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Le scarpette rosse si inchinano anche contro il Monaco

L'Olimpia matura addirittura la quarta sconfitta consecutiva in Eurolega, perdendo contro un corsaro Monaco. La squadra biancorossa è stata piegata dai monegaschi per 72-66 ed appare ancora drammaticamente indietro.

Le classiche tre chiavi di Eurodevotion per raccontare l'ennesima sconfitta dell'Olimpia.

La timida speranza

I primi attacchi non sono certo invitanti. Sono solo l'antipasto di una gara che avrà ben poco di esaltante.

L'Olimpia meglio del Monaco, la squadra di casa riesce a mettere in piedi qualche buon attacco e subisce ben poco nella propria metà campo. I monegaschi appaiono decisamente svagati e per nulla aggressivi.

I biancorossi riescono a contenere con successo gli esterni avversari, si nutrono di una serie di recuperi e trovano anche qualche tiro aperto dalla lunga. Un Tonut bello vispo è alla guida le operazioni.

Si tratta quindi di una versione di Milano disciplinata, per nulla scoppiettante, che però guadagna la testa nella mediocrità della gara (18-13).

La produzione offensiva fa riferimento al solo tiro da fuori, che viene trovato con relativa fluidità in questa fase. Messina trova qui un sussulto positivo di Devon Hall, uno dei protagonisti più vivaci, in questo spezzone e non solo.

Il Monaco è parente particolarmente pallido di quello che siamo abituati a vedere, ma proprio per questo basta un'accelerazione sul finale di quarto per riequilibrare la partita. Arriva persino il primo vantaggio, anche se Milano riesce a respingere l'assalto e a chiudere il primo tempo davanti.

Mike, un guizzo nel buio

La squadra di Obradovic rientra dagli spogliatoi con un piglio più deciso, non serve molto perché torni ancora in vantaggio. E stavolta ci rimane.

Segue un'altra fase della gara che è solo un ulteriore confronto tra gradi diversi di mediocrità. Quella svogliata e pigra monegasca e quella impotente e smarrita biancorossa.

Per i padroni di casa è ancora Devon Hall l'unico grimaldello, l'unico filo di speranza, se non consideriamo uno Shields sovraccarico di responsabilità e palloni, con le mani piene di un'Olimpia che gli addossa la croce.

Lato Monaco, è Mike James che comincia a carburare con l'avvicinarsi dell'ultimo quarto. Prima sono i suoi isolamenti a giustificare il vantaggio transalpino, poi una sua bomba maestosa dall'angolo affonda un fendente deciso che suggella il terzo quarto.

Nell'ultima frazione poi, per quanto il punteggio sia vicino, i transalpini hanno ormai guadagnato silenziosamente la leadership, che viene contestata più in teoria che nella pratica.

Nell'afasia offensiva milanese, Mirotić è grande scomparso. Non tira mai e non viene mai esplorato per quel gioco interno in cui tanto avrebbe dovuto essere svolta, per un team che da anni invoca una maggiore presenza nel pitturato.

Il duello tra le due contendenti, però, continua a trascinarsi, quasi fastidiosamente. Finché un ometto dell'Oregon non decide che ne ha abbastanza.

Si, si è stufato il ragazzetto lentigginoso e decide che è tempo di tarentellare con lo Spalding tra le mani e ripetere uno dei suoi più classici omaggi al nostro gioco. Signore e signori, la grazia di uno stepback di Mike James: è l'epilogo di una serata che non lascia granchè, in chi l'ha guardata e nelle due compagini che l'hanno giocata.

James leads Monaco in Milan - Eurodevotion

Aspettando Godot

Non c'è nulla di molto altro da dire, se non che questa Olimpia, come quella dell'anno scorso, non andrà da nessuna parte finché non avrà un playmaker che la possa prendere per mano.

Pangos è ormai, oggi più che mai, accantonato ed esautorato, come se poi non fosse qualcosa che già è nell'aria da tempo. Insieme a un ricorso al mercato che sappiamo essere inevitabile da settimane.

Oggi Nunn è accasato, così come Carlik Jones. Messina ha fatto riferimento anche a un terzo profilo papabile approdato in G-League (Keon Johnson?). Immaginare qualcuno che arrivi sotto la Madonnina e sia in grado di svoltare una squadra di Eurolega, per giunta nella Milano di oggi, è veramente difficile, ma è anche l'unica ricetta possibile perché qualcosa in questa stagione possa funzionare.

Perché, insomma, la mediocrità sia eccezione e non regola e perché questa stagione non si trascini come un'agonia, com'è stato in questa partita. Si può tanto filosofare, ma pare quella l'unica chiave di volta del discorso. E Milano se lo deve per non buttarsi via un'altra volta. Altrimenti sarà davvero rivoluzione.

Photo credit: Olimpia Milano Facebook, olimpiamilano.com, AS Monaco Facebook

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