Regole di una sconfitta perfetta. Baskonia cade a Zaragoza
Inopinata e poco spiegabile sconfitta di Baskonia a Saragozza, che cedono alla rimonta dei padroni di casa guidati da Dubljevic e la sua rinnovata versione tiratrice
L'andamento del match
E' possibile uscire sconfitti da una partita con un tabellino che vede statistiche molto positive a favore? La retorica non è la pallacanestro, ma la prendiamo in prestito per raccontare l'ennesima giornata sull'altalena della storia recente del Baskonia, che perde 86-85 a Zaragoza
Sicuramente non un rovescio biblico, ma l'ennesima occasione sprecata che complica, anche in questo caso, per l'ennesima volta il cammino verso la Copa del Rey, già mancata in 2 delle ultime 3 occasioni. Certo la classifica di Liga Endesa non emette sentenze, ma per Baskonia, la sconfitta nello scontro diretto contro Zaragoza al Pavillon Principe Felipe, complica di certo il cammino, visto il numero elevato di contendenti.
E dire che sembrava una domenica storta per i padroni di casa e quasi agevole per gli ospiti. I canestri aragonesi tutt'altro che casalinghi, praticamente stregati per Spissu e compagni, molto più larghi per Moneke e accoliti. I baschi ad imporre sempre il ritmo quasi Jazz, tra improvvisato e coinvolgente, che è praticamente un trade mark della pallacanestro di Baskonia.
E finchè la barca va, Moneke è un capitano perfetto. Il nigeriano d'Australia, riempe il suo tabellino con 12 punti 7 assist e 5 rimbalzi (aggiunge 5 perse). Produzione quasi esclusiva della prima frazione. All'intervallo lungo, Zaragoza ricuce lo strappo, anche di 14 punti accumulato nel primo quarto, nonostante il 3/13 dall'arco, con il solo Dubljevic a segnare. Un affare per la squadra targata Casademont.
Baskonia, riprova l'allungo, ancora approfitta delle pessime percentuali dei padroni di casa, e con Sedekerskis, Howard e Forrest rimette un cuscinetto prezioso quanto effimero tra se e gli avversari. La squadra di Laso, pare in pieno controllo. Controllo dei tabelloni (27-38), del ritmo (36 minuti abbondanti in vantaggio in tutto il match) e ottima giornata al tiro (51% dall'arco) e allora cosa può andare storto?
Finale di partita inatteso non inconsueto
Il finale riserva invece un plot twist non indifferente. Zaragoza, ritrova una discreta vena dall'arco (3/6 da 3 nel quarto, per un 29% totale), piazza un parziale di 9-0 e ribalta la situazione a rimbalzo (10-5 negli ultimi 10') anche opponendo al solito quintetto Moneke Sedekerskis, Hall, un batteria di lunghi ben strutturata con Dubljevic e Bango che sarà la mossa vincente per Porfi Fisac.
L'asse angolano-montenegrino, seppure improbabile geograficamente, sarà decisivo. 34 punti combinati, democraticamente 17 a testa, 19 dei 31 totali del quarto periodo (11 di Bango). Una perfetta combatibilità, una rinnovata intimidazione al ferro e chirurgica minaccia in&out offensiva che spegne pian piano le resistenze basche. Un mix vincente tra tecnica sopraffina e fisicità, caratteristiche non per forza distribuite equamente tra i due protagonisti, ma più che sufficienti per la W finale. Il tutto in una giornata di magra dal campo per gli esterni aragonesi (3/18 dall'arco per Spissu, Slaughter, Yusta e Bell-Hayes).
Mvp e chiavi del match
Per Baskonia, una sconfitta dalla triplice spiegazione. Tecnica, con 18 palle perse, un numero oltre media (poco più di 10), volendo esser indulgenti, anche sostenibile, fisiologico, vista la pallacanestro molto “rischiosa” abbracciata da Laso e i suoi. Anche visto che il numero è stato distribuito lunga la durata di tutto il match. Non la pistola fumante della L di Saragozza, ma probabilmente la radice per la quale non esser riusciti prima a chiudere e poi a gestire il risultato.
Niente di nuovo sotto il sole. Il roster. Recuperato Sedekerskis, le rotazioni sono “allargate” a 8 giocatori con minutaggi significativi. Diop e Rogvakopoulos, anche per via di infortuni, stanno crescendo a rilento, o in maniera poco costante, con poca continuità tra una partita e l'altra. Howard e Moneke, alternano momenti in cui sono letali ad altri in cui il loro istinto fatica ad esser al servizio del bene della squadra. La nota positiva, sembra ancora una volta esser Trent Forrest, seppur non decisivo nel finale, rimasto il più lucido, colui a cui affidare la palla quando scotta. Altra partita da 17 con 6 rimbalzi.
Infine una motivazione psicologica. Una squadra insolitamente piatta. Se Zaragoza pur nelle difficoltà di giornata, non è mai sembrata fuori dal match, con intensità e fisicità mai assenti, Baskonia vive momenti di totale apatia, che costano, come detto per le palle perse, situazioni che non permettono una gestione della partita lineare e solida. Nel finale, Baskonia ha “accettato” le spallate della squadra di casa, un'assenza di pathos che ha contribuito alla sconfitta maturata alla sirena.
Al netto dei demeriti della squadra di Eurolega, Porfi Fisac può guardare con orgoglio ad una vittoria sicuramente raggiunta nonostante una prestazione balistica deficitaria e senza l'apporto di Suljemanovic, sul quale infortunio (ginocchio) non si hanno ancora tempistiche certe.
Ottime le risposte da Bojan Dubljevic, al quale l'aria di Spagna fa sicuramente bene. Dopo una stagione piuttosto sottotono allo Zenit, l'ex Valencia sta viaggiando a medie di vertice in carriera per punti (15.6), minuti (24) e percentuale dall'arco (oltre il 56% su quasi 4 tentativi). Da lusso a giocatore strutturale, per chi avesse dubbi sul suo rientro in terra iberica.
Photocredit: Casademont Zaragoza X