Mercato Eurolega| Panchina e doppio ruolo, le chiavi del futuro Olimpia
Mercato di Eurolega sempre al centro delle cronache in questa lunga ed inusuale sosta per la massima manifestazione continentale.
E' la settimana in cui si torna in campo per quanto riguarda l'Eurolega. Finalmente, verrebbe da dire!
Le coppe nazionali sono carine, alcune bellissime, altre più scontate di un verdetto bulgaro, mentre le nazionali interessano il giusto soprattutto tra passaporti volanti e disponibilità dei giocatori di Eurolega obbligatorie... anzi no.
Ed allora è il mercato a tenere alta l'asticella dell'attenzione sul torneo più importante del continente.
Vi abbiamo già raccontato della grande attività sul fronte Barcellona la scorsa settimana, delle volontà espresse dal presidente della Stella Rossa e dell'abituale programmazione targata Olympiacos.
Reduci dalla Copa del Rey di metà mese, non possiamo però non porre l'accento sulla situazione legata al futuro di Milano, dalla panchina a ben 9 scadenze che si tramuteranno in rinnovi e/o addii. Quante volte siamo stati interrogati da colleghi iberici alla ricerca di qualche informazione in più su quello che potrà succedere in Olimpia? Tante già dal giovedì alla domenica, immaginate la moltiplicazione della curiosità dopo la clamorosa sconfitta contro Napoli in finale di Coppa Italia.
Se poi anche in Italia una firma importante, la migliore, come quella di Massimo Pisa ha parlato di "redde rationem" a fine stagione anche in caso di scudetto, direi che pare chiaro come giugno sarà tempo di svolta dalle parti del Forum.
Napier, Baron, McGruder, Tonut, Hall, Melli, Voigtmann, Poythress e Hines: in ordine di ruolo, dal PG al C, sono i nomi che hanno data 2024 sulla scadenza del proprio contratto. Più di mezza squadra, una situazione pressochè da rifondazione, sebbene la domanda che interessa ed incuriosisce il mondo del basket, non solo milanese, sia un'altra: "Que hace Ettore?"
Cosa fa Ettore, quindi? E' chiarissimo come nel ragionamento di tutti gli addetti ai lavori si ritenga prioritario capire chi allenerà l'Olimpia, chi la dirigerà da dietro una scrivania e, coinvolgendo entrambi i temi, quale sarà il ruolo di Ettore Messina dopo due stagioni come quella scorsa e quella ancora da chiudersi coi mesi decisivi. Ed è correttissimo chiederselo prioritariamente poichè oggi il basket biancorosso inizia e finisce con le decisioni del titolare di quel doppio ruolo così fortemente voluto. Ritenere che vi siano altre posizioni in società in grado di prendere decisioni inerenti all'area cestistica vuol dire essere fuori strada.
Ed allora quella panchina a chi andrà? Oggi è difficilissimo dirlo, quasi impossibile avere certezze in un senso o nell'altro.
La dimostrazione viene del fatto che un confronto con individui che ricoprono ruoli differenti l'un l'altro nel mondo della pallacanestro continentale, ci hanno fornito opinioni del tutto contrastanti, spesso del tutto opposte, su quanto succederà a Milano. Dirigenti, allenatori, giocatori, agenti e giornalisti: ognuno ha la sua opinione ma il tratto comune della grande negatività di questi anni milanesi non trova convergenza nella soluzione che verrà applicata.
Una premessa è doverosa. Pensare che si attenda il verdetto del campionato italiano per decidere è difficilissimo da credere. O meglio, una follia se si pensa ad una reale programmazione che non può essere figlia dei soli risultati di fine primavera.
Messina e Stavropoulos sono sempre stati maestri nel non far trapelare nulla, almeno inizialmente, quindi che la temperatura dell'acqua in pentola stia crescendo è probabilissimo comprenderlo anche lontani dai fornelli. Vero, altresì, che Milano di recente non ha mai ufficializzato rinnovi in stagione, tuttavia ad esempio due anni fa a marzo si sapeva abbondantemente che Pangos e Davies avrebbero vestito il biancorosso e non servivano comunicati per conoscere il destino.
La grande decisione è ovviamente legata al volere di Messina: allenare ancora con doppio incarico o stare solo dietro una scrivania? Se il coach-presidente ci ha abituato a lavorare nel silenzio, come abbiamo sottolineato prima, è altrettanto vero come sia personaggio che cambia idea abbastanza repentinamente, ragion per cui la risposta oggi è impossibile da formulare.
Quello che però possiamo dire è che in caso di abbandono della panchina serve trovare un nome che sia disposto a lavorare con Messina dirigente sopra di lui. La domanda che ci poniamo è semplicissima: quanti grandi allenatori sarebbero disposti a farlo? Perchè Milano necessita di un grande allenatore. Anche qui la risposta è difficilissima da dare ed allora ci viene in aiuto il commento di un operatore del settore che, ovviamente nell'anonimato, ci ha detto una cosa che potrebbe essere assai ragionevole ed interessante: «Ettore deve scegliere un giovane». Ok, siamo anche d'accordo, ma poi il Messina dirigente avrebbe la pazienza di dare tutto il tempo necessario a questo profilo nuovo? La piazza milanese, straordinaria se non altro per non aver fischiato e contestato la stagione in corso, può accettare un progetto differente che riparta da tempi di attesa necessari per crescere?
Xavi Pascual, il Coach con cui Messina parlò all'inizio della scorsa stagione (qui il nostro approfondimento di allora), resta un nome da non scartare, sebbene non sia quel "giovane" di cui si parlava prima. Va detto che però oggi la situazione è differente da quei primi mesi di 2023. Di altri profili oggi non abbiamo informazioni.
La nostra opinione, che risulterà probabilmente molto impopolare al momento, è che vorremmo vedere all'opera Ettore Messina come allenatore e nulla di più, ruolo nel quale restiamo convinti si tratti di un'eccellenza assoluta fino a prova contraria. Ma tale prova contraria l'avremmo eventualmente solo dopo averlo visto all'opera senza gli impegni abbinati, del tutto insostenibili, da dirigente. In sostanza, se il Messina dirigente è andato ben oltre il deludere, il Messina allenatore lo vorremmo rivedere libero dal quel peso dirigenziale.
L'opinione che il doppio ruolo sia oggi insostenibile in Eurolega, con l'allenatore messo in difficoltà dal dirigente e viceversa, non è certo solo nostra ed il disastro gestionale meneghino in termini di rapporto obiettivi-risultati-costi ne è chiarissima dimostrazione.
Saranno settimane e mesi caldissimi nel capoluogo lombardo, tra una stagione in un certo senso da provare a salvare ed un futuro tutto da costruire. Ben consci, però di non cadere nella presunzione che Milano rappresenti un'eccellenza cestistica nell'Eurolega di oggi. Olimpia è tra i primissimi nell'investire capitali ingenti nel torneo ma a livello di pallacanestro e di campo è caduta molto indietro nelle gerarchie continentali, ben diversamente da quanto poteva accadere in apertura di questo ciclo.