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L'Olimpia fa sua la prima vittoria in EL e inguaia l'Olympiacos

Basta il giusto colpo di reni, nel momento più importante. L'Olimpia si dimostra determinata e aggressiva nel secondo tempo e sconfigge per 65-53 i vice-campioni d'Europa.

Olimpia wins - Eurodevotion

Il ritorno dell'Euroleague a Milano merita il nostro racconto per punti.

Individualità

L'Olimpia comincia facendo canestro e lo fa abbracciando i propri talenti più puri. Sono i guizzi di un agguerrito Shields e di un indubitabile Mirotic a segnare il primo assalto menghino.

L'Oly però non si tira indietro. C'è un Milutinov che corre bene il campo e si fa pescare in transizione, ma, soprattutto, c'è un Walkup determinato a punire dall'arco tutti gli spazi che l'Olimpia gli lascia per scelta. Farà 3/3, una tripla per ogni volta che viene battezzato.

I padroni di casa sembrano comunque andare generalmente meglio con il progredire dei minuti, portando pericoli con una buona regolarità in attacco e dimostrandosi ordinati in difesa. L'Olympiacos invece pare smarrire il lume offensivo, specialmente quando Canaan si innervosisce, si fa espellere e impoverisce ulteriormente un backcourt già scarno.

La partita però, a quel punto, aveva già cominciato a ristagnare un po'. Anche Milano, senza il genio e l'imprevedibilità dell'individualità, si appiattisce. Non fa sfoggio di grande simpatia e perde ben 6 palloni nel solo secondo quarto.

I greci ne approfittano e racimolano falli in avvicinamento a canestro. Così, sorniona, l'Oly allunga le mani sul vantaggio all'intervallo. (32-31)

Togliere la paura

La svolta della gara arriva pochi minuti dopo l'ingresso nel terzo quarto. I reds cercano di costruire il loro vantaggio, Milano appoggia il pallone a Mirotić sotto canestro.

Il perno del montenegrino è un oliato compasso e il canestro in avvitamento un'ellissi perfetta. Ed è quella giocata che "toglie la paura" ai biancorossi. Questa era una locuzione, una peculiarità, che Ettore Messina aveva associato in diversi momenti in passato all'altro grande uomo copertina della serata. Gigi Datome.

Da lì, due azioni corali che han premiato la circolazione di palla con una zingarata dell'ex Barcellona e una bomba liberatrice di Kevin Pangos. Il canadese diviene irrefrenabile e punisce in più di un'occasione a giochi rotti.

L'Olimpia è sfrontata e ruvida, ora anche entusiasta. Una difesa aggressiva e la determinazione per la vittoria bastano a conquistare la leadership del match contro un Oly asettico. Con l'avanzare della gara, Milutinov ha sempre più difficoltà a incidere, fermato da falli continui e voluti, e soprattutto, isolato dal resto dell'attacco: creare vantaggio e riaprire il gioco non è mai stata una possibilità esplorata.

Pangos prende per mano Milano, che ruba palla e corre. Nel mentre, il Forum già balla.

Manca pochissimo. Mirotic corona il risultato, Melli lo sublima, Pangos lo cristallizza. L'Olimpia esce coi pugni alzati.

Pangos sull'Olimpo, Pireo in mare aperto

"Non ricordo una sua partita così impattante", così un incontestabile Messina sul canadese. Questa sera Pangos si è travestito da Ermes, il messaggero degli dei, è salito sull'Olimpo e ha consegnato una vittoria al sapore di Antica Grecia.

Certo, si è trattato di una prova da realizzatore, più che da grande regista. Ma per fare Kubrik c'è tempo.

16 punti e 1 assist sono già una buona notizia, se guardiamo alla necessità di personalità che ha l'Olimpia in quel backcourt. Solo così si possono affrontare l difes più dure d elevare alla massima potenza un pacchetto di lunghi e ali che ha potenzialità di finalizzazione offensiva impressionanti (leggasi il secondo ventello in ciabatte di Mirotic su due partite).

E i passi avanti, individuali e collettivi, che servono sono ancora tanti.

Dopo un altro match tra due attacchi un po' scadenti non si può non sottolineare che, specularmente, l'Olympiacos ha cominciato la stagione con un volto diverso da quello che ricordavamo. Nella metà campo avversaria soprattutto.

12/15 il negativissimo rapporto assist/perse dei greci, che discende da una disponibilità risicata di guardie. Ma, a parere di chi scrive, anche da problemi ben più strutturali che ad oggi sarebbero da affrontare anche avendo William-Goss, McKissic e un Canaan non espulso.

C'è troppa poca creazione di vantaggi palla in mano in questa squadra, ed è ancora più evidente quando due giocatori come Milutinov e Sikma, che sono abituati ad avere una centralità marcata nel gioco della loro compagine, devono ancora essere assorbiti nei meccanismi.

Photo credit: Olimpia Milano X, Olimpia Milano Facebook

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