Al Palau blaugrana è prestazione perfetta per la Virtus Bologna: il Barcellona va KO 75-83 e i virtussini sono ancora corsari in Spagna dopo lo scalpo preso già a Madrid in ottobre.

Il Barcellona, dal canto suo, gioca una gara fatta più di bassi che di alti confermando la tendenza della squadra di Jasikevicius a incepparsi in più occasioni.

La gara

La Virtus arriva al Palau decisa e determinata: l'atteggiamento, fin dalla palla a due, è quello di una squadra scesa in campo per vincere e non per fare solo una buona partita.

I bianconeri conducono la gara dal primo minuto e giocano un primo quarto di grande qualità provando già a prendere il largo: è 26-15 dopo 10 minuti. Nel secondo quarto c'è la reazione blaugrana guidata dalle triple di Kuric e Abrines e dalle giocate di Higgins. Quest'ultimo sembra essere la vera anima del Barcellona, quello in grado di battere costantemente il suo uomo.

I padroni di casa piazzano un contro-parziale da 14-4 e ricuciono fino al -4. Si va all'intervallo sull'equilibrio. Ad uscire meglio dagli spogliatoi, però, è ancora la Virtus: torna sul +8, ma a 5'40" dalla fine del terzo quarto è 51-51. Rientra in campo Teodosic e consegna due palle perfette consecutive a Bako che schiaccia puntualmente.

Il quarto quarto è tutto da giocare. Il Barça attacca molto male e la Virtus difende molto bene: a 7 minuti dalla fine è 59-66 virtussino con alcune perse ingenue dei padroni di casa. Quando mancano circa due minuti al termine una giocata di Ojeleye, un recupero di Pajola e la conseguente schiacciata ancora di Ojeleye danno ai bianconeri il vantaggio decisivo. I blaugrana non hanno più la forza di reagire. E' tripudio bianconero!

Un'occhiata ai numeri. Copione davvero simile a quello visto contro il Fenerbahce: il Barça molto meglio a rimbalzo (33-26), ma la Virtus gioca meglio. 22/15 il rapporto assist/palle perse degli ospiti; 18/17 quello dei padroni di casa. Le vu nere, poi, tirano molto meglio da dentro l'arco (73.3% v 50%) e dalla linea dei tre punti (37.5% v 30.8%). Sono numeri che dicono come la vittoria bianconera sia meritata.

Barça: l'attacco stenta e mancano alcuni riferimenti

Cambiano le stagioni e passano gli anni, ma il Barcellona di Sarunas Jasikevicius sembra sempre lo stesso. Grande roster, incredibili margini di crescita e ottimi periodo di prestazioni che fanno pensare alla svolta decisiva. Poi puntualmente i blaugrana si sgonfiano e mettono in mostra i medesimi problemi.

Ovvero soprattutto la presenza di una fase offensiva macchinosa che fatica a costruire buoni tiri con continuità. Poi questa sera sono mancate anche le azioni dei singoli che spesso hanno risolto diverse dispute alla squadra catalana; ha provato a farlo Higgins ma non è riuscito a farlo con continuità.

Completamente assenti e abulici sia Mirotic che Laprovittola: in due mettono a referto 20 punti, ma da loro ci si aspetta molto di più, anche per quanto riguarda la capacità di accendere e trascinare tutti gli altri.

Il problema sembra essere sempre questo. Spesso questa squadra viene trascinata dalle giocate delle sue grandi individualità, però si lamenta una mancanza di coralità. Poi quando si cerca di trovare questa coralità, manca l'integrazione delle giocate dei singoli. Che, volenti e nolenti, in questo sport servono e sono da aggiungere a una solida identità di squadra.

L'impressione è che il roster sia chilometrico e di qualità eccelsa, ma che debba ancora trovare l'amalgama giusta. Si vedono tanti giocatori di straordinario livello come Kalinic, Sanli e anche lo stesso Mirotic vagare per il campo senza dare mai l'impressione di avere le idee chiare sul da farsi.

Poi l'assenza di Satoranky si è fatta sentire: oltre al playmaking, anche per la fisicità che riesce a dare nel reparto guardie. Però era un'assenza a cui i blaugrana potevano sopperire.

