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Al Pireo la partita tra Olympiacos e Virtus Bologna dura qualche minuto, poi è dominio totale e incontrastato dei greci e tracollo bianconero. Il risultato finale è uno dei parziali più salati e impietosi di questa competizione: 117-71.

Impressionante il livello di pallacanestro messo in campo dagli uomini di Bartzokas; impressionante l'involuzione bianconera rispetto a quanto di buono fatto fino a fine novembre. Sinceramente, c'è poco da scrivere o analizzare riguardo questo incontro: il risultato e il campo sono già ampiamente eloquenti. Proviamo comunque a farlo cercando di trarre qualche considerazione.

La gara

Parziale iniziale di 11-0 che già tramortisce la partita; primo quarto che finisce sul 31-15 e primo tempo sul 51-35. Buoi già ampiamente scappati e partita finita senza nessun dubbio. Se nel terzo quarto c'è almeno il tentativo bianconero di non sprofondare verso luoghi troppo oscuri, il quarto periodo è di nuovo una mattanza sconsiderata: 33-16. Da qui il -46 finale.

Ancora qualche dato. 75.9% v 53.7% da due; 56.3% (ben 18 triple segnate per i greci!) v 31.3% dall'arco; 32-24 a rimbalzo, 33/14 il rapporto assist/palle perse dei greci contro il 18/20 virtussino. Per finire c'è il 159-59 di PIR. Dati impressionati che non hanno bisogno di commento.

Dei dati che certificano una partita che definire a senso unico è riduttivo: i greci hanno giocato una pallacanestro celestiale in completa fiducia (lo testimoniano anche tre triple fortunose di cui due di Vezenkov e una di Larentzakis). I bolognesi non sono scesi in campo e non sono mai riusciti nell'arco dei 40 minuti a proporre un'idea di pallacanestro.

L'Oly è stupendo

Lo avevamo scritto recentemente: le prime sei della classe viaggiano a velocità nettamente più elevate rispetto a tutte le altre squadre. L'Olympiacos visto in campo oggi è una libidine per gli occhi.

La difesa è solida, fisica e ben messa in campo, ma quello che maggiormente impressiona è l'attacco. La squadra di Bartzokas ha infatti una capacità unica e stupendamente bella di muovere la palla in fase offensiva alla ricerca costantemente del tiro a più alta percentuale. E le soluzioni che i biancorossi possono vantare sono innumerevoli per quanto belle.

Si tratta di un gioco di squadra in cui le qualità dei singoli vengono elevate alla massima potenza. Vezenkov gioca da MVP della competizione; Sloukas e Walkup probabilmente formano la migliore coppia di playmaker dell'Eurolega (stasera 15 assist insieme: 7+8), McKissic (13 punti) e Canaan sono due attaccanti di primo livello, e il reparto lunghi dell'Oly è estremamente fisico, solido, compatto e impattante.

Difficile scegliere che aggettivo usare per definire la differenza di resa tra il pacchetto lunghi virtussino e quello dell'Olympiacos: Fall (15 punti e 5 rimbalzi) e Black (9 punti) stritolano i lunghi bianconeri sotto le plance; Peters (15 punti) li martella costantemente dall'arco.

All'Olympiacos dello scorso per andare in finale di Eurolega erano mancate due cose: esperienza e profondità. Quest'anno hanno aggiunto decisamente entrambi gli aspetti.

Virtus, ora è crisi europea

Una sconfitta ben oltre ogni più nera aspettativa che apre ufficialmente e profondamente la crisi europea della Virtus Bologna. Quarta sconfitta consecutiva; e se le altre erano arrivate a volte con l'amaro in bocca per non essere riusciti ad acciuffare la vittoria (Panathinaikos ed Efes), questa va decisamente nel senso opposto.

Perché è vero che l'avversario di questa sera era nettamente superiore e vincere avrebbe voluto dire impresa, ma una sconfitta di queste proporzioni va ben oltre il divario tecnico che c'è tra le due squadra. Questo KO va anche oltre l'altro cappotto raccolto a Belgrado.

Fino alla gara con l'Efes si era vista una Virtus che, nonostante il record negativo, era costantemente cresciuta partita dopo partita aggiungendo sempre qualcosa. Era una squadra dura e fisica in difesa e che muoveva bene la palla in attacco riuscendo ad attaccare bene anche senza avere a roster particolari solisti. Dopo quella partita la squadra di Scariolo sempre aver dimenticato tutti i progressi fatti: stasera, di fatto, la squadra pare aver fatto tabula rasa.

Soltanto una serata storta? Può essere; anche se l'atteggiamento vinto e arrendevole è parso tale da due minuti dopo la palla a due. Eppure la squadra che ha giocato il finale della partita contro l'Efes aveva ben altri occhi e ben altra fame. Difficile capire onestamente.

Tornando più sul livello tecnico quello che sembra essere sempre più lampante è che nel reparto lunghi, soprattutto, qualcosa manchi. Jaiteh e Bako sono in difficoltà evidente contro ogni altro reparto centri d'Eurolega e questa sera hanno subito una severa lezione dai diretti avversari in ogni aspetto del gioco. Le carenze evidenti a occhio nudo sono due: la sopracitata sotto canestro e quella negli esterni.

Perché si sapeva, ma anche stasera la partita lo ha confermato: non c'è un giocatore in grado di segnare in situazioni di gioco rotto o che possa creare vantaggi in modo significativo dall'uno contro uno (perché Teodosic non riesce più a ricoprire quel ruolo con continuità e ovviamente non può farlo da solo a 35 anni).

Serve quindi tornare sul mercato? Forse sì. Intanto per settimana prossima arriva un doppio turno casalingo in cui non c'è altro risultato da fare se non 2-0. Non farlo significherebbe allontanarsi drammaticamente (e forse definitivamente?) dalla zona playoffs.

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