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La Virtus Bologna, dopo cinque sconfitte consecutive, saluta l'Eurolega con una vittoria casalinga nel derby contro l'Olimpia Milano.

Le scarpette rosse guidano la sfida nel primo tempo; al rientro dagli spogliatoi, però, l'energia virtussina è superiore e allora la bilancia si sposta verso i padroni di casa che vincono e fanno 4-1 nel testa a testa stagionale contro l'EA7.

La gara

Entrambe le squadre partono molto bene al tiro in un avvio intenso che non sembra quello di una partita che sulla carta non ha nessun valore effettivo. Partita che nel primo quarto si dimostra divertente e frizzante; l'Olimpia è brava a capitalizzare dalla lunetta, ma dall'altra parte Hackett attacca il canestro con istinto da killer oltre a smazzare assist per i compagni.

Sul 25-39 arriva il primo vero allungo milanese con i padroni di casa che, senza le invenzioni di Hackett, faticano a trovare la via del canestro, soprattutto nella situazione in cui si trovano, ovvero con pochissimi portatori di palla disponibili. Nei minuti finali di quarto, però, la Virtus ritrova aggressività in attacco e torna sotto la doppia cifra di svantaggio. Da una parte l'attacco biancorosso rimane molto fluido, dall'altra Jaiteh, nonostante gli errori dalla lunetta, prova a fare la partita della riscossa. All'intervallo è 39-47.

Le vu nere e le scarpette rosse rientrano dagli spogliatoi così come avevano iniziato: con rispettivamente una tripla di Hackett e una di Voigtmann. Dopo le secche del secondo quarto per la Virtus sono 3/3 triple in nemmeno 1'30" dall'inizio del quarto; anzi, 2 minuti e 6 punti a testa di due scatenati e furibondi Hackett e Belinelli con le vu nere che impattano il punteggio. Milano abbassa i ritmi e ritrova la guida della gara, mentre dall'altra parte il numero 3 dipinge opere d'arte dall'arco. Ora la sfida oscilla sull'equilibrio.

Ancora Daniel Hackett che apre il quarto con una tripla: definitivamente versione vintage CSKA quest'oggi. L'energia bianconera ora pare davvero aver superato quella ospite e allora ecco il sorpasso con l'EA7 che in attacco ora fatica a trovare spiragli anche a causa di una condizione fisica che è calata. La difesa di casa ora sembra un fortino e allora il tentativo di fuga virtussina è reale: 79-72. Milano, quando tutto sembra finito, reagisce con due triple di Baron e Voigtmann, ma i liberi di Ojeleye sigillano la partita: 89-84 finale e una vittoria per la Virtus molto più importante di quello che si creda.

Olimpia: buon primo tempo, poi il calo fisico

Partite per certi versi a due facce quella della squadra di Ettore Messina. Nonostante le assenze gravose di Melli e Napier i biancorossi hanno iniziato bene l'incontro e in generale hanno giocato un ottimo primo tempo difendendo in modo ordinato e trovando una buona fluidità offensiva che si è tramutata nelle numerose triple realizzate.

Proprio dalle percentuali è dipesa molto la prestazione milanese: soprattutto quella del tiro da tre punti dal 58% del primo tempo è calata al 44% finale. A un certo punto, e quindi nel secondo tempo soprattutto, l'assenza di Napier è stato evidente e lampante sia per la capacità di creare per i compagni che per quella di segnare in situazioni congestionate.

In questo senso lo stato di forma di Kevin Pangos sembra essere ancora lontano dall'ottimale: L'ex Zenit ha collezionato solo 5 punti, 4 palle perse e 3 assist in circa 26 minuti di impiego: dalle sue difficoltà sono dipese anche le numerose difficoltà offensive del secondo tempo, quando anche i lunghi non sono più riusciti a incidere come nella prima frazione di gioco.

Altre due cose da mettere in evidenziare. Innanzitutto il fatto che Gigi Datome, se sano, sarà ancora uno degli aghi della bilancia in una eventuale finale Scudetto: la sua capacità di punire dall'arco è una di quelle armi sottovalutate che sono mancate di più all'Olimpia quest'anno.

Poi le prestazioni di Baron e Voigtmann. Che la guardia ex Zenit sia uno dei metronomi della squadra era chiaro da inizio anno; che lo sia anche il tedesco lo era molto meno. Messina non può fare a meno dell'ex Cska per la sua capacità di aprire il campo e di andare a rimbalzo: ad oggi sono molto più alte le sue quotazioni rispetto a quelle di Brandon Davies.

In più la notizia arrivata nella conferenza stampa post-partita che l'accordo con Luwawu-Cabarrot è terminato. Non è una sconfitta pensate, ma in casa Armani ci sono ancora da limare alcuni meccanismi ed equilibri.

Virtus: Hackett e Belinelli trascinatori, ma tutto l'atteggiamento è stato diverso

Una bella prova per le vu nere: volenterosa, caparbia, a tratti molto lucida e decisa. Non cambia nulla in ottica di classifiche e piazzamenti; si sapeva che era una gara senza alcun valore effettivo. Ma dal punto di vista mentale ha la sua importanza.

Innanzitutto perché le partite con l'Olimpia non sono come le altre. Inutile nasconderlo: il confronto tra queste due squadre è costante ed è giusto che sia così per la competitività di tutto il movimento. Poi perché perdere tante partite una dopo l'altra più lasciare strascichi importanti a livello mentale e di coesione degli interpreti.

Per questo motivo la vittoria virtussina è importante e non è un mero cimelio: ha evidenziato il fatto che questa squadra, nonostante le difficoltà dell'ultimo mese, non si è disunita, ma anzi ha giocato una partita in cui è stata molto coesa e in cui ha dimostrato compattezza e spirito di sacrificio.

Due prerogative espresse limpidamente e in modo impeccabile da quelli che sono stati i due trascinatori della serata virtussina: Belinelli e Hackett. Il capitano ormai è assurto a questo ruolo da mesi e lo sto continuando a interpretare in modo veramente impeccabile, da leader vero (21 punti). L'altra grande dimostrazione di leadership arriva da Hackett che ha giocato una delle sue migliori partite dell'anno in cui, oltre che specialista difensivo e playmaker in grado di mettere in ritmo i compagni, è stato anche realizzatore, facendo tornare alla mente alcune partite del Cska nel 2021. Doppia doppia da 25 punti e 10 assist per una prova da grande uomo-squadra. Subito dopo c'è una prestazione complessiva di buon livello che infatti registra un ottimo rapporto di 23 assist e sole 7 palle perse.

Come detto, non è una vittoria che sposta in termini di risultato o classifiche. Ma è una vittoria che dimostra che la squadra è viva, coesa e pronta per il finale di stagione, se nell'ultimo mese si era potuto pensare qualcosa in senso opposto. La rincorsa verso lo Scudetto è lunga e ora anche gli equilibri virtussini dovranno essere ricalibrati con il ritorno dei numerosi infortunati, ma il manico della situazione sembra ben saldo in mano a Sergio Scariolo.

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