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Il Baskonia trionfa alla Buesa contro un pallido Barcellona

È un Baskonia d'amore e d'anarchia, è il Baskonia di un anno fa, quello che faceva impazzire l'Europa. La squadra allenata da Ivanovic sfrutta le sue armi migliori e con grande convinzione spazza via un Barcellona insipiente e spaurito.

I padroni di casa colgono così il terzo successo consecutivo, grazie alla vittoria per 94-71.

La notte di Vitoria nei tre punti d'analisi di Eurodevotion.

La mareggiata

L'inizio è subito di quelli più scoppiettanti. Il Baskonia va subito a mille, corre in transizione, prende ogni volta il primo tiro che vede a disposizione. Si mangia il campo aperto. I blaugrana quindi non hanno altra scelta che provare a tenere il passo.

Restano lì, inseguono, duellano sulla realizzazione offensiva. O per lo meno lo fanno finché ci riescono.

I baschi continuano a segnare, tirano quando vogliono, a ogni piccolo spiraglio disponibile. Non ci pensano due volte. Il loro è un voto cieco alla pallacanestro, un libero arbitrio sfrenato. I catalani si sgonfiano e sono sempre più incredibilmente spenti e insipidi.

Mcintyre guida il Baskonia - Eurodevotion

Il Barcellona infatti subisce incredibilmente in difesa, la prima linea fatica a schierarsi contro la transizione e la frenesia basca e fatica a contenere le iniziative ubique delle guardie di casa. Howard, Chiozza e Mcintyre, a vari livelli e ognuno a suo modo, fanno impazzire la difesa avversaria.

26-18 è così il risultato dello ostilità del primo quarto. Ed è già molto eloquente.

Codi, Markus e l'anarchia rossoblu

Il Barcellona nel secondo quarto cala a picco. Sembra non avere niente dentro di sè: ripropone una difesa colante come lo zola, si mostra completamente in balia di qualunque iniziativa rivale, in attacco è maledettamente inconcludente, colpisce il ferro anche nelle sue rare buone esecuzioni.

Non pare esserci nessuno con gli strumenti emotivi nella truppa di Grimau di tirar fuori qualcosa da questa fase della gara e i baschi ne approfittano. Il secondo quarto (29-11) deciderà di fatto la gara.

Il suggello è messo quindi dalla "fluttuante" di Howard, quella conclusione sin troppo tipica del folletto di Morristown, scagliata galleggiando nell'aere in quella terra di mezzo tra l'ala e l'angolo. MH brucia la retina a 1' dall'intervallo e il match è sempre più di Vitoria.

I baschi, avanti di 26, stanno doppiano in energia gli avversari, anche con una presenza fisica di costante minaccia persino a sporcare ogni palla, anche sotto i propri tabelloni.

Al rientro dagli spogliatoi ci prova Laprovittola per il Barça, l'argentino cerca di essere quel traino di personalità che mancava. I ritmi dei padroni di casa ora sono estremamente svagati, per un attimo il tiro per i baschi, da strumento di libertà degli istinti si trasforma in pigro esercizio di stile. I blaugrana in un attimo ricucino dieci punti di svantaggio.

La reazione però non ha trasporto, manca infatti un atteggiamento collettivo adatto per darvi corpo, i baschi quindi resistono anche con un uso prolungato del secondo quintetto.

La qualità offensiva domestica resta claudicante, i blaugrana provano a pressare alto e a rubare palla, ma anche con un +9 nel parziale del terzo quarto, lo svantaggio è ancora una vetta insuperabile, oltre la doppia cifra di disavanzo.

E così, visto che quando la vertigine è troppo forte la caduta è dietro l'angolo, il Baskonia nell'ultima conclude il lavoro. Sedekerkis ruggisce - tra l'altro autore di un'altra prova solidissima -, poi Howard sublima. L'americano, scongelato di nuovo da Ivanovic, è l'amore e l'anarchia insieme, in una sola persona.

La passione per il gioco che prova e che sa scaturire nello spettatore, la follia anarchica con cui incarna la leggerezza impegnata di un'intera squadra. Danza sulle piastrelle dell'infinito e frusta gli avversari con altre due triple. Chiuderà con 26 punti in 24' giocati. Maestoso.

Dopo di lui, da parte basca continua lo spettacolo di follia collettiva. Un profluvio di gioia cestistica che attraversa un Codi Miller-Mcintyre sublime, capace di essere l'uomo giusto per tutti i momenti della partita. Si porta a casa 20 punti, 7 assist e 4 rimbalzi, oltre ad un'alzata spettacolare nel finale per l'altro tenore basco.

"Basta, è già morto!", urlerebbe chiunque guardando un rantolante Barcellona. Non Chima Moneke, che si esalta sulle ceneri balugrana e celebra i suoi 19 punti baldanzosi e selvaggi.

È un Baskonia grandioso che può scoprire in sè tutto il necessario per dire qualcosa di originale nel prosieguo della stagione.

Barça, sei irriconoscibile

Peculiare blackout per un Barcellona di altissimo livello fino ad oggi in questa stagione, capace di costruirsi un ottimo percorso tecnico su delle basi estive non proprio semplici.

Una sconfitta ci sta, in questa Eurolega. Il fatto che sia arrivata in modo così eclatante è dovuto a una mancanza di aggressività decisiva, che ha reso i blaugrana succubi di una gara che il Baskonia non avrebbe potuto volere diversa da così.

Gli uomini di Grimau hanno peccato incredibilmente nella pericolosità interna, con una dimensione in area non ignorata, ma esplorata con poca convinzione e grinta, oltre che con precisione nulla. Vincere con il 37,5% da due è infatti molto difficile. In particolare quanto l'unico che ha garantito quella dimensione, Da Silva (14 punti con 4/5 da due), si è fermato al primo tempo.

Sia Parker, che Willy, che Vesely non sono per nulla stati in grado di imporsi nel pitturato, combinando per un 5/17 all'interno della linea dei 6,75.

Siamo convinti che il Barça sarà capace di voltare pagina e che si sia trattato solo di un incidente di percorso.

Tuttavia, quello che sarà vero in ogni momento è che la squadra di Grimau, come in parte anche quelle di Jasi prima, non ha un uomo di esperienza e leadership capace di fare quelle due/tre cose quando la squadra è in difficoltà per dare un segnale forte e tirare fuori la squadra dal momento buio. Questo potrebbe essere un vulnus serio anche molto più avanti.

Photo credit: Baskonia e Barça Basket X

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