La classifica è ancora ottima e non è certamente quello il problema. Ma l'impressione è che in giro ci siano squadre migliori e che al team di Jasikevicius manchi sempre qualcosa per poter realmente vincere questa competizione. Vediamo se le cose svolteranno con la primavera. Il fatto che le cose stiano andando al contrario rispetto agli anni passati può essere anche cosa positiva, visti gli esiti degli ultimi due anni. Forse è l'anno in cui il Barça salirà di livello al momento giusto?

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Una Virtus perfetta: lucidità, solidità e precisione

Davvero una gara perfetta quella delle vu nere: vanno fatti i complimenti a Scariolo per la preparazione della partita. Chiariamo subito una cosa: è possibile che la stessa squadra possa passare dal tonfo contro Milano alla vittoria di questa sera?

Sì, è possibile, soprattutto per una squadra come Bologna. Ovvero una squadra che non ha un roster con la profondità per sostenere gare di questo tipo ogni tre giorni. Qualcosa bisogna lasciare per strada, anche a costo di prendere qualche scoppola. E quindi bisogna scegliere quali partite provare a vincere più convintamente.

In questa logica scegliere di impiegare meno energia dal punto di vista fisico e dell'intensità contro Milano è stata scelta saggia: perché era partita che, oltre alla questione prettamente emozionale, valeva praticamente nulla in termini di risultato. Ovvero il primo o secondo posto nella stagione regolare di LBA. Le ultime due edizioni delle finali Scudetto non ci hanno insegnato che il fattore campo conta praticamente nulla?

La Virtus Bologna che è scesa in campo al Palau blaugrana ha giocato una partita di una lucidità e intensità clamorose: le scelte sbagliate in campo dalla squadra di Scariolo sono state pochissime. La difesa soprattutto si è dimostrata di altissimo livello per quanto riguarda tutti i reparti: dalla grande capacità di scivolare degli esterni, alla fisicità delle ali (quanto era mancato Ojeleye...) alla posizione dei centri.

Poi a rimbalzo la squadra è andata sotto, ma è nell'economia delle cose. In attacco, poi, c'è stata altrettanta lucidità: la palla si è mossa molto bene ed è spesso riuscita a muovere nel modo giusto la difesa blaugrana andando a creare dei tiri ad ottima percentuale. Poi ovvio che con in campo Teodosic è tutta un'altra produzione offensiva: il pick&roll centrale quando è giocato dal serbo crea costantemente vantaggio. Però anche senza di lui in campo la squadra si è mossa bene. In questo senso da monitorare la botta alla spalla patita da Nico Mannion che fino a quel momento aveva fatto bene.

Insomma, la Virtus dimostra di poter essere una squadra dannatamente solida e compatta in grado di mettere in difficoltà e battere chiunque. Dietro c'è la grande mano di Scariolo che ha il merito di avere creato un'identità di squadra veramente notevole percepibile nei tanti dettagli visti stasera che sono stati decisivi per vincere la contesa: dalla prestazione da tuttocampista di Pajola ai tuffi nel finale di Shengelia per anticipare gli avversari. L'obiettivo è quello di portare al livello Eurolega tanti giocatori che ad inizio anno non lo erano: la sfida è grande, ma i primi frutti si vedono e sono evidenti.

Finalmente, poi, è arrivata una grande prestazione di Lundberg: nel momento del bisogno il danese gioca una fase offensiva lucidissima con la capacità di punire gli avversari non appena si apriva lo spiraglio. 20 punti, 5 rubate e 23 di PIR per lui. Poi, oltre al solito imprescindibile Teodosic, c'è Ojeleye, che allo stesso modo può essere detto imprescindibile per questa squadra. Con lui in campo la Virtus può essere più fisica, atletica e intensa.

Quella virtussina è una vittoria dal peso specifico dannatamente grande che avvicina ancora di più la Segafredo a quell'agognato ottavo posto. E la cosa ancora più positiva è che Bologna sta iniziando a produrre una pallacanestro di grande livello e continuità anche sul palcoscenico europeo. Stasera c'è solo da applaudire.

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