La Virtus si regala una grande vittoria! Battuto il Fenerbahce nel segno di Belinelli

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La Virtus Bologna, nonostante le tante defezioni, si regala una notte da sogno battendo 92-88 la capolista Fenerbahce al termine di una gara che definire al cardiopalma, questa volta, non è una convenzione.

Bellissima gara quella andata in scena alla Segafredo Arena: intensità, ritmi alti, giocate spettacolari, fisicità e quant’altro. Insomma, il meglio di quello che l’Eurolega può offrire.

Una vittoria dal peso specifico importantissimo per le vu nere che si riaffacciano al fatidico ottavo posto beneficiando delle cadute di Efes e Stella Rossa. Per i turchi, invece, è la quarta sconfitta di fila che certifica quella che ormai prende le dimensioni di una crisi tutt’altro che passeggera.

Virtis

Virtus-Fenerbahce: la gara

Innanzitutto è giusto sottolineare la bellezza della partita; per come le squadre si sono fronteggiate a viso aperto senza indietreggiare mai di un centimetro.

Prima del +10 Virtus a pochi minuti dalla fine della partita nessuna delle due squadre era mai andata oltre i 5 punti di vantaggio sull’altra. Equilibrio totale per tutti i 40 minuti.

La Virtus, appunto, tenta la sterzata decisiva con quella doppia cifra di vantaggio nel quarto periodo, ma negli ultimi minuti l’attacco bianconero, fino a quel momento quasi perfetto, diventa statico affidandosi solo agli isolamenti in post di Shengelia. Il Fener allora riesce a rientrare con le triple di Mahmutoglu e Booker unite alle giocate del solito Motley. La Virtus, però, mantiene fino alla fine il +2 con possesso che, sfruttando il bonus, con i viaggi in lunetta di Pajola e Belinelli si tramuta in vittoria finale.

Una partita bella e intensa per quanto “strana”. Il Fener domina a rimbalzo in lungo e in largo: a fine terzo quarto il parziale sotto le plance è 30-13! In qualsiasi partita normale significherebbe aver entrambe le mani salde sull’incontro. Ma la Virtus gioca meglio a pallacanestro e quindi quelle meno opportunità che ha le sfrutta meglio. Le vu nere mettono a segno 26 assist (tanti davvero) nell’arco dei 40 minuti al netto di sole palle perse. Il Fener fa invece 15/15.

Banalmente nel quarto periodo la Virtus equilibra la lotta a rimbalzo: 7-7 il parziale del periodo finale. E allora questo significa vincere la partita mantenendo invariata la qualità del gioco. Così infatti avviene.

Virtus Fener

Fener, ora si può parlare di crisi

Quarta sconfitta consecutiva dopo Olympiacos, Baskonia e Partizan. Tutti avversari tutt’altro che semplici, ma il momento di difficoltà della squadra di Itoudis è evidente, soprattutto nella qualità della pallacanestro proposta. In tutto questo ha, senza dubbio, un ruolo rilevante il consistente numero di infortuni che è piombato sulla squadra di Istanbul.

Però la squadra dei primi due mesi e mezzo di Eurolega era un gruppo che viaggiava ad altre velocità rispetto a tutti gli altri e che sembrava avere già dei meccanismi estremamente oliati. Oggi tutto sembra più macchinoso e meno efficace.

Va anche detto che un momento di calo è fisiologico per qualsiasi squadra, comprese le più attrezzate della competizione. E, tenendo a mente questo, il Fener è stato bravo a mettere in cascina vittorie importanti nei mesi precedenti facendo in modo che questa striscia negativa poi non infici così tanto ai fini della classifica.

Il momento no di Wilbekin oggi è stato evidente; come anche la flessione di Calathes, meno lucido rispetto agli scorsi mesi. Non ci si poteva aspettare troppo dall’esordio di Kostas Antetokounmpo visto che avrà bisogno di tempo per integrarsi con la nuova squadra. Ma nei 13 minuti e poco più giocati ha fatto vedere buone cose.

Demerito del Fener, sicuramente, è stato non sfruttare la mancanza di soluzioni delle vu nere nel ruolo di ala piccola evitando di cavalcare atletismo e fisicità di Pierre e Hayes-Davis. Fa pensare poi il mancato ingresso in campo di Carsen Edwards, uno che con la sua freschezza ed esplosività poteva dare fastidio agli esterni virtussini. Problema fisico o scelta tecnica?

