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Copa del Rey 2021, Real-Valencia: Deck e Thompkins dominano, i taronja si svegliano tardi

Gabriel Deck, Real | Eurodevotion
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Il duello tra Real e Valencia nei quarti di finale della Copa del Rey 2021 consegna un grande insegnamento. Temere ancora di più la squadra di Laso quando arriva a un appuntamento decisivo dopo delle delusioni e accompagnata da cattive premesse e scetticismo.

Ancora una volta, i blancos hanno tirato fuori una prestazione di alto livello nel momento del bisogno. Preso in mano il pallino del gioco dopo i primi tre minuti, il Real non si è voltato più indietro. Buona parte del merito va alla serata di grazia di Gabriel Deck e Trey Thompkins. Autentici dominatori delle due aree, hanno chiuso entrambi con 23 punti all’attivo.

Senza scampo una Valencia che ha capito come affrontare l’avversario solamente a fine terzo quarto. Troppo tardi. Il 85-74 finale è, quindi, lo specchio dei 40 minuti di gioco sul parquet del WiZink Center.

Il Real raggiunge la Lenovo Tenerife in semifinale, completando la parte alta del tabellone. Curiosamente, sarà la riedizione del penultimo atto della Supercoppa 2020. Con il Real che ebbe la meglio abbastanza agevolmente 92-79, prima di conquistare il primo trofeo stagionale ai danni del Barcellona.

Non indugiamo oltre e andiamo ad analizzare Real-Valencia nei 5 punti di Eurodevotion

Controllo dei rimbalzi e post-up: è fuga Real

Lo aveva ben sottolineato Alberto Abalde nella conferenza stampa della vigilia. Quando il Real riesce a difendere forte, controllando i rimbalzi per correre in campo aperto, ecco che deflagra in tutta la sua debordanza.

Così è stato anche nel primo quarto di gioco, nonostante la sostanziale assenza dal campo del totem Walter Tavares. Panchinato da Pablo Laso dopo solamente 30 secondi per aver concesso un gioco da tre punti con eccessiva connivenza.

Non è stato un ostacolo, anzi. Ha fatto il suo ingresso in campo Felipe Reyes. Veterano e simbolo madridista che, con questa partita, diventa il giocatore con più minuti nella competizione. Giacchè era leader per presenze, rimbalzi e valutazione.

Nonostante la mobilità non sia più quella di un tempo, Don Felipe porta ulteriore aggressività al quintetto blanco, che collassa l’area e costringe l’attacco valenciano a cattive percentuali al tiro. Quando non si riesce a recuperare il pallone nei primi secondi dell’azione, ovviamente. Il Real controlla 11-4 a rimbalzo nel primo quarto e ha un magistrale Carlos Alocen a spingere la transizione.

Produce la prima fuga con le prime due triple della partita di Jaycee Carroll e quella di Trey Thompkins. E’ 9-0 in meno di due minuti per volare sul 19-9 dopo 7 minuti di gioco. Come se non bastasse, arriva Gabriel Deck a regalare un clinic sul gioco spalle a canestro. Sono già 10 punti, con 5/5 nel tiro da 2, per l’argentino al primo mini-intervallo e la squadra di Pablo Laso è sopra di 12 (29-17).

29 punti che rappresentano il miglior primo quarto nella storia del Real in Copa del Rey. Bottino raggiunto solamente in altre due occasioni, sempre nei quarti di finale. Nel 2004 contro il Barcellona, sotto la guida di Julio Lamas, e nel 2019 con il Movistar Estudiantes come avversario.

Valencia: scarsa protezione del ferro e tiro da tre che non va

Valencia paga principalmente la scarsa consistenza fisica di Louis Labeyrie e Jaime Pradilla, che proprio non riescono a reggere il duello individuale con i pari ruolo madrileni. In quest’ottica, assume ulteriore rilevanza l’indisponibilità delle ultime ore di Derrick Williams.

Per quanto non sia esattamente conosciuto come un difensore di primo piano, certamente un corpo ben diverso da opporre nei pressi del ferro. Zona nella quale i padroni di casa hanno fatto tutto quello che hanno voluto. Senza considerare le maggiori opzioni offensive che avrebbe garantito a un attacco che si è ritrovato spuntato molto presto.

Emergenza resa ancor più grave dall’inefficacia dei propri centri, specialmente nei primi due quarti. Praticamente un fantasma Bojan Dubljevic, da soli 6 punti con 6 conclusioni tentate in 23 minuti. Poco migliore la prova di Mike Tobey, a quota 8 con 3/3 da due.

Lacune di assoluta importanza che hanno fatto saltare il piano partita di Ponsarnau fin dal principio. Ovvero sfruttare la versatilità, la doppia dimensione dei propri “5”. Per chiamare fuori dall’area i centri del Real, specialmente Tavares. Nonchè per aprire la difesa e creare spazio per i propri tiratori.

