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Euroleague Story 2001/02: il Panathinaikos spegne il sogno di bis della Virtus

Euroleague Story
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Euroleague 2001/02: la stagione regolare, i Playoff, le Final 4.

STAGIONE REGOLARE

L’Eurolega 2001-02 prevedeva, nella prima fase, quattro gironi da otto squadre, raggruppamenti che garantivano alle prime quattro classificate la qualificazione alle Top 16.

La pattuglia delle trentadue partecipanti comprendeva ben quattro team italiani, i campioni in carica della Kinder Bologna, la Benetton Treviso, la Fortitudo Bologna e la Scavolini Pesaro.

Curioso come l’esordio del Panathinaikos, una delle grandi favorite insieme alla Virtus di Messina, fu una vittoria contro i bolognesi della Skipper, in una coppa che crudele gioco del destino, per il basket italiano, vide i greci vincere la prima e l’ultima partita del torneo contro una squadra di “Basket City”.

La stagione regolare non portò grosse sorprese e tutte le rappresentative del nostro paese si qualificarono per il secondo turno, due delle quali, Virtus e Benetton vincendo il proprio gruppo.

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PLAY-OFF

La stagione presa in esame non comprendeva ancora i play-off per determinare le magnifiche quattro che si sarebbero contese la manifestazione nella cornice del PalaMalaguti di Casalecchio di Reno.

Le sedici qualificate venivano inserite in uno dei quattro raggruppamenti e la vincente, al termine di un girone all’italiana, si garantiva il pass per l’ultimo atto della manifestazione.

Il gruppo E era composto da ben tre squadre italiane (Benetton, Fortitudo e Scavolini) con il Barcellona come quarto incomodo. Decisivo si rivelerà il doppio scontro tra i blaugrana e i trevigiani. La squadra di D’Antoni piegando per 89-75 i catalani ribaltò la sconfitta dell’andata vincendo così il girone con un record di 4-2.

Gruppo G a matrice ellenica con tre formazioni ateniesi ai nastri di partenza. Il Panathinaikos la spuntò sugli eterni rivali dell’Olympiacos che devono mangiarsi le mani per l’inopinata sconfitta interna contro gli sloveni di Lubiana, già eliminati. Un rovescio che si rivelerà decisivo.

La Kinder dominò invece il proprio girone che comprendeva tra le altre anche il Real Madrid e l’Efes concludendo la pratica già alla quarta giornata.

L’ultimo raggruppamento, il più equilibrato, fu vinto dal Maccabi sui quotati rivali del Tau (in cui giocavano Sconochini, Nocioni, Scola e Tomasevic) e del Cska Mosca. L’ultima gara di Vitoria, un autentico spareggio, vide la schiacciante affermazione degli israeliani sui baschi per 94-65.

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FINAL 4

«In quegli anni il riferimento per tutti era la Virtus Bologna di Ettore Messina, che aveva giocato le ultime due finali. Ricordo l’ultima, proprio nel 2002, vinta però dal Panathinaikos. In campo c’erano giocatori pazzeschi: Rigadeau, Jaric, Ginobili, Smodis, Bodiroga, Kutluay, Alvertis…guardai quella partita al ristorante, la Barca del Salamanca al Porto Olimpico, e avevo un solo pensiero in testa, giocare anch’io una partita così. Bodiroga era ammaliante. l’elettricità dell’atmosfera potevo sentirla dal tavolino anche con il vino bianco in fresco…»


La testimonianza di Sarunas Jasikevicius, tratta dal libro di Pietro Scibetta “Vincere non basta. La mia vita. Il mio basket”, racconta in maniera chiara quale fosse il livello del roster delle due squadre in campo.

Le due formazioni raggiunsero la finale dopo aver battuto in semifinale rispettivamente la Benetton per 90-82 e il Maccabi per 83-75. I bolognesi, padroni di casa, grazie ad una prestazione maiuscola di Jaric ed Andersen e alla solita difesa di quel periodo riuscirono ad allungare nel finale tenendo per ben 5 minuti a secco l’attacco biancoverde.

Bodiroga fu invece il faro della squadra di Obradovic; i suoi 27 punti, conditi da 9 rimbalzi determinanti per raggiungere l’atto conclusivo del torneo.

La finale sembrava l’occasione d’oro per la Kinder di conquistare, dai tempi della Jugoplastika, uno straordinario back to back ma nella cornice del PalaMalaguti le cose andarono diversamente.

I “Greens” dopo i primi due quarti in sofferenza ebbero la forza di risalire da un parziale di -14 (45-31) con un terzo quarto pressoché perfetto (24-13).

L’ultima frazione, oltre ai soliti noti, fu da ricordare per l’ex milanese Johhny Rogers, autore di alcuni punti che scavarono quello che fu probabilmente il break decisivo (72-80).

La reazione dei padroni di casa non cambiò le sorti della contesa permettendo al Panathinaikos di tornare sul tetto d’Europa dopo due anni.

Bodiroga fu nominativo MVP in una serata in cui ben cinque giocatori della squadra ellenica toccarono la doppia cifra.

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