PARTNERS
Ettore Messina in sala stampa dopo la sconfitta con l'Olympiacos

Ettore Messina in sala stampa dopo la sconfitta contro l'Olympiacos ha attaccato senza mezzi termini l'arbitraggio riferendosi anche ad una possibile multa da parte di Eurolega se fosse entrato in ulteriori dettagli.

Le parole di Ettore Messina in sala stampa 

Così il coach milanese : «In 6 anni, e voi ne siete testimoni, non ho mai parlato di arbitri. Oggi Nikola Mirotic è stato trattato come l'ultimo dei rookie di Eurolega e noi come squadra e come club ci sentiamo trattati come gli ultimi dei rookie in Eurolega».

Richiesto di un ulteriore approfondimento, Messina ha proseguito: «Non ho voglia di regalare dei soldi ad Eurolega perché non se li merita. Eurolega non si merita il diritto di prendermi dei soldi, preferisco darli in beneficenza».

Qui il video estratto dalla conferenza stampa.

Come ormai credo che tutti i nostri lettori sappiano, la scelta editoriale di Eurodevotion è chiara sin dalla sua nascita nel settembre 2016: di arbitri e polemiche relative noi non parliamo. In qualità di fondatore e gestore del sito è una delle pochissime regole che ho dato a chi vi scrive, con totale libertà su qualsiasi altro tema cestistico. Scelta che si può anche non condividere, ci mancherebbe, ma che resta tale e confermatissima riguardo qualunque squadra o partita della manifestazione.

L'unica eccezione a livello arbitrale che ci concediamo è la possibilità di fare chiarezza su questioni regolamentari complicate, cosa che viene fatta molto di rado e comunque con l'ausilio di professionisti del settore al solo fine di chiarire eventi che magari non sono chiari a tutti.

Personalmente ho sempre sostenuto che il giorno in cui dovessi sentire un protagonista dichiarare di aver vinto grazie ad errori arbitrali favorevoli (non succederà mai…), allora da quel giorno prenderò in considerazione l'eventualità di ascoltare chi si lamenta degli arbitri. 

Ettore Messina durante la gara con l'Olympiacos

Di conseguenza nessun accenno alle chiamate durante i 40' di giovedì sera. Lasciamo al sacrosanto diritto di Messina come di tutti gli altri protagonisti quelle considerazioni, ritenendo vi sia però altro ben più importante.

Infatti una risposta di Ettore Messina che ha catturato la mia attenzione, così come accaduto in passato, anche recente, con altri allenatori e dirigenti.

Quel ««Non ho voglia di regalare dei soldi ad Eurolega perché non se li merita. Eurolega non si merita il diritto di prendermi dei soldi, preferisco darli in beneficenza» tocca un tema che viene venduto al pubblico in una forma che è ben diversa dalla realtà.

Eurolega non è un soggetto esterno ai club licenziatari: loro sono Eurolega

Quando un dirigente, un allenatore o comunque un rappresentante di un club parla di Eurolega come di qualcosa di astratto o in ogni caso estraneo alla propria posizione, in realtà sta trasmettendo un concetto che non è aderente alla realtà dei fatti.

Eurolega non è un'entità astratta ed avulsa da dirigenti ed allenatori, Eurolega è i dirigenti, Eurolega è gli allenatori, Eurolega è i 13 club che ne gestiscono fortune e disgrazie trattandosi di una lega privata che altro non è che espressione di quelle 13 squadre con licenze pluriennali.

Questi club decidono e scelgono tutto riguardo la competizione, gestendo nelle ripetute riunioni durante l'anno tutto quanto sia parte del suo sviluppo. Arbitri compresi? Sì, arbitri compresi.

Quindi parlare di Eurolega come di un'organizzazione superiore che decide ed impone ai club non è per nulla reale. A colpi di voti, pensate compreso quello del CSKA che non gioca gare dal febbraio 2022, i 13 club hanno deciso tutto, a partire dal cambio di rotta che ha visto l'estromissione di Jordi Bertomeu come CEO qualche estate fa.

L'Olimpia come l'Olympiacos, il Panathinaikos come il Fenerbahçe, l'Efes come il Maccabi, il Baskonia come il Real Madrid, il Barça come lo Zalgiris, il Bayern come l'Asvel (le ultime arrivate nel gruppo di licenziatarie) ed anche il suddetto CSKA, hanno diritto di voto paritario nelle scelte che riguardano ogni dettaglio organizzativo e competitivo. Compresa la scelta di avere arbitri non professionisti pieni,  a parere di chi scrive il vero nocciolo della questione e l'errore forse più grande sul tema.

Quindi, tralasciando le questioni di un fischio a favore o contro, forse sarebbe bene che questi club, coi loro dirigenti, passassero ad una gestione ben più professionale in cui il bene comune, tanto falsamente sbandierato, fosse messo in cima agli obiettivi da raggiungere. 

Anche perchè altrimenti dobbiamo continuare a sorbirci filippiche senza senso in cui chi racconta dell'insostenibilità della manifestazione è in realtà la prima causa della stessa attraverso politiche che i fatti hanno ampiamente dimostrato non essere di successo.

Pensate ad esempio che questa sera si giocano 5 gare tutte con inizio alle 2030, peraltro in una giornata che possiamo definire “semi festiva” come il 27 dicembre. Può essere credibile chi lamenta problematiche essendo attore protagonista di tutto ciò? 

Cari club, l'Eurolega siete voi 13, nessuno escluso: vogliamo darci una mossa che vada oltre il verde del proprio praticello oppure preferite continuare una narrazione che con la realtà non ha nulla a che vedere?

Notizie correlate
Spanoulis e Monaco: Kill Bill scuote nuovamente l’Eurolega
Il Baskonia rimonta e vince, terza sconfitta di fila per il Paris Basketball

💬 Commenti (1)