Messina per poter tornare ad essere la squadra ammirata per 9 turni.

Da quell’8/1 che volle dire leadership europea sono arrivate 5 sconfitte in 7 gare ed i numeri confermano chiaramente l’abbassamento del livello di pallacanestro giocata.

E’ evidente ciò che emerge dai dati di OFFENSIVE e DEFENSIVE RATING (punti per 100 possessi). Nelle ultime 7 gare, quelle del 2/5, siamo a 107,3 il primo e 113,8 il secondo, per un NET RATING di -6,5 che è il sesto peggiore dell’intero torneo.

Il dato globale dice 110,3 di ORAT e 105,7 di DRAT per un NET di 4,6 che è il quinto migliore della lega: tutto molto chiaro.

Ma soprattutto Milano subisce solo 27,3 falli ogni 100 possessi: peggio fanno solo Maccabi, Baskonia, Pana, Asvel, Zalgiris ed Unics, tutte squadre fuori dal giro Playoff eccetto i russi, che però, come ben sappiamo, hanno una dimensione interna limitata. Ecco, l’Olimpia deve crescere proprio lì, perchè un attacco pericoloso per gli avversari non può essere solo perimetrale.

Se l’infortunio di Mitoglou ha tolto molto ai biancorossi, quello di Shields è terribile poiché viene a mancare il giocatore complessivamente più efficace su entrambi i lati del campo. Si è poi aggiunto quello di Datome, importantissimo per gli equilibri soprattutto offensivi. I contagi di quasi tutto il roster hanno completato un periodo nerissimo.

A seguito di tutto ciò è assolutamente fondamentale il totale coinvolgimento del roster, che è lungo, affinché non si arrivi al momento clou della stagione con i giocatori più avanti con gli anni assai usurati. Grant, Daniels e Tarczewski, sino ad oggi impalpabili e praticamente inutilizzati, devono dare il loro, altrimenti si fa dura.

(12/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#7 EFES (6) – 9W 9L

Sono tornati? Non sono tornati? Come un mese fa la domanda è sempre la stessa ma le ultime non danno una risposta completa.

9/9 non è record da Efes ma è corretto per quanto stiamo vedendo dopo tre mesi di stagione.

L’attacco spettacolare che conoscevamo è lontanissimo da quella fluidità e da quella ripetitività di vantaggi creati che garantiva efficacia totale. La difesa soffre di conseguenza.

Le statistiche di Shane Larkin e Vasilje Micic non sono nemmeno troppo lontane da quelle delle stagioni scorse, tuttavia non è praticamente mai arrivata una prova di alto livello contemporanea dei due gestori del gioco di Ataman.

Parlare di problemi di convivenza ci pare eccessivo, ma la realtà dice di una chimica che è assai inferiore a quella che ha portato al dominio recente.

La sofferenza a rimbalzo è evidente: si cattura il 48% dei palloni disponibili, solo il 69% di quelli difensivi. In diverse gare il divario è stato terribile con gli avversari.

Fa un certo effetto vedere i campioni in carica alla #7, ma la realtà di oggi è abbastanza chiara. Ovviamente si tratta di una delle situazioni che possono cambiare in maniera più repentina, così come quella del Cska che precede, ma che avrebbe potuto anche seguire, nel nostro Ranking.

(12/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#6 CSKA (5) – 10W 7L

Dei problemi di infortuni abbiamo parlato mile volte: nessuno è stato colpito come il Cska in tre stagioni e l’ultima non ha cambiato le cose.

Ora il roster è al completo, fatta eccezione per la caviglia di Hackett che pare però in via di risoluzione, ed allora è necessario crescere.

Il roster è di assoluta eccellenza, ma sono mancate soprattutto tre cose sino a questo momento: continuità difensiva, spaziature corrette quando la palla è in post, situazione assai frequente, e movimento dei giocatori senza palla, cosa che va di pari passo con il tema precedente.

Sostanzialmente vanno ancora inseriti Shved, Milutinov, al rientro dopo diverse settimane di stop, e Grigonis, anche lui fermo a lungo per la schiena.

C’è tutto il tempo per arrivare al top quando la palla peserà di più, ma il calendario di Eurolega è spietato e le prime posizioni, obiettivo logico per una squadra di questo tipo, potrebbero anche allontanarsi un po’ troppo.

Con l’Efes è oggi la grande incognita ad altissimo livello.

(13/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#5 UNICS (8) – 11W 7L

10 vittorie nelle ultime 13, l’inizio 1/4 è un lontano ricordo.

Ha talento per battere chiunque ma il capolavoro di Perasovic è il rendimento difensivo eccellente, addirittura tra i migliori dell’intera Eurolega. Non lo avrebbe detto nessuno, noi certamente nemmeno, ma avere oggi la terza difesa del torneo è veramente clamoroso.

