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L'americano è un inno al basket, il Baskonia ha la meglio nel finale di una partita estremamente equilibrata

Il Baskonia continua il suo momento magico, si rialza dopo lo stop contro l'Alba, e trova l'ennesima occasione di gioia baskonista alla Fernando Buesa Arena. Una gara che vive sostanzialmente per 40' sui binari dell'equilibrio e che si chiude in un emozionante volata, decisa dal solito Markus Howard.

Il Valencia è obbligata così ad abbassare la testa, ad arrendersi per 85-79 di fronte al giocatore del momento, senza per questo aver giocato una gara da buttare. Purtroppo per i taronja però, il peso di ogni sconfitta in ACB rimane forte, data una lotta per la Copa del Rey sempre più perigliosa.

Baskonia vince ancora - Eurodevotion

Il racconto dell'ennesima sfida al sapore di Euroleague proposta dalla ACB, gara di cartello della Jornada 15, sarà svolto secondo il nostro classico format analitico.

Un grande equilibrio

L'equilibrio, ciò che ha reso la gara decisamente emozionante, visto che non sempre la pura qualità di esecuzione è stata all'altezza dei più alti picchi delle rispettive compagini in gioco. La gara vive su ritmi alti e botta e risposta di intensità, senza mai concedere lo scettro ben saldo nelle grinfie di nessuna delle squadre.

Il primo quarto è dimostrazione di tutto questo. Gli attacchi sono un po' fallosi, il Valencia condivide di più, cercando risorse sotto canestro sul duello in 4 (senza troppa concretezza) ed a rimbalzo offensivo, mentre il Baskonia trova da subito un Markus Howard molto in palla cui aggrapparsi. Le sue uscite dai blocchi sono già pericolo pubblico numero uno, Thompson completa l'opera con le sue insindacabili iniziative. Il risultato? Punteggio impattato sul 15-15.

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Baskonia aveva provato un allungo, ma Valencia risponde con un 10-0 a cavallo tra primo e secondo quarto, cercando di imporsi alla partita e sfruttando transizione e sforzo collettivo. Lo strappo non è definitivo però, basta pochissimo ai baschi per rimettersi sui giusti binari, con un rapido 6-0 causato da due giocate di personalità di Henry.

Si torna così ad un serrato ping pong, vissuto in una prima fase di transizione veloce e punti capitalizzati prestissimo nell'azione, poi ad un momento di riflusso. La nuova folata di Howard, accompagnata di nuovo dal controcanto di un Thompson che sa sempre cosa fare, chiude il primo tempo con il risicato vantaggio domestico.

Il corpo-a-corpo prosegue in una terza frazione decisamente più favorevole ai taronja, che condividono in attacco e mettono fuori gara il folletto statunitense, punendolo con Puerto servito spalle a canestro.

La sfida scivola così lentamente nel suo asse strategico verso il pitturato. I riferimenti delle rispettive compagini diventano Rivero da un lato e Kotsar dall'altro, avvicinandosi alla volata decisiva sono loro i bersagli delle iniziative offensive, entrambi ricevono profondi e producono bottino importante in questa fase di gioco.

Il cubano è risorsa e riferimento, l'estone calamita rimbalzi e falli, inducendo in più di un'occasione in errore Kyle Alexander, che viene quindi accantonato da Mumbrù. Il coach di Valencia però interroga Penarroya sulle giuste contromisure, schierando per larghissimi tratti della gara il doppio lungo e pungendo sui 4 più leggeri del Baskonia.

Il tecnico vitoriano è consapevole delle difficoltà di mobilità di Kotsar in difesa e utilizza comunque Hommes e, soprattutto, un sempre eroico Costello (14 di +/-, il migliore della squadra) in marcatura sul più produttivo lungo rivale.

I baschi schierano poi i tre tenori del loro backcourt insieme, producono finalmente un break sostanzioso e a quel punto serve solo difenderlo dai tentativi di ribaltone valenciano. "Solo", come fosse un piccolo dettaglio... Una minuzia insomma è il miracolo di Howard dall'angolo, che infiamma Vitoria e manda ancora una volta il Baskonia in paradiso.

Entusiasmo baskonista, solita altalena taronja

Questa gara è l'ennesima occasione per la festa basca. La settima vittoria consecutiva tra i confini nazionali vede un ambiente in visibilio che celebra ancora una volta la sua luna di miele con una squadra che incanta da settimane senza sosta.

