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Il doppio turno dell'Olimpia si conclude nel modo più amaro, il Maccabi trionfa nel suo fortino

Se l'Efes è stato l'atto finale della stagione, oggi ecco i titoli di coda. L'Olimpia china il capo contro un arrembante Maccabi, lanciato a vele spiegate nella volata playoff.

I padroni di casa travolgono i milanesi, la cui reazione del terzo quarto non è sufficiente a invertire le sorti della gara, che si conclude con lo score di 85-66. Si chiude con una doppia sconfitta la spedizione mediorientale biancorossa.

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Le folate gialloblù

Si comincia ad alti possessi, perseguiti da entrambe le squadre in un inizio che sembra produrre qualche errore e nessuna egemonia. Scelto questo abito per la partita, però, è logico che presto sarà la vivacità degli israeliani a fare da spartito alla contesa.

Detto fatto, i ragazzi di Kattash volano sulle ali del destino, guidati dalla sapiente regia di Lorenzo Brown, che smazza assist a destra e a manca, cavalcando la transizione. La difesa dell'Olimpia arranca, tenta una 3-2 con Shields a schermare gli handler avversari in punta, ma la retroguardia meneghina stenta a schierarsi a metà campo e rimane in balia delle folate gialloblù.

Sorkin è trasfigurato e sferza con mirabolanti fendenti le costole di Milano, le offensive domestiche viaggiano a marce altissime, in totale fiducia e con una fluidità accecante. Le scarpette rosse si aggrappano a Shields, finché non trovano risposte inattese da un Thomas che concede un barlume delle sue versioni passate, uno dei pochissimi quest'anno, da 9 punti in 8'. Gioca nelle modalità e nelle zolle di campo che gli sono più consone, sarà poi ingiustamente dimenticato sul fondo della panchina.

Baldwin in campo aperto è una forza della natura dall'impeto selvaggio e, nella stretta di un avvolgente tifoseria, il canto della Menora Mivtachim è abbindolante, osmotico con la pallacanestro della propria squadra. 53-36 significa una gara già indirizzata dopo 20'.

Il terzo quarto dell'Olimpia, una costante

Nel nefasto secondo ko settimanale dei biancorossi, una costante del percorso milanese si è evidenziata ancora una volta, quella che vede ripetute reazioni all'uscita dagli spogliatoi, in vari contesti. E' successo in alcune sconfitte, come con Brescia in Coppa Italia e con la Virtus in Serie A, ma anche in vittorie roboanti, come contro Valencia, Olympiacos e Fener.

A volte reazione di nervi e di rabbia, altre sublimazione e punto di svolta, oggi semplicemente un momento di discontinuità nella 'canzone mononota' israeliana.

Una volta abbassati i ritmi, infatti, Milano è riuscita a frenare il Maccabi, tenuto a 13 punti nei primi 13' della ripresa, ma è stata in grado solo in parte di far corrispondere a questo successo una buona continuità offensiva. Shields ha continuato a dare ottimi segnali, la manovra ha trovato qualche azione consecutiva di pragmatismo e lucidità, manipolando la difesa e aprendo in più di un caso praterie al tiro di Napier, ma anche situazioni favorevoli per il dialogo di lunghi intelligenti come Hines e Melli.

Il 9-0 nel cuore terzo quarto è risultante di tutto questo. Insieme, suo culmine defintivo.

Quando il vento riprende a tirare verso Gerusalemme, la folata del Maccabi è letale e costringe l'Olimpia ad alzare bandiera bianca.

Maccabi, solidità impressionante

Chi scrive non è un grandissimo estimatore del team israeliano, né un particolare sponsor del suo futuro nella competizione, tuttavia è impossibile negare il profilo netto, chiaro ed autorevole assunto dalla pallacanestro di questa squadra a questo punto della stagione.

I padroni di casa sono atletismo, forza dirompente, muscolare e mentale, capaci di travolgere ogni contendente con il trasporto del proprio pubblico. Giocando questo tipo di prova, hanno saputo tenere saldo il timone anche nei passaggi a vuoto, con un senso di solidità incarnato dalla placida crudeltà con cui Jarrell Martin ha chiosato sui disperati tentativi di rimonta dell'Olimpia. Esiziale.

L'assalto sui portatori di palla avversari con un pressing molto alto, asfissiante ma composto, condotto con grande competenza a ondate regolari e non troppo frequenti, ha inibito le entrate nei giochi degli ospiti nei momenti cruciali. Tanti e diversi uomini, poi, hanno portato un mattoncino alla vittoria, in momenti distinti, sotto la leadership dei soliti noti.

Gli israeliani, con i limiti che inevitabilmente hanno e conservano, con una posizione ai playoff che li vedrà sicuramente subalterni alle big della competizione (sebbene quinti per una notte!), non possono che dirsi estremamente soddisfatti del loro percorso.

Photo credit: olimpiamilano.com ed euroleaguebasketball.net

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