Continua la crisi Olimpia: il crollo nel finale e la difesa che non c'è. Il Maccabi vince con pazienza
L'Olimpia cade per la terza volta consecutiva: il Maccabi, con pazienza, emerge alla distanza e gioca un finale di partita perfetto per chiudere sul 90-98.
Al contrario Milano parte bene, ma non chiude mai la partita e nel secondo tempo smarrisce energie, sicurezze ed esecuzioni. La crisi aumenta e si fa sempre più scura.
Il racconto della partita
Parte fortissimo Antonius Cleveland e l'Olimpia inizia con degli attacchi lucidi e brillanti. Per ora decisamente meglio gli attacchi delle difese, davvero troppo molli finora: 13-16 dopo nemmeno 5 minuti. E' davvero festival degli attacchi, al limite dell'All-Star game: Mirotic è già a 12 punti. Iniziano a vedersi parvenze di difesa e Milano pare ora più lucida con Voigtmann decisamente presente su ambo i lati del campo. La zona del Maccabi è tutt'altro che efficace: 32-25 dopo 10'.
Gli israeliani ora iniziano a faticare molto anche in attacco, costruendo male. Milano è decisamente più presente e allora arriva il primo +10 (37-27). Segue un momento confusionario di palle perse e l'Olimpia si fa prendere dalla frenesia lasciando il Maccabi riprendere fiducia tornando al -1 in un amen. Milano continua a essere migliore e più completa sui due lati del campo, va avanti di nuovo, ma commette diverse ingenuità superflue e allora Tel Avivi si rifà sotto. 52-50 all'intervallo e gara ancora molto aperta.
Riparte forte l'Olimpia in attacco, ma il Maccabi ogniqualvolta torna a contatto e, dopo tanti minuti, ritrova il vantaggio sul 59-60 con un parziale di 8-0. Le squadre non riescono a trovare continuità e allora la gara continua ad andare a strappi con nessun padrone reale. 69-69 a 3' dalla fine del terzo quarto. Regali e contro-regali: nessuna delle due squadre sfrutta a pieno le disattenzioni avversarie, in una discontinuità globalizzata. 72-75 griffato da un gran terzo quarto di Rivero prima dell'ultimo periodo.
Il Maccabi continua ad andare forte a rimbalzo offensivo, mentre l'Olimpia si ferma in attacco e non trova più fluidità di manovra. Permangono momenti di grande confusione e frenesia da parte di entrambe le squadre. Milano continua a tenere ferma la palla in attacco, mentre Tel Aviv continua a difendere con attenzione. +6 a 2' dalla fine, Brown sente l'odore del sangue e segna la tripla dell'84-93, ma il Maccabi tutto è lucidissimo in questo finale di partita. E' tardi per Milano, gli israeliani sigillano la partita e chiudono sul 90-98.
La leadership di Brown e i muscoli di Rivero
L'asse play-pivot del Maccabi del Forum è stato quello formato da Lorenzo Brown e Jasiel Rivero. Il primo silente per lunghi tratti di partita in cui preferisce servire i compagni piuttosto che prendersi lui stesso la scena e il secondo che nei quarti centrali domina sotto canestro prendendo qualsiasi cosa passasse dal ferro.
Per il naturalizzato spagnolo è doppia doppia da 20 punti e 12 assist, mentre per l'ex Valencia 21 punti e 4 rimbalzi di grande presenza e forza centripeta. Ma anche i rispettivi cambi, Blatt e Nebo (14+6), hanno dato risposte assai positive portando rispettivamente ordine e assistenze preziose, e tanta verticalità e muscoli nei pressi del ferro.
Da sottolineare anche la prova di un Antonius Cleveland (14 punti) sempre più interessante e da monitorare per i piani più alti di questa competizione: fisico lunghissimo per una guardia, atletismo pazzesco, ottime letture e mano educata.
Il Maccabi gioca una partita sorniona, di rincorsa. Poi, però, quando c'è da stringere le maglie lo fa benissimo aumentando considerevolmente la qualità difensiva (forzano palle perse e brutti attacchi) e attaccando in modo lucido e intelligente. I 22 assist sono dato ottimo che conferma la qualità nella metacampo offensiva.
Alla fine questa squadra sarà ancora lì a giocare per delle posizioni importanti e rimane uno dei roster più entusiasmanti del torneo.
Olimpia, cercasi difesa e lo squagliamento nei minuti finali
Milano inizia bene la partita: con una buona manovra offensiva che fa dimenticare gli orrori della settimana passata. Poi lentamente, però, quella qualità scema lentamente fino a crollare nel quarto finale.
Negli ultimi 10 minuti, quelli decisivi di una partita equilibrata, l'attacco ancora una volta si blocca, non crea nessun vantaggio, forza in continuazione e colleziona palle perse. Dall'altra parte del campo, mentre il Maccabi alza il voltaggio in difesa, la retroguardia biancorossa rimane spesso inconsistente come sul drop che concede la tripla letale di Brown dell'84-93.
Mirotic e Shields, come al solito, ci provano a tenere in piedi la baracca (24+22 punti) coadiuvati da un ottimo Voigtamann che, però, col passare dei minuti sparisce dal campo. Tuttavia, manca ancora molto del resto. Soprattutto la difesa: di solito marchio di fabbrica delle squadre messiniane e fondamentale che, anche nei momenti di difficoltà delle passate stagioni, spesso è stato il modo per vincere le partite anche non brillando.
Ora che manca anche la difesa e che l'attacco continua a incappare nei soliti problemi, le sconfitte inevitabilmente fioccano. Perché Lo fatica ad essere creatore per gli altri e Pangos è sembrato il solito giocatore spaesato incapace di incidere, nonostante i 6 assist. Poi i numeri dicono 25 assist e 40%, perché l'attacco a lungo ha segnato con continuità, ma poi nel quarto finale di nuovo le solite difficoltà quando il Maccabi ha presentato una difesa più concentrata.
Però la mancanza più grande è proprio quella della difesa: senza quella, a maggior ragione contro una squadra come il Maccabi, si va poco lontano.
Serve ripartire da zero. Dalle piccole cose, da quella difesa che è sempre stata certezza nell'era Messina e che questa sera non si è mai mostrata, nemmeno per errore. Il mercato potrebbe scuotere questa situazione? Forse sì, anzi sicuramente. E sappiamo che l'Olimpia sta lavorando in questa direzione. Ma non può bastare: serve anche altro.