Ciò deriva da rotazioni perfette e, serve ripeterlo, dai migliori “closeout” del continente, che portano ad un 30,8% dall’arco concesso ai rivali che è seconda miglior percentuale tra le 18 squadre.

La variabile John Brown fa tutta la differenza del mondo. L’ex brindisino crea situazioni difensive che diventano immediatamente offensive grazie ad una presenza costante su più possessi avversari. Raddoppi che diventano letali, costrizione a forzature continue ed interruzioni ripetute della circolazione di palla che portano a transizioni facili in sovrannumero. Non sono un caso i 70,2 possessi a gara, terzo numero dietro a Monaco e Barça.

Alla lunga potrebbe pagare una interna che è limitata realmente al solo Jekiri come “big man”: oggi è decima per rimbalzi presi con 33,17 e quattordicesima per carambole concesse ai rivali, 35,44.

Le notizie positive non si limitano certo a J.Brown per Perasovic. L.Brown da primo quintetto, Canaan con un impatto devastante, Hezonja a tratti straordinario…

Oggi l’Unics fa paura.

(14/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#4 ZENIT (4) – 12W 6L

Squadra solida, questa ormai è una certezza. A volte non brillante come esecuzione, ma poi te la ritrovi sempre lì.

Rendimento sempre ottimo in trasferta (6/3), ha saputo superare un momento difficile da 3L consecutive, reagendo con 4 W, di cui 3 esterne.

La questione è sempre la solita: se ti trovi con questa classifica senza quello che è potenzialmente il tuo miglior giocatore nonché creatore di gioco, quali sono i tuoi limiti?

Nel frattempo è arrivato Tyson Carter, uno che da mesi bussava alla porta di EL. Interessante valutare l’adattamento nel breve.

La considerazione generale resta assai positiva, questo Zenit può dar fastidio ad altissimo livello.

(15/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#3 OLYMPIACOS (3) – 12W 5L

6 vinte nelle ultime 7 con numeri clamorosi: 112,7 di OFFENSIVE RATING e 99,7 di DEFENSIVE. Non serve dire che il NET da 23 sia il migliore della lega in questa periodo. L’Unics, secondo, è a 13,4…

Ha un calendario molto equilibrato di qui a fine stagione, cosa che può ulteriormente aiutare.

Si conferma la squadra che ruota meglio in difesa, insieme all’Unics, mentre la fase offensiva ha mostrato tanti momenti di assoluta efficacia e fluidità che francamente non avremmo pensato possibile in così breve tempo.

Se Vezenkov e Dorsey stanno producendo una stagione spettacolare, Kostas Sloukas era la chiave e così è stato: leadership totale e grande appoggio da Thomas Walkup, uno che finisce poco sui tabellini ma che cambia le cose in campo.

Impressione, netta: l’Oly è roba seria.

(16/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#2 BARCELLONA (2) – 15W 3L

Stagione da record sin qui che, come nel caso del Real, vede amplissimi margini di crescita.

La caduta di Vitoria cambia, al momento, poco o nulla. Distrazione.

Nikola Mirotic al meglio dal suo arrivo in Catalunya: come il suo Barça se la vede col Real per la classifica, lui se la vede con Tavares per il discorso MVP.

E come nel caso madrileno, il tema infortuni è stato impietoso anche per i blaugrana. Nonostante ciò, nel momento in cui sono mancati Calathes e Higgins, oltre al lungodegente Abrines, pronto per il 2022, c’è stato un apporto eccezionale a parte di Jokubaitis e Laprovittola che hanno guidato la squadra ad un record quasi immacolato.

Difesa di ferro, attacco sempre più fluido dopo aver balbettato un po’ all’inizio. La rimonta con Kazan è dimostrazione di uno spirito che cresce, proprio il tasto su cui Jasi ha insistito di più così a lungo, senza paura di usare termini durissimi nei confronti dei suoi.

Il Barça c’è e ci sarà fino in fondo, la conferma arriva dal campo.

(17/18, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

#1 REAL MADRID (1) – 14W 3L

Ha lottato, e perso, in un “clàsico” che alla fine ha fornito più certezze che dubbi, ha vinto a Milano con la squadra a pezzi, ha compiuto il “miracolo di Natale” coi bambini in campo, è in serie da 9 W su 10 gare e sta dominando la Liga, torneo dove realmente si può inciampare ovunque.

Si può chiedere di più ad una squadra che non abbiamo mia visto nemmeno lontanamente la completo sinora?

Tavares MVP per chi scrive, Yabusele che non ha sofferto minimamente il salto in alto da Lione a Madrid, Rudy e Sergi “eterni”, Poirier in crescita costante ed una serie di notizie positive che arrivano un po’ da ogni parte del roster.

E’ la miglior difesa di tutta la lega e sta migliorando in attacco.

Continua a non essere una macchina perfetta ma ma proprio questo deve spaventare tutti: cosa succederà con tutti disponibili?

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