In tutto questo c’è Johnathan Motley, uno che non doveva essere al meglio e che invece ha dominato la partita sotto canestro facendo impazzire i lunghi bianconeri con la sua esplosività, il suo dinamismo e la sua forza fisica. 26 punti, 8 rimbalzi e 29 di valutazione in 34 minuti abbondanti di gioco.

Lui è la grande costante della stagione gialloblu per ora. Da lui bisognerà ripartire settimana prossima alla Zalgirio Arena cercando di riprendere da dove ci si è fermati: da quel gioco che aveva lanciato il Fener in testa alla classifica.

Virtus Fener

Virtus, una vittoria di grinta e determinazione nell’emergenza

Alla vigilia della palla a due pensare che la Virtus potesse battere il Fener senza tre giocatori chiave come Ojeleye, Hackett e Cordinier era cosa per pochi.

La prestazione delle vu nere, però, ha dimostrato una volta di più che la squadra è formata da un gruppo di giocatori che, prima di ogni altra cosa, sa lottare e tirare fuori gli artigli quando serve farlo. Una squadra che, sempre di più, sa esaltarsi e trarre linfa vitale dal proprio pubblico. Dopo la sconfitta con l’Efes e col passaggio dal PalaDozza alla Segafredo Arena, la Virtus in Eurolega ha sempre vinto in casa. E anche stasera il pubblico, va ribadito, è stato decisamente il sesto uomo in campo.

Poi, come detto, c’è una prestazione di squadra di livello molto alto. A tal punto che riesce anche a tamponare le gravi difficoltà a rimbalzo che, in condizioni normali, avrebbero indirizzato notevolmente la partita verso i turchi. Ma la Virtus ha giocato molto bene su entrambi i lati del campo, esprimendo oggettivamente una pallacanestro migliore.

In attacco la palla si è mossa bene: lo dimostrano i 26 assist e il fatto che sono andati in doppia cifra ben sei giocatori bianconeri. Ma anche in difesa ci si è mossi molto egregiamente, soprattutto sugli esterni.

Ecco, se c’è un reparto che ha faticato è quello dei lunghi, dei centri soprattutto. Jaiteh, in ogni caso, si rivela sempre utile e importante (anche stasera 14 punti e 7 rimbalzi), ma ad un certo punto il dominio di Motley è stato evidente. Non è un caso che Scariolo poi in conferenza stampa abbia lamentato una ristrettezza di soluzioni in quel reparto.

Sugli esterni, invece, le vu nere hanno sfoderato una vera e propria prova da manuale. Perfetti davanti e praticamente perfetti dietro. Il migliore in campo? Marco Belinelli. Sì, proprio lui. Il tanto criticato capitano bianconero si è preso in diverse circostanze la squadra sulle spalle segnando canestri pesantissimi (18 punti totali) e in generale dimostrandosi ingranaggio perfetto nell’attacco bianconero. Ma anche la tanto vituperata predisposizione difensiva si è rivelata più che buona. L’ex Spurs ha dimostrato di essere nella miglior condizione fisica dell’anno. Recuperi, tagli backdoor, movimento intorno all’arco, mobilità laterale, difesa sulla palla: sono tutte cose che Belinelli ha fatto molto bene e ad una grande intensità. Mettendoci leadership e determinazione: chapeau.

Ottimi segnali anche da Nico Mannion che ha fatto vedere di poter essere quella freschezza e quella soluzione nei giochi rotti che servivano alla Virtus. Si sono rivisti lampi del Mannion del pre-olimpico di Belgrado e questa potrebbe essere una notizia meravigliosa per le vu nere: cambierebbe tanto per coach Scariolo. Poi c’è anche uno che fa 2 punti, 3 rubate e 10 assist: i numeri che dicono e non dicono di un’altra prestazione enciclopedica di Pajola.

Morale della favola: la Virtus ora è 7-9, a una vittoria dall’ottavo posto. Quella di stasera è una vittoria che dà tanto morale e consapevolezza. In vista di un mese di gennaio che sarà decisivo.

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frcata7

Laureato in Lettere moderne e laureando in Italianistica presso l'Università di Bologna. Nel giugno 2023 ha pubblicato il suo primo libro di poesie, "La cenere e l'oceano" (Edizioni Effetto). Letteratura, cinema e pallacanestro sono le sue grandi passioni che cerca costantemente di coniugare.
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