"We've a team full of mayors" ha risposto Howard alla domanda ironica di una sua ipotetica candidatura a sindaco di Vitoria. Baskonia è un collettivo di tanti volti, dal solito cervello Thompson, ad un Henry che non è sempre impeccabile, ma che dimostra grande capacità di incidere (8 punti, 6 rimbalzi e 6 assist) e presenza nei momenti chiave, di Kotsar e di un preziosissimo Costello abbiamo già detto, possiamo anche citare la solita produzione di Hommes, la versatilità di Sedekerskis, la prova più che gagliarda di un Diez in costante crescita.

Se c'è una nota negativa è quella di registrare una gara vissuta forse più sulle individualità, sulla garra e sulla concretezza, trascurando un po' quella qualità di manovra offensiva, di esecuzione, che ha contraddistinto il basket basco finora. Questa era comparsa a strappi anche di recente, ma i rossoblù si sono potuti permettere di accenderla in una seconda fase in più di un'occasione in Liga, finchè con l'Alba il ribaltone non è riuscito.

Andare sempre a mille oltre che impossibile, è controproducente. Perdere "urgenza" di far bene è però tendenza da non assecondare.

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I taronja vivono invece una gara da "vorrei ma non posso", rimanendo con il cerino in mano nel finale strappato dai padroni di casa, continuando a non riuscire ad imboccare una serie vincente, dopo il successo della settimana scorsa, in una rincorsa alla Copa del Rey sempre piena di ostacoli.

La partita non è stata però interpretata male. Rivero, con un Dubljevic non pulitissimo, è stato trascinatore, insieme ad un Webb di grande presenza, e ad una buona partita anche di Lopez-Arostegui.

Il manico ha mancato ancora una volta di leadership e personalità, con Jones chiamato ad una prova importante (Harper out per guai muscolari), apparso invece più che mai abulico. E' stato Prepelic a prendere in mano i taronja, sebbene un po' farraginoso al tiro, ha smistato il pallone trovando assistenze semplicemente sublimi (8 assist, 4 negli ultimi 10'), rifornimenti brillanti per i compagni e per il pitturato. E' solo il luccichio di un'illusione, che colpisce il Valencia nel concitato finale.

E' stata la mano di Markus

"Ho lanciato in aria il pallone, Dio l'ha messo dentro". Tra il serio e il faceto, tra il sacro e il profano, il commento della guardia americana sul clamoroso tiro che ha mandato i titoli di coda sulla gara della Fernando Buesa.

Il talento del Baskonia sta davvero assurgendo al ruolo di profeta dalle parti dei paesi baschi e, tornando ad un commento dai contorni più laici, ha scagliato una conclusione sinceramente prodigiosa, sul -1 strappato dal Valencia, a 16'' dalla fine.

I taronja sono stati protagonisti una difesa molto aggressiva, gli hanno negato la ricezione, il pallone è finito a Costello, sotto pressione nel pitturato, finché l'americano è corso in contro alla responsabilità, ha ricevuto in angolo fuori equilibrio, ed ha cominciato a galleggiare.

Il grilletto, l'atterraggio, il frusciare della retina. E' stata la mano di... Markus.

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Una giocata epitome di una partita in cui Mumbrù le ha provate tutte per braccarlo sulle sue tipiche uscite e impedirgli le sue classiche ricezioni. Lopez-Arostegui e Webb, che lo doppiano in fisicità, non hanno fatto nemmeno un pessimo lavoro nell'inseguirlo sui 40', semplicemente il numero 0 ha dimostrato tutta la superiorità e intangibilità del talento.

28 punti, 6 triple, 13 decisivi mattoncini nell'ultimo quarto. La sua personalissima serie l'avevamo già ricordata settimana scorsa, ci aggiungiamo i 17 di Berlino e quelli di oggi, insieme alla quarta performance monstre consecutiva in ACB, ben oltre i venti punti.

Oltre all'eroismo finale, è da ricordare anche la giocata che ha innescato il vantaggio basco del quarto finale, un vero manifesto del suo clamoroso momento di fiducia.

L'attacco di Valencia lo coinvolge come al solito in un pick and roll, Lopez-Arostegui lo attacca, Howard cede sul blocco e costringe Kotsar all'aiuto, ma è sul pezzo, si frappone e intercetta il passaggio al rollante. Vola impetuoso nell'altra metà campo e, senza pensarci, scaglia in transizione, dal palleggio, da otto metri, una bomba senza senso. Come direbbe la colorita telecronaca iberica, qué barbaridad!

Photo credit: ACB e Baskonia Facebook, Valencia e Baskonia Twitter

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