La sinfonia biancorossa si intensifica dal primo quarto, Milano si sbarazza del Bayern
Milano continua la sua cavalcata trionfale, Bayern ko
La vittoria del Forum è piuttosto comoda per Milano, che ha largamente la meglio sulla compagine di Trinchieri, grazie ad un autorevole primo quarto. I biancorossi consolidano il proprio status di scheggia impazzita di questa volata finale, grazie al punteggio di 99-74.
Come sempre, accompagna le nostre riflessioni l'analisi per punti tipica di Eurodevotion.
Un primo quarto tramortente
Una gara che è stata monologo ha avuto i suoi albori nel verdetto spietato dei primi 10', un 25-8 inequivocabile.
L'Olimpia sfrutta da subito il suo grimaldello biondo, pesca infatti Melli sotto canestro che sfrutta la sua "presenza offensiva contro i cambi", come da disamina di Messina, ed è ancora una volta innesco della fiducia realizzativa biancorossa. Milano trasforma molto bene la difesa in attacco, superando la metà campo con velocità e ritmo, la transizione vola sull'asse Tonut-Melli e intensifica la sua efficacia dei minuti.
Il Bayern fatica a trovare concretezza nella metà campo avversaria, si affida ad Obst, da cui passano molte delle trame teutoniche, ma non riesce a capitalizzare gli assalti sul gioco a due alla coppia Napier-Voigtmann, c'è Cheatham che viene sfidato al tiro, viene così fagocitato nell'insicurezza e nella confusione della scelta, costretto a prendersi i tiri che Milano voleva.
Dipinto questo quadro, non possiamo evidenziare quanto sia apparsa evidente in questa fase la differenza tra le due compagini in campo, che erano portatrici di uno stato tecnico, fisico e psicologico opposto, una maturità ed uno spessore diverso per interpreti e momento della stagione.
Milano si è espressa quindi sempre più sul velluto, rimpinguando il suo bottino a flusso continuo, inarrestabile, implacabile.
L'ottava sinfonia di Beethoven, nell'ottava perla della pazza rimonta stagionale meneghina, vede un'Olimpia incontenibile, con Voigtmann che pasteggia nelle praterie aperte dalla buona esecuzione domestica e persino Shields, che ha addirittura il tempo di ritrovarsi in attacco. Per il Bayern non sembra esserci scampo.
Le resistenze tedesche, Napier e una Milano da passerella
Di monologo abbiamo parlato, è tuttavia più corretto ricordare che i tedeschi sono stati capaci di produrre una certa reazione, a cavallo tra secondo e terzo quarto. Sebbene non sia mai stata tanto feroce dal far presupporre un ribaltamento di fronte, è stato senza dubbio un tentativo credibile.
Dopo un quarto di afasia offensiva, i bavaresi riescono a rimettere in piedi la propria macchina realizzativa, riuscendo a produrre nelle vicinanze del canestro. Salire di colpi e attaccare con piena razionalità, nei confronti di un calo di tensione difensiva biancorossa, diventa ingrediente per una parziale risalita.
Obst è un motore inesauribile, si muove sinuoso e imprendibile senza palla, tentando di sfuggire agli inseguitori messi sulle sue orme da Messina, un artista del terrore che gela più volte Milano (27 punti regali a fine match), Cheatham registra le incertezze della prima parte di gara ed è spina nel fianco, rolla con ottimo tempismo e determinazione, spaccando il fronte difensivo milanese.
L'Olimpia appare un filo imborghesita, potrebbe infiacchirsi, rammollirsi, spegnersi, afflosciarsi. Non è così, la barra rimane dritta, il vantaggio non scende mai sotto la doppia cifra ed è il solito Napier ad occuparsi della giusta sfuriata per mantenere tutta l'inerzia sponda meneghina.
L'americano, come ormai da tradizione, ha cominciato nel secondo tempo a dare spettacolo, con ad esempio due triple davvero allucinanti, che prendono per mano ognuno dei tifosi dell'Olimpia e lo accompagnano direttamente al paese dei balocchi. Anche Cabarrot continua ad evidenziare un'altra fiducia rispetto ai mesi più bui e tutta la squadra continua nel suo sforzo creativo nella metà campo avversaria. La gara riprende placidamente i suoi binari.
Milano veleggia sul + 20 e il finale di gara è una sorta di standing ovation continua, per qualunque giocatori entri o esca dalla panchina di Messina. Passerelle su passerelle, declinazione modaiola (griffata Armani!) del più classico dei garbage time.
Another brick in the wall
Ancora una volta una prestazione convincente, ancora una volta una vittoria in cascina, ancora una volta tutti quei pensieri che si affastellano, golosi, illusori, stuzzicanti, ma di volta in volta più vividi rispetto alle speranze di post-season.
Milano vince molto bene una partita che non poteva non perdere, imponendosi rispetto ad una squadra inferiore e con difficoltà di organico serie, lo fa con grande convinzione di sè, grande consapevolezza di quello che è diventata, con grande coinvolgimento ed entusiasmo, trionfando nella lotta fisica. Fisicità può anche essere concetto in potenza, ieri è stato tremendamente in atto (37-25 il dato dei rimbalzi).
Il Bayern non ha molto da chiedere ormai a questa competizione, di questa serata conserva la severa punizione del punteggio, qualche indicazione interessante nelle individualità, ma soprattutto il tempo per lavorare ad un finale di stagione nazionale all'altezza delle esigenze di una realtà con tutti i pregi di quella bavarese.
L'Olimpia non può che accontentarsi di quello che abbiamo detto prima, di aver aggiunto un altro mattoncino alla sua costruzione di una struttura di salvataggio estremo per questa stagione. Questo è il massimo che ad oggi si può fare, nei riguardi di una corsa per i playoff aperta, seppur tremendamente complessa, che vive un ulteriore rilancio nei risultati per nulla negativi della settimana.
To dare is to do. Osare, sognare, ambire vuol dire già tanto e, a questo punto, è l'unica cosa che Milano può fare.
Photo credit: Olimpia Milano Facebook, euroleaguebasketball.net