La Virtus parte bene, ma poi si disunisce: la Stella Rossa fa 4 vittorie di fila
Belgrado si conferma infausta per la Virtus Bologna: con la Stella Rossa arriva la terza sconfitta consecutiva. Situazione opposta invece per gli uomini di Dusko Ivanovic che dall'arrivo del nuovo allenatore hanno messo a segno il quarto trionfo di fila.
83-74 per i padroni di casa che dopo aver rincorso nel primo tempo, poi prendono il largo nel secondo mettendo il doppio dell'energia in campo rispetto alle vu nere che calano d'intensità e lucidità non ritrovando più la bussola.
50-32 nei quarti centrali
E' il parziale che decide la partita. La Virtus parte molto bene: sembra la squadra che ha chiuso la sfida con l'Efes. Grande intensità, idee chiare e una pallacanestro offensiva che sembra trovare ogni volta la soluzione giusta. La Stella Rossa sembra in grande difficoltà e il -6 a fine primo quarto è quasi una tassa poco salata.
La scossa biancorossa arriva tutta dalle mani di Luca Vildoza: tre triple consecutive, a causa anche delle disattenzioni difensive bolognesi, e inerzia del match completamente cambiata. Da quel momento tutta la squadra di Ivanovic, prima in grande difficoltà, inizia a giocare e a salire decisamente d'intensità. Al contrario la Virtus si affloscia: la palla in attacco inizia a ristagnare, le palle perse aumentano e la difesa non ritrova più sé stessa. Troppi i punti facili concessi ai padroni di casa, soprattutto per una squadra come la Segafredo che di solito propone sempre una difesa molto solida e compatta.
Il terzo quarto mette definitivamente la pietra tombale sul match: la Virtus non ha l'intensità né gli uomini per riaprire la partita. I belgradesi, invece, sono su ogni pallone, hanno il triplo dell'energia degli ospiti e il quarto periodo così diventa anche abbastanza garbage time.
19/16 il rapporto assist/palle perse dei bolognesi; 20/14 quello della Stella Rossa. Il 43.5% dall'arco dei padroni di casa è un dato che fa tutta la differenza, soprattutto per una squadra che aldilà di Vildoza e Nedovic non ha grandi tiratori.
Stella Rossa: Vildoza è il leader, Dobric l'eroe di serata
Se questa squadra ha un leader quello è chiaramente ormai Luca Vildoza: nel momento di maggiore difficoltà, ad inizio secondo quarto, è lui che con una raffica di triple scuote tutti gli altri. Tiratore letale, ma anche costante creatore di vantaggi oltre che portatore di palla: è il vero barometro della squadra, molto più di Nedovic, una che vive più di fiammate.
Il resto della squadra biancorossa non è niente di speciale tecnicamente: secondo chi scrive solo l'Asvel è peggio a livello qualitativo. Ma la Stella è una squadra che sa essere dannatamente gruppo dal nuovo corso di Ivanovic ed è una squadra che sa esaltarsi grazie allo sforzo e al sacrificio comune.
Tutte cose che si sono viste anche stasera: intensità, cattiveria agonistica, ferocia e sagacia. Sulle palle fity-fifty, come si dice in gergo, erano sempre i primi, anche grazie a una certa furbizia che in questi palcoscenici serve e che è mancata alle vu nere.
Oltre alla superba prova di Vildoza (16 punti, 3 rimbalzi, 5 assist e 3 rubate) sono state decisive anche le prestazioni di Dobric e Mitrovic. Il primo è stato l'eroe del Pionir: 20 punti (quando di media ne segnava poco più di 7). Per la difesa virtussina è stato un rebus per tutta la sera: soprattutto per la sua capacità di attaccare il ferro e concludere con il floater. Ma anche Mitrovic (12 punti, 5 rimbalzi e 3 assist) ha dato mostra delle sue potenzialità e soprattutto di come sia un giocatore estremamente intelligente.
Questo gruppo non sarà eccelso qualitativamente, ma è clamorosamente compatto e coeso. Non sempre i grandi nomi fanno la differenza.
Virtus, dov'è la difesa? Emergono anche alcuni problemi dei singoli
Abbiamo scritto più volte che la Virtus dalla prima partita contro il Monaco alla sconfitta con l'Efes è progressivamente cresciuta: passo dopo passo ha sempre aggiunto qualcosa.
Stasera è la prima volta in cui ha fatto un passo indietro: soprattutto per l'atteggiamento e il linguaggio del corpo. Le assenze erano effettivamente tante: Shengelia, Teodosic, Ojeleye e Abass sono nomi difficili, anzi impossibili, da rimpiazzare per una neopromossa. Soprattutto i primi tre sono spina dorsale della squadra e tre dei pochi giocatori capaci di creare dei vantaggi offensivi all'interno del gruppo. Basta questo per giustificare i modi della sconfitta? No, perché da metà del secondo quarto in poi la squadra ha smesso di lottare come aveva fatto nei minuti precedenti, arrivando sempre in ritardo sulle seconde palle.
E' mancata quella volontà e capacità di combattere e resistere, nonostante tutto, che c'era stata nel finale della partita contro l'Efes. Bisognerà subito azzerare. Anche perché, al netto delle assenze, le difficoltà offensive erano comprensibili; meno quelle difensive dove c'è stata tanta disattenzione che hanno regalato punti facili ai padroni di casa. Troppa sofferenza sullo short roll e sui tagli degli avversari.
A deludere è quasi tutto il pacchetto esterni (tranne il solito Pajola): soprattutto Lundberg. Lui che stasera doveva tirare la carretta è sparito dal campo e non è mai riuscito ad essere incisivo (solo 2 punti). Male anche il reparto lunghi: servono correzioni dal mercato? Jaiteh sfiora la doppia doppia ma l'impressione che dà è ancora quella di eccessiva morbidezza. Bako, in soli 11 minuti di impiego, conferma il momento no e si dimostra in campo presenza estranea. Per affrontare questo livello è una coppia di lunghi non al livello?
Di certo la Virtus per competere come vuole e come ha dimostrato di poter fare non può permettersi assenze così pesanti e un atteggiamento di questo tipo. Anche perché prossima settimana al Pireo servirà lottare dal primo minuto all'ultimo.
(Credits photos: Virtus Bologna)