Emergenza e Prometey stendono un’ottima Reyer nel #R9

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Andare in casa del Prometey con 3 assenze pesantissime portava la sfida giocata in Lettonia sul piano di un’impresa in caso di vittoria, ma la Reyer fa sudare 7 camicie alla formazione di coach Ginzburg, che vince nel finale. Il team ucraino finisce sotto di 12 lunghezze, rientra, ritorna nuovamente sotto di 7, scappa in doppia cifra di margine, soffre, rischia e vince al gran completo: meritato, sì, ma non senza patemi.

Gli oro-granata interrompono la striscia di due vittorie consecutive in Eurocup e vedono allontanarsi leggermente le possibilità di agguantare il sesto posto, anche se nella serata di oggi contro la squadra ucraina non c’era nulla di più da chiedere ad una squadra che ha ruotato in 7 giocatori e mezzo (Brooks ottava rotazione con 12′ in campo), senza play titolare, cambio del play (e giocatore più in forma degli oro-granata) ed ala piccola titolare.

Alla Arena Riga finisce 89-82, con gli oro-granata che portano 5 giocatori in doppia cifra (Wiltjer 18, Tucker 15, O’Connell 13, Simms 11 e Casarin 10) ma cedono nel finale affondati dalla scarsa energia. I padroni di casa hanno altrettanti giocatori in doppia cifra (Agada 12, Balvin 15, Sanon 12, Sydorov 12 e Lypovyy 11) ma riescono a venirne a capo solo nei minuti finali.

IL PROMETEY BATTE UNA REYER IN GRAVE EMERGENZA

La partita

Avvio di grande sostanza per la Reyer, che si porta molto presto in vantaggio sul 7-10 grazie a 4 punti di un Casarin reattivo e presente sulle due metà campo, ma l’ingresso di Balvin ed un paio di triple ucraine tengono a strettissimo contatto i padroni di casa sul -1 al 10′.

Nel secondo quarto le giocate di un Wiltjer devastante e le triple di Simms regalano a Venezia un margine importante con il +11 del 13′. La reazione dei padroni di casa tarda ad arrivare, un intraprendente O’Connell scrive sul tabellone il +12 del massimo vantaggio ospite, ma ci pensano Odiase e March con due schiacciate a fare -5. All’intervallo è 40-44.

Dagli spogliatoi esce bene la squadra di Spahija, che scappa nuovamente sul +9 con Wiltjer e Casarin, ma Lypovyy, Sanon e Sydorov ricuciono lo strappo regalando pure il vantaggio al Prometey con un break di 23-9. Ci pensa – però – O’Connell a riportare tutto in parità con una serie interessante di assalti al ferro di grande qualità, con Balvin a regalare il +2 locale al 30′.

Nell’ultimo periodo gli oro-granata sbagliano tantissimi tiri aperti dall’arco e perdono qualche riferimento difensivo con Sanon che si carica i compagni sulle spalle e porta i “rossi” sul massimo vantaggio del 35′ (84-73), ma non è finita perché De Nicolao, Tessitori e Tucker ricuciono sino al -4, con il lungo azzurro che sbaglia la tripla del -1 ad 1′ dal termine. Balvin e Tkachenko chiudono i conti per il +7 del 40′.

LA REYER CI PROVA MA NON BASTA

Prometey, vittoria importante ma….

Per il Prometey quella di stasera contro la Reyer è una vittoria molto importante per la qualificazione al round successivo visto che le due squadre alla sfida si presentavano appaiate in graduatoria, ma le ombre sono comunque tante considerato che gli oro-granata si presentavano in Lettonia senza 3 giocatori di cui due appartenenti al quintetto base.

A fare la differenza in favore degli ucraini è sicuramente la profondità del roster a disposizione di coach Ginzburg: le 9 rotazioni qualitativamente molto buone portano energia ed intensità nei momenti topici del match, che i lagunari non riescono a pareggiare nell’interezza negli ultimi 10′. La fisicità di Ondrej Balvin pesa tantissimo sotto canestro: i 217cm per 125 kg del lungo ceco sono difficilmente arginabili, nonostante il buon lavoro per difendere su di lui dei lunghi.

Gli ucraini scappano – però – con le giocate di un Sanon spesso silente nella sfida dell’Arena Riga: forse gli oro-granata potevano provare a “levargli” di mano i possessi importanti a metà dell’ultimo quarto, ma è stato bravissimo nel trovare un paio di triple molto difficili per coefficiente di difficoltà. Le ombre – però – su questa affermazione del Prometey ci sono e non poche: troppa superficialità ed una scarsa attenzione difensiva non lasciano sereno il tecnico degli ucraini.

TAI ODIASE A CANESTRO PER IL PROMETEY

Reyer di grande cuore, ma l’emergenza è grave: si va sul mercato?

La Reyer gioca una partita di grande solidità e grande cuore alla Arena Riga, ma non basta per strappare i due punti ad un Prometey che è più profondo quanto basta per approfittare della poca energia nei minuti caldi della serata. Le assenze di Spissu, Brown e Parks pesano come macigni se si pensa che l’ex Treviso è il “collante difensivo-offensivo”, l’azzurro è la mente di una squadra qualitativa e l’ex del campionato francese era realizzatore in grandissima forma.

Nei minuti importanti gli oro-granata perdono tantissimi palloni, alcuni evitabilissimi, per qualche giocata un po’ troppo complessa e “ricamata”: le 7 palle perse nel terzo periodo pesano tantissimo, tutte spesso convertite in canestri dal team ucraino di coach Ginzburg. Energia e cuore non sono mancati, ma tutti quei tiri apertissimi sbagliati rappresentano una mancanza – logica – di concretezza, dettata dalla stanchezza.

Un grande peccato perché Venezia ha tirato con il 65% dal campo ed ha catturato più rimbalzi del Prometey, cosa tutt’altro che scontata alla vigilia di questa sfida: le triple che girano sul ferro nell’ultimo quarto di Wiltjer (sempre più protagonista in positivo e faro offensivo) sono l’immagine della scarsa energia nei minuti finali.

L’impatto buono di un O’Connell finora oggetto misterioso e di un Casarin energico ma spesso pasticcione in fase di regia sono certamente buone notizie per il futuro, ma l’emergenza è decisamente aggravata con 3 assenze pesantissime che costringono Spahija a rotazioni cortissime che a lungo andare sfibrano i giocatori in campo.

La sensazione è che questa Reyer possa essere protagonista inserendo un lungo atletico e di una certa fisicità che possa dare profondità e difesa del ferro: il grande lavoro di Tessitori non va sottovalutato ma manca un back-up che difenda il regno pitturato sugli attacchi degli esterni. Allungare le rotazioni è a questo punto fondamentale e va creata una dimensione interna che oggi hanno i soli Wiltjer e Tessitori vista la difficoltà in post di un Simms che resta solidissimo.

Questa emergenza potrebbe portare logicamente ad una riflessione: come detto le assenze pesano tantissimo e l’obiettivo primario è recuperare chi oggi è infortunato, ma la mancanza di profondità sotto le plance che dia il cambio a “Tex” e che possa permettere a Wiltjer di giostrare da “4 e mezzo” tra tiri dall’arco e giocate in post è una chiave. Non solo allungare le rotazioni, ma anche una protezione del ferro maggiore.

AAMIR SIMMS ATTACCA BALVIN

Foto credit Reyer ed Eurocup

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Lele

Atleta amatoriale e giudice di gara, appassionato di atletica e basket
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