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Eurolega, analisi della stagione 2021/22: grandi difese o crisi di qualità? (pt 1)

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Eurolega 2021/22 sotto la nostra lente d’ingrandimento anche a causa di alcuni dati statistici che fanno quantomeno riflettere.

La stagione 2021/22 di Eurolega rappresentava, nel pensiero di molti, il primo vero momento di ritorno ad una certa “normalità”.

Dopo la sospensione del 2019/20 la stagione scorsa, conclusasi con il meritato trionfo dell’Efes, era da considerarsi in ogni caso anomala per via delle tante variabili legate alla pandemia, su tutte la mancata presenza del pubblico.

Arene storicamente caldissime avevano perso quasi tutto il loro fascino, costando anche diverse sconfitte alle squadre di casa che ne avevano sempre beneficiato.

Il valore del gioco è stato discretamente alto, anche considerando le difficoltà affronta da quasi tutte le squadre ad almeno due livelli: i contagi, che hanno reso l’equità competitiva ovviamente difficile da raggiungere, e la stranezza di un torneo che iniziava dopo un lungo stop per la quasi totalità dei giocatori, con tutte le incertezza del caso.

Ed eccoci quindi al 2021/22, anno di rinascita, anno in cui il pubblico, in buona percentuale, ha avuto accesso sin da subito nelle arene, ripristinando una situazione quasi come quelle delle annate precedenti.

Preseason quasi nella norma (non è stato così per tutti, vedi Maccabi e Bayern), tornei di preparazione tornati in auge e la data di fine settembre vista come una nuova partenza in cui tornare ad incantare l’intero mondo del basket con il secondo miglior spettacolo dopo la NBA (per taluni anche meglio).

11 turni in cantiere, le grandi di Spagna a comandare con un record di 9/2, diverse sorprese sia in positivo che in negativo, già due Coach allontanati, con decisioni almeno discutibili, ma un livello di gioco che francamente fatica a decollare e tante gare che mancano di quelle emozioni che questa competizione ha sempre regalato.

Sin dalle prime battute della stagione sono fioccati i corretti giudizi positivi per sistemi difensivi già ben rodati e di ottima organizzazione quali ad esempio Milano, Barcellona, Real o Zenit. Ed allora ci siamo chiesti, visti i dubbi che il livello di gioco in generale ci ha creato, grandi meriti di queste difese oppure un certo decadimento di qualità offensiva e del gioco in generale?

Ora, tralasciando cose note e per certi versi ovvie del tipo “l’attacco vende i biglietti e la difesa vince i titoli”, ma senza minimamente intaccare il valore dell’organizzazione e della mentalità difensiva quale fondamento di qualsiasi sistema vincente, abbiamo voluto analizzare quanto accaduto sino ad oggi per avere un quadro più completo e, soprattutto, stimolare una discussione su determinati valori generali del gioco attuale.

Abbiamo diviso l’analisi in due parti: la prima legata ai dati puramente statistici, la seconda, che seguirà, maggiormente a livello di opinione su quelli che riteniamo i perchè di questi dati.

NDR Va detto, per correttezza, che i dati della stagione scorsa si riferiscono alle gare della giornata anche quando queste sono in realtà state disputate più tardi per via di alcuni rinvii.

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PUNTI SEGNATI NEI SINGOLI QUARTI

11 turni, 99 gare giocate che vuol dire 396 quarti, per un totale di 792 scores di squadra considerando le due contendenti.

Ad oggi, per 42 volte, pari al 5,3% di quegli scores, c’è stata una squadra che non ha superato i 10 punti.

Due volte addirittura (Fenerbahçe contro Milano ed Olympiacos contro l’Efes) si sono segnati solo 3 punti.

La classifica di queste prodezze offensive al contrario vede primeggiare il Baskonia, che è stato entro i 10 punti ben 8 volte. Seguono a quota 4 Maccabi, Fenerbahçe e Stella Rossa davanti a Real, Zalgiris e Pana che lo hanno fatto in 3 occasioni. Il quintetto composto da Unics, Milano, Zenit, Asvel ed Olympiacos ne è stato protagonista 2 volte, mentre ad Alba, Bayern e Barcellona è accaduto una sola volta.

Soltanto Cska, Efes e Monaco non sono mai scesi sotto quota 11 in un singolo quarto.

Lo scorso anno è accaduto solo 28 volte nei primi 11 round, per una percentuale del 3,5%.

Comandavano Asvel, Stella Rossa ed Alba a quota 4 davanti al Fener (3) e ad un quartetto composto da Efes, Olympiacos, Zenit e Bayern a cui accadde in 2 occasioni .

Per Real, Valencia, Maccabi, Milano e Cska la quota 10 non fu superata in un solo quarto in 11 partite.

Il minimo di punti segnati da una squadra in un quarto fu allora di 6 (Stella Rossa).

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PUNTI TOTALI REALIZZATI DALLE SQUADRE NELLE SINGOLE GARE

6 volte lo score di una squadra si è fermato ad una quota tra i 50 ed i 59 punti quest’anno. La stagione scorsa accadde 5 volte. Ma nel 2021/22 c’è l’aggravante di ben tre occasioni in cui una squadra non ha superato i 48 punti: l’Unics (41) sul campo del Fenerbahçe, il Pana (48) sul parquet del Pionir contro la Stella Rossa ed il Fener, fermo a 43 quando ha ospitato di recente Milano. Nessuna squadra, nelle prime 99 gare degli 11 turni iniziali 2020/21 era scesa sotto quota 53.

60-69 punti realizzati è dato verificatosi 45 volte nella stagione in corso contro le 26 occasioni del 20/21.

Se poi guardiamo in alto, quota 100 è stata appannaggio del solo Cska sul campo dell’Efes negli 11 Round giocati sinora, mentre un anno fa erano ben 7 le occasioni in cui era stata raggiunta o superata (100-112-103-102-105-101-100).

Tutto ciò ci porta al fatto che 54 volte su 198 punteggi, quindi oltre il 27%, c’è una squadra che quest’anno segna meno di 70 punti. Il dato era fermo a 31 occasioni (15,65%) 12 mesi fa.

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GLI SCARTI DELLE SINGOLE GARE

Dopo 11 turni 30 gare si sono concluse con uno scarto tra 1 e 5 punti, mentre 23 si sono chiuse tra i 6 ed i 10 punti. Lo scorso anno furono rispettivamente 33 e 29.

Il totale dice che siamo a 53 gare entro i 10 punti di scarto contro le 62 di un anno orsono. Minor equilibrio? I numeri dicono così, almeno sinora.

22 sfide chiusesi tra gli 11 ed i 15 punti, con 8 occasioni in cui il divario è stato tra i 16 ed i 20 contro dati 2020/21 che dicevano 17 ed 11: in pratica un certo equilibrio per questo tipo di punteggi (30 contro 28).

Dove le cose cambiano moltissimo è nel numero di gare ad ampio divario.

12 sfide con uno scarto tra i 21 d i 30 punti, con ben 4 occasioni oltre i 30, in questo primo terzo di stagione, mentre un anno fa il divario 21-30 si verificò 7 volte, con sole due scollinate oltre quota 30 punti di differenza.

La sostanza dice che 16 volte su 99 partite disputate, si è verificato ciò che in gergo viene definito “asfaltata”, mentre un anno fa si era fermi a 9 sole occasioni rispetto allo stesso numero di gare.

(pt 1 – continua domani)

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