Tracollo Real Madrid: una Gran Canaria spumeggiante ne fa 100 e affonda i blancos
Seconda sconfitta esterna consecutiva in Liga per il Real Madrid che cade malamente a Gran Canaria col punteggio finale nettissimo di 100-77.
Blancos senza energie, triplicati a livello di intensità dall'attitudine isolana, feroce e aggressiva per tutto l'arco dei 40 minuti. Per gli uomini di Mateo è un altro brutto stop in Liga: gli infortuni fanno male anche a Madrid.
Il racconto della partita
I canarini partono subito forte correndo e forzando tante palle perse con la loro energia: 7-0 di parziale per iniziare. Alocen è lanciato in quintetto, ma non offre nulla: il Real non costruisce in attacco e segna solo 4 punti nei primi 6 minuti di gara. 16-4, entra Campazzo ma la musica non cambia con Gran Canaria che fa mostra di una difesa strepitosa dell'area pitturata. Happ domina sotto canestro, che sia contro Poirier o Diagne. Dopo 10' è dominio amarillo 25-9.
I padroni di casa, in fiducia, toccano il +20, con le merengues spaesate, incapaci di contenere l'alto ritmo degli uomini di Lakovic. Il tassametro corre, 41-19, e ora Granca segna anche i canestri difficili, in totale controllo mentale della partita. Il Chacho Rodriguez prova a lanciare qualche segnale, ma il +25 casalingo sembra un'ipoteca importante, vista la condizione delle due squadre. Al descanso è 57-36 ... 57 punti segnati in un tempo al Real Madrid sono qualcosa di unico.
20 punti sono difficili da recuperare anche per il Real Madrid, soprattutto senza alcuni elementi e non al meglio fisicamente. Poirier è il più reattivo, ma Gran Canaria continua a segnare e a controllare il punteggio. Pallacanestro spettacolare dei padroni di casa, Lammers vola a schiacciare, 75-50. Rudy prova a scuotere i suoi e il Real, dopo tempo immemore, torna sul -16.
Quando Ferran Bassas, quasi dal logo, segna la tripla dell'83-60 allora la partita può dirsi finita con un Real appannato e incapace di lanciare un segnale alla partita che, di fatto, riconosce la sconfitta. Da qui alla fine è un garbage time ad alta intensità ma con il risultato finale che è ampiamente scritto e che sancisce il 100-77 amarillo, frutto di una pallacanestro divertente e proprositiva come quella espressa dalla squadra di Lakovic.
Le chiavi
Il 23-9 del primo quarto racconta già tutto e indirizza la partita fin da subito: il Real non è mai stato in partita e non è mai riuscito a metterla in discussione. Fa strano dirlo per una squadra che in questa stagione ha dominato e anche le poche volte che ha perso lo ha sempre fatto sul filo del rasoio, cedendo solo negli ultimi possessi.
Questa è la prima sconfitta nettissima degli uomini di Mateo che, anche loro, mostrano segni di stanchezza, per la verità già evidenti da fine dicembre, momento dal quale Madrid è sembrata essere mortale e a sua volta battibile.
Poi il 56% locale dall'arco è un dato elevatissimo (ma Madrid ha segnato solo due triple in meno), mentre la battaglia a rimbalzo è stati pari. A leggere i dati non sembra ci sia stata tutta questa differenza in campo; in realtà l'abisso c'è stato e pure in modo costante. Gran Canaria è sempre arrivata prima sulle seconde palle, ha messo i canestri importanti, aveva più voglia e ferocia su ogni giocata.
Come spiegare questo tracollo madrileno? La stanchezza, sì, ma anche gli infortuni. Anche un roster così lungo soffre l'assenza di Tavares, Llull, Yabusele ed Hezonja. Di fatto il Real si è presentato con 10 uomini con Abalde, Ndiaye e Alocen da ottavo, nono e decimo. Insomma, oggi i madrileni erano proprio corti. Questa ci sembra la spiegazione più plausibile e che può essere letale contro una squadra ben organizzata, moderna e aggressiva come quella di Lakovic.
In ogni caso per il Real è la seconda sconfitta consecutiva in Liga e qualcosa vorrà pur dire. Sono umani anche loro.
MVP
MVP è Jaka Lakovic e la sua squadra in toto: partita corale nel vero senso del termine, con tutti che si passano la palla in modo meraviglioso senza forzature o eroismi personali.
Poi ci sono i 17 punti in 17 minuti di un Ethan Happ sempre più dominante sotto il canestro, i 16 di un AJ Slaughter versione cacciatore di taglie e i 15 del solito Shurna.
Per il Real il migliore è solito volitivo Musa (17); dopo di lui un Chacho Rodriguez un po' rinato e che non si vedeva così da settimane. Poirier fa 11+9 ma la sua è più una partita di frustrazione che altro.