Il Real espugna il Pabellón Olímpico, finisce la stagione del Joventut

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E’ finale per il Real Madrid

Era iniziata con tutta la speranza del mondo per la Penya questa serie, si conclude con un’altra autorevole affermazione del Real dopo le ultime due.

Badalona ha lottato, ma ha patito le contromosse madridiste dopo l’exploit iniziale al WiZink Center. Questo 94-73 chiude la stagione del Joventut.

La cronaca della conquista di una finale blanca è nei nostri tre punti chiave d’analisi.

Tempra Penya e lotta serrata

Badalona non vuole piegarsi in casa e, con l’acqua alla gola, approccia la partita con grande tempra, sostenuta dal suo pubblico meraviglioso. La squadra di Duran si mostra ancora con il quintetto lungo che ha più volte sfoggiato nella serie, che vede Brigander e Tomic insieme, con Parra da tre.

La squadra si propone aggressivamente, tant’è che fa uscire molto bene la palla per triple spalancate negli angoli nelle prime due/tre azioni. Il Real resiste e comincia ad affidarsi ai vecchietti per nobilitare il suo attacco.

I blancòs pareggiano lo sforzo avversario e la contesa rimane in equilibrio. Ci sono scontri, non ci sono sconti e nessuno riesce ad avere la meglio.

Nel secondo quarto è Rodriguez che comincia a prendere in mano i suoi, con scosse realizzative e consuete doti di regia, ma è quando Tomic riesce a concretizzare una delle sue rarissime ricezioni interne, che Badalona si scopre decisamente più coinvolgente offensivamente degli avversari (6-1 gli assist dopo 13′) nella condivisione e nella qualità offensiva.

Yannick Kraag viene scongelato per stare sui portatori di palla avversari e infastidirli con la sua stazza e la sua apertura di braccia, Badalona cerca di costruire un vantaggio.

Tuttavia il Real comincia a trovare in chiusura di quarto i canestri di alcuni dei suoi giocatori di riferimento, dal 31-31 sono 5 punti in fila di Llull a segnare un primo strappo delle merengues. E’ qui che si palesa la vera inversione di tendenza.

L’assalto alla finale

I blancos rientrano in campo dando seguito al guizzo precedente all’intervallo, pronti a spingere per conquistare il proprio destino.

Si allarga così fino al 17-6 il parziale cominciato nel primo tempo, che si compone di una difesa oltremodo coriacea, capace di togliere molto della comfort zone dell’attacco della Penya come nelle altre gare, e di una capacità forte di tenere il pallino di gioco.

La Joventut prova a scardinare il fronte con le sgaloppate di Feliz, in ricerca costante dell’aggressione al ferro in mezza transizione. Soluzione troppo solitaria per poter galvanizzare un attacco.

Dall’altro lato il Real trova numerosi protagonisti e nutre il suo bottino offensivo, così che la Penya, in totale siccità di canestri, tenta una 3-2 per ribaltare il tavolo. Il Real fa fatica la prima volta, ma viene graziata dal salvifico Tavares, la seconda scherza la retroguardia rivale e trova una tripla aperta.

La forbice si allarga.

E’ un divario che non si colmerà più. Da oltre la doppia cifra continuerà a lievitare in un ultimo quarto che avrà a quel punto poco da dire sul merito della gara. E della serie.

I protagonisti

Si comincia con la bellezza del pubblico e dell’ambiente di Badalona, cui ha reso merito in primis lo stesso allenatore vedrinegro, ci aggiungiamo poi la formidabile scena finale di mutuo rispetto tra Mateo e Duran nel tunnel. Dolci pillole di sport che di questi tempi fanno bene al cuore.

Poi, cominciando dalla Penya, non possiamo che riferirci in negativo alle prove opache di Kyle Guy e Ante Tomic, 6 punti a testa, 1/7 il primo, 3/7 il secondo. I due sono stati resi efficacemente inoffensivi dalla retroguardia del Real dopo il primo incontro e questo ha tolto riferimenti e fiducia alla Penya.

Parra il guercio rimane migliore in campo della squadra di casa, sebbene, come in Gara 2, sia stato più incisivo nel primo tempo (10 punti) per poi sparire un po’ nei momenti definitori della sfida. Il 2000 catalano ha però ultimato una stagione della consacrazione e tanto ci aspettiamo da lui nelle prossime sfide del futuro.

Ultimano il puzzle degli sconfitti il solito Feliz, 12+5+4 di personalità, e Vives, 11 con 3/7 da tre, altrettanto sfrontato nel punire con triple importanti la difesa madrilena.

Il Real si bea della produzione offensiva della triade Musa-Rodriguez-Yabusele, rispettivamente autori di 16, 15 e 14 punti. Il bosniaco e il francese consueti “bucket-getters“, come si direbbe in USA, e lo spagnolo anche nella solita veste di grande ispiratore (7 assist).

Si unisce a loro un Hezonja che si palesa però in una fase della partita già molto delineata (16 punti), mentre davvero circostanziata ma tremendamente decisiva è quella parte di contributo data da Llull e da Williams-Goss, oltre che dalla difesa di Hanga su Guy.

Il minorchino è chirurgo della pallacanestro e prende a colpi di bisturi le partite, l’americano è autore di un finale di stagione di sempre più comprovata solidità. Neanche a dirlo, l’ombrello sotto al quale tutto esiste e si evolve è il solito Tavares (9+10+5 stoppate per 28 di valutazione).

Photo credit: Acb, Real Madrid Basket, Club Joventut Twitter

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