L’unico riferimento credibile a cui mandare il pallone in post basso è stato Nikola Kalinic. Peraltro, solamente a partire dal terzo quarto inoltrato. Per quanto l’intelligente giocatore serbo sia risultato uno dei pochi a salvarsi tra i suoi, Gabriel Deck e Trey Thompkins si sono rivelati degli ossi durissimi con i quali avere a che fare.

Il quadro si è fatto drammatico quando Valencia è riuscita a costruire dei tiri aperti, ma non li ha convertiti. Il 5/26 da 3 punti, equivalente a un misero 19%, ha pesato come un macigno sulle prospettive degli ospiti nella partita.

15-0

L’inizio della ripresa sembrava il secondo tempo dello stesso film. Real che porta una pressione sulla palla quasi asfissiante. Valencia che entra lentamente nei giochi, perde palloni o prende tiri mal consigliati e spalanca le porte della propria area.

Terreno di conquista dei vari Carroll, Thompkins e di un redivivo Tavares, che trova il modo di sopravvivere dopo i 44 secondi giocati in tutto il primo tempo. Non solo, incide in maniera notevole sul massimo vantaggio interno, con il tabellone che recita 59-38 in seguito a un nuovo canestro di Gabriel Deck. Il capoverdiano diventa anche il miglior stoppatore della storia del torneo durante il terzo quarto.

Sembra già tempo di celebrazioni in Casa Real, ma la luce si spegne improvvisamente. Lo stesso Tavares manda in lunetta Dubljevic per tre tiri liberi. Valencia tira fuori l’orgoglio. Collassa l’area, proponendo degli aiuti finalmente con decisione, e mandando improvvisamente in confusione l’attacco del Real.

E’ il miglior momento della partita per i ragazzi di Coach Ponsarnau. Arriva la tripla dell’ex Klemen Prepelic. Poi 5 punti consecutivi di un Sam Van Rossom caldissimo e l’inerzia sembra poter passare dall’altra parte. Incredibile parziale di 15-0 che riporta Valencia sotto di 8 sul 61-53. Distacco con il quale si approccerà l’ultima frazione.

Go-to-Deck

Definizione più che azzeccata per rendere l’idea dell’importanza fondamentale del “Tortuga” nella vittoria del Real. E’ Deck a produrre due canestri di importanza vitale per respingere il tentativo di rimonta in apertura di quarto periodo.

Soprattutto, è sempre lui a griffare una delle migliori prestazioni da quando si è trasferito nel 2018 a Madrid da Buenos Aires, lasciando il San Lorenzo de Almagro. Tabellino da stropicciarsi gli occhi: 23 punti, con un irreale 10/11 da due, 6 rimbalzi e 22 di valutazione in poco più di 28 minuti sul parquet.

Numeri che sono corollario di una lezione di basket che vuol dire una cosa sola. Sta tornando il vero Gabriel Deck, quel giocatore finito sui taccuini di diversi scout NBA per la sua solidità e la sua capacità di aggiungere costantemente nuovi particolari alla sua pallacanestro.

Pablo Laso non può che sfregarsi le mani, avendo un’arma in più da sfruttare in questo intenso weekend.

Questa ricezione in post-up è il simbolo di un Real che troneggia sull’avversario

4

Ormai è un assioma verificato. Quando Real e Valencia si affrontano in Copa del Rey, puntualmente esce contenta da palazzo la squadra della Capitale.

Gabriel Deck e soci ottengono la quarta vittoria in altrettante eliminatorie. In precedenza, il 97-95 nella finale del 2017 e, in tempi ancora più recenti, il netto 91-68 con cui il Real liquidò la squadra allenata da Jaume Ponsarnau in semifinale lo scorso anno.

Una sorta di cabala benevola, a sfidarne un’altra di segno opposto. Ovvero la tradizione che non vede vincere la squadra di casa dal lontano 2002, quando il Baskonia riuscì a trionfare nella sua Vitoria.

Proprio la squadra basca è riuscita a portare a casa 2 delle ultime 4 edizioni della Copa del Rey che si sono disputate a Madrid (2006 e 2009). Le altre 2 hanno visto alzare le braccia (oltre che la Copa) al cielo i rivali di sempre del Barcellona (2011 e 2019).

Cattivi pensieri che, naturalmente, vorrà tenere piuttosto distanti Pablo Laso, che ha ricevuto una sorpresa inaspettata al termine della partita. Invitato a tornare sul parquet, si è visto recapitare un messaggio di felicitazioni da Lolo Sainz attraverso gli schermi del fan wall a bordo campo.

Ovvero colui che è stato appena superato da Laso, alla presenza numero 735, nella classifica degli allenatori più longevi nella storia del Real. Coach che allenato quest’ultimo nella Nazionale Spagnola e che lo ha affrontato tante volte da avversario, quando era un giocatore del Baskonia.

Foto: Twitter Real Madrid